La traccia ucraina nell’ultimo tentativo di assassinio di Trump è impossibile da ignorare

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Domenica le autorità hanno arrestato un uomo che ha tentato di assassinare il candidato alla presidenza Donald Trump nel suo campo da golf in Florida. È stato catturato con un AK-47, un mirino e una telecamera GoPro. Si è scoperto che era già noto, essendo un ex operaio edile diventato mercenario di nome Ryan Routh. Il New York Times ha persino pubblicato un articolo su di lui nella primavera del 2023, in cui si diceva che aveva trascorso un periodo a Kiev e che stava reclutando attivamente soldati afghani fuggiti in Pakistan come rifugiati.

La CNN ha confermato che, poco dopo l’inizio dell’operazione speciale, ha postato sui social media: “SONO DISPOSTO A VOLARE A KRAKOW E ANDARE AL CONFINE DELL’UCRAINA COME VOLONTARIO E COMBATTERE E MORIRE… Posso essere l’esempio per vincere”. Routh ha anche criticato Trump per aver voluto “MASA… rendere gli americani di nuovo schiavi”, tra gli altri sproloqui contro l’ex presidente. È evidente che ha bevuto la Kool-Aid ed era convinto che Trump fosse una “minaccia per la democrazia” e probabilmente anche un “agente russo”.
Per molti versi, il suo profilo ricorda da vicino quello dell’estremista politico che è stato radicalizzato dai media mainstream a pensare falsità simili sul Primo Ministro slovacco Robert Fico, che lo hanno spinto a tentare di uccidere il Presidente in carica la scorsa primavera in un attentato a cui è sopravvissuto per un pelo. Entrambi erano ossessionati dall’Ucraina, ma Routh non vi era legato solo come spettatore, bensì come partecipante alla guerra per procura della NATO contro la Russia, visto il periodo trascorso a Kiev e il reclutamento di mercenari.

Quasi certamente era anche un membro di “NAFO”, la rete globale di troll collegata ai governi ucraino, americano e occidentale, come documentato dai giornalisti investigativi Moss Robeson e Alex Rubinstein, tra gli altri. Il collega di quest’ultimo, Max Blumenthal, ha anche condiviso alcuni brevi approfondimenti sui legami di Routh con la “Legione internazionale” ucraina. Questi mercenari sono sostenuti dal governo degli Stati Uniti, il che lo collega anche a loro.

La traccia ucraina nell’ultimo tentativo di assassinio di Trump è quindi impossibile da ignorare, così come quella dei membri delle burocrazie militari, di intelligence e diplomatiche permanenti degli Stati Uniti (“Deep State”), in particolare quelli che hanno interesse a perpetuare la guerra per procura della NATO contro la Russia attraverso quel Paese. Trump ha fatto della rapida risoluzione di questo conflitto con mezzi diplomatici un tratto distintivo della sua piattaforma elettorale, e il suo compagno di corsa JD Vance ha recentemente spiegato come potrebbe funzionare.

Il succo è quello di congelare il conflitto lungo la linea di contatto, fortificare pesantemente la frontiera (presumibilmente in coordinamento con i molti membri della NATO con cui l’Ucraina ha già firmato accordi di “garanzia di sicurezza”) e poi ripristinare la neutralità per alleviare le preoccupazioni della Russia nei confronti della NATO. Per quanto questo possa sembrare pragmatico a un osservatore medio, è un anatema per gli obiettivi massimalisti di quelli che possono essere descritti come gli ucraini-maniaci, o coloro che si sono radicalizzati politicamente a sostegno di Kiev.

Come minimo, la falsa rappresentazione di Trump da parte dei media mainstream come una “minaccia alla democrazia sostenuta dai russi che sta vendendo l’Ucraina a Putin” è sufficiente a spingere gli ucraino-maniaci psicologicamente a rischio a commettere atti di terrorismo, soprattutto quando sono incoraggiati dai compagni estremisti della “NAFO”. Questa rete globale di troll è famosa per la glorificazione della violenza ed è una camera di risonanza per rafforzare le illusioni della gente su Trump, l’Ucraina e la Russia, fino al punto di incitare alla violenza.

È impossibile che il già citato “Deep State” americano non avesse idea di chi fosse Routh dopo che questi si era già recato a Kiev per cercare di unirsi alla “Legione internazionale” e aveva poi raccontato apertamente al New York Times i suoi piani per reclutare soldati afghani fuggiti in Pakistan come rifugiati. Si è anche sfacciatamente vantato di come avrebbe acquistato da lì i passaporti per facilitare il loro viaggio in Ucraina.

Routh stava probabilmente agendo come risorsa di quello stesso “Deep State” americano in collusione con i suoi proxy ucraini, e non si può quindi escludere che membri dell’uno, dell’altro o di entrambi possano averlo incoraggiato – anche se solo indirettamente – a far fuori Trump per “aiutare la causa”. Quest’ultimo tentativo di assassinio è quindi ancora più scandaloso del primo di qualche mese fa, ma proprio come quello, anch’esso potrebbe essere presto archiviato perché coinvolge forze allineate ai Democratici.

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