La Russia salverà l’Europa dalla sua crisi energetica

di Andrew Korybko

da https://oneworld.press

Traduzione di Marco Pondrelli per Mrax21.it

La falsa narrazione diffusa dagli Stati Uniti di una guerra informativa, secondo cui la Russia avrebbe armato le sue esportazioni di energia verso l’Europa, è stata messa a riposo dopo che la grande potenza eurasiatica ha promesso di andare in soccorso dei suoi vicini per aiutarli a sopravvivere all’attuale crisi energetica. Infatti, nonostante la paura per l’oleodotto Nord Stream 2, che alla fine è stato completato, gli stessi Stati Uniti stanno importando più petrolio dalla Russia che mai, al punto che Bloomberg (che non può essere considerato credibilmente un’emittente amica della Russia, tanto meno che diffonde la cosiddetta “propaganda filorussa”) è stato costretto a riferire in agosto che “la Russia ha ottenuto la seconda posizione tra i fornitori di petrolio stranieri per gli Stati Uniti”. Questo fatto sorprendente è confermato dalle statistiche della stessa Energy Information Administration degli Stati Uniti nel loro sito ufficiale.

La cancelliera tedesca uscente Merkel, del Paese considerato la forza più potente e influente dell’UE, ha detto che la Russia sta rispettando tutti i suoi contratti e non è da biasimare per la crisi energetica. Il presidente russo Putin in precedenza ha attribuito l’impennata dei costi dell’energia a un’isteria e al disordine sul mercato causato da speculazioni inesatte e dalla cattiva gestione delle transizioni di de-carbonizzazione di molti paesi. Ha anche detto che la Commissione europea ha fatto un errore passando dai contratti di gas a lungo termine al commercio a pronti. Il leader russo ha poi riaffermato che Gazprom non ha mai rifiutato di aumentare le forniture di gas quando le richieste erano in atto e ha incaricato il suo ministro dell’energia di garantire che il transito attraverso l’Ucraina sia mantenuto. Tutti questi sviluppi dimostrano che la Russia è il partner energetico più affidabile dell’UE.

Il gasdotto Nord Stream 2, completato di recente, e il Turkish Stream, completato in precedenza, contribuiranno notevolmente alla sicurezza energetica, soprattutto in termini di aiuto per sopravvivere alla crisi in corso. L’opposizione degli Stati Uniti a entrambi i progetti era egoistica e mirava a spingere i partner ad affidarsi alle sue esportazioni di GNL, molto più costose e relativamente meno affidabili. Il mondo intero ora vede che sarebbe stato controproducente se l’UE si fosse conformata completamente all’America come voleva il suo patrono. Per fortuna rimangono ancora alcuni alleati degli Stati Uniti che conservano una parvenza di sovranità strategica e hanno capito la saggezza nell’espandere i legami energetici con la Russia nonostante la pressione americana per ridurli.

Tutto questo dimostra diversi punti importanti. In primo luogo, sono gli Stati Uniti ad essere un partner inaffidabile per l’Europa sotto tutti i punti di vista, non la Russia. La grande potenza eurasiatica sta correndo in soccorso dei suoi vicini, ma questo non sarebbe stato possibile se i suoi partner avessero pienamente rispettato le pressioni degli Stati Uniti per ridurre e infine tagliare i legami energetici con Mosca. Qui sta il secondo punto, cioè che gli Stati Uniti sono stati quelli che hanno cercato di armare le esportazioni di energia con pretesti politicamente russofobi per rendere l’UE dipendente dalle sue esportazioni di GNL, più costose e meno affidabili. Il terzo punto è che gli Stati Uniti hanno impiegato false narrazioni di guerra dell’informazione per perseguire quel fine fallito, il che dovrebbe ridurre ulteriormente la loro credibilità agli occhi del pubblico europeo, col senno di poi.

In futuro, questo stesso pubblico europeo dovrebbe sperare di rendersi conto che le convinzioni politicamente russofobiche che alcuni di loro purtroppo sposano, sono il risultato della campagna di guerra dell’informazione degli Stati Uniti contro di loro. Lungi dall’armare l’energia per far gelare l’Europa per un presunto dispetto geopolitico, la Russia ha usato le sue esportazioni di energia durante questo periodo di crisi come uno strumento per riparare le relazioni bilaterali e migliorare la percezione pubblica dei suoi partner. Gli approcci, americano e russo, alla cosiddetta “diplomazia dell’energia” non potrebbero quindi essere più diversi, poiché il primo considera questi mezzi come un’arma verso il fine di dominare i suoi “partner”, mentre il secondo la vede come un’opportunità per migliorare le relazioni, le percezioni e gli standard di vita.