La Russia ha ragione a considerare i talebani ragionevoli

di Andrew Korybko

da http://oneworld

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Il ritiro statunitense dall’Afghanistan apre nuovi scenari. Come chiarito in questo articolo gli Stati Uniti continueranno ad avere un ruolo di destabilizzazione con la scusa della lotta al terrorismo. Gli sforzi di Russia e Cina sono in questo momento volti alla stabilizzazione del Paese e quindi dell’area. Nessuno si fa illusioni sulle politiche dei talebani, non ci saranno miglioramenti sui temi dei diritti sociali e politici tantomeno sulle condizioni delle donne afghane (che non hanno comunque trovato maggiori libertà grazie ai governi filo-occidentali), quello che Mosca e Pechino desiderano e porre fine a una guerra infinita le cui vittime sono, come sempre, in maggioranza civili. La nuova via della seta rappresenterà una possibilità di sviluppo anche per questo martoriato Paese. Non scordiamo però che i governi che in passato si resero protagonisti di tentativi di riforme politiche e sociali trovarono l’Occidente quale primo nemico, ecco perché riteniamo doveroso presentare questo articolo con una foto di tre studentesse afghane scattata negli anni ’70, per ricordare che la storia è più complessa ed articolata di come la descrivono i nostri giornali ed i nostri europarlamentari.

La recente osservazione del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov che il suo paese considera i talebani come “persone ragionevoli” ha provocato una discussione sul perché Mosca ha questa posizione nei confronti di un gruppo che ancora ufficialmente designa come terrorista.

Il cauto benvenuto dei Talebani nella comunità internazionale sta procedendo rapidamente dopo che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha recentemente osservato che il suo paese considera il gruppo come “persone ragionevoli”, nonostante li designi ancora ufficialmente come terroristi. Questa è stata l’impressione che gli è rimasta dopo che lui e i suoi diplomatici hanno avuto ampie interazioni con i talebani nel corso delle loro diverse visite a Mosca, la più recente delle quali è stata all’inizio di luglio, come parte del processo di pace afgano. Hanno promesso di non minacciare le repubbliche dell’Asia centrale, hanno ribadito il loro impegno dall’accordo di pace dell’anno scorso con gli Stati Uniti a non ospitare alcun militante straniero e hanno espresso la speranza di raggiungere una soluzione politica pacifica nella guerra civile in corso nel loro paese.

Indipendentemente da ciò che, secondo quanto riferito, fanno all’interno del proprio paese, alcune azioni delle quali presumibilmente costituivano terrorismo in passato e quindi spiegano la loro attuale designazione da parte delle autorità russe, non c’è altro modo per descrivere le loro dichiarazioni politiche mentre si trovano a Mosca come qualcosa di diverso dal ragionevole. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha chiarito in precedenza che non c’è contraddizione tra il suo paese che parla con i talebani, pur continuando a designarli come terroristi, perché tale dialogo pragmatico in nome della pace è incoraggiato da una pertinente risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dello scorso anno. L’inviato presidenziale speciale russo in Afghanistan Zamir Kabulov ha anche suggerito la scorsa settimana che i Talebani potrebbero effettivamente far avanzare gli obiettivi regionali anti-terrorismo nel paese combattendo contro l’ISIS e altri gruppi terroristici in Afghanistan.

Questi fatti significano che la Russia e i Talebani sono attori ragionevoli, sia quando si tratta delle loro politiche che delle loro interazione. La Russia non interferirà negli affari interni dell’Afghanistan e riconosce che i Talebani sono una forza potente con cui fare i conti, riconosciuta a livello internazionale come un attore politico attraverso la già citata risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che approva un dialogo politico pragmatico con il gruppo in nome della pace. Per quanto riguarda i Talebani è ragionevole pensare che non minaccino la regione perché non avrebbero nulla da guadagnare nel farlo, essendo un movimento strettamente focalizzato all’interno del proprio Paese. Non vorrebbero sprecare tutta la buona volontà internazionale guadagnata con fatica negli ultimi anni, sia facendo questo, sia insistendo ostinatamente su una soluzione militare alla loro guerra civile, o ospitando militanti stranieri.

In termini di quadro generale, gli obiettivi strategici della Russia e dei Talebani si intersecano ampiamente, almeno a livello ufficiale. Entrambi gli attori sono a favore di una soluzione pacifica alla guerra civile afgana in corso. Sono anche ferocemente contrari all’ISIS e ad altri gruppi terroristici. Un altro dei loro obiettivi condivisi è la stabilità regionale, dal momento che entrambi si aspettano di trarre profitto dall’accordo di febbraio per costruire una ferrovia Pakistan-Afghanistan-Uzbekistan (PAKAFUZ) per collegare l’Asia centrale e meridionale. Questo progetto che cambia il gioco incentiva tutti gli attori regionali a lavorare insieme in nome della pace in modo da beneficiare reciprocamente della tendenza all’integrazione transregionale in questo spazio geostrategico. Minarlo unilateralmente con azioni irresponsabili e irragionevoli danneggerebbe gli interessi di tutti. È quindi comprensibile che la Russia e i talebani siano partner di dialogo stretti.