di Andrew Korybko
da https://korybko.substack.com
Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
Il Ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu ha affermato in un’intervista, che la Russia è la “più grande minaccia” per il suo Paese, oltre ai gruppi terroristici. Ha sottolineato le azioni “aggressive” dell’ultimo anno, “non solo nei confronti dei nostri interessi in Africa, ma anche direttamente nei confronti delle nostre Forze armate”. Lecornu ha anche accusato la Russia di “condurre una guerra dell’informazione” e di “militarizzare nuovi ambienti, compresi i fondali marini e il cyberspazio”. La realtà è che la Russia rappresenta una minaccia per la Francia, ma solo per la sua egemonia, non per i suoi legittimi interessi.
La politica russa in Africa, che i lettori possono approfondire qui, cerca di accelerare i processi multipolari nel continente. Ciò ha assunto la forma di sostenere le ex colonie francesi del Mali, del Burkina Faso e del Niger, non solo a livello bilaterale, ma anche a livello multilaterale per quanto riguarda la loro neonata Alleanza e Confederazione Saheliana. Le loro leadership militari patriottiche prevedono di ridurre l’eccessiva dipendenza dalla Francia affidandosi maggiormente alla Russia, al fine di riconquistare il più possibile la sovranità perduta.
In termini tangibili, questo li ha visti sostituire la Francia con la Russia come partner antiterrorismo preferito, con alcuni che ipotizzano che la contropartita immediata sia un accesso privilegiato della Russia alle loro risorse. L’obiettivo a breve termine è quello di ripristinare la stabilità, dopodiché si potrà perseguire con maggiore sicurezza quello a medio termine di sganciarsi ulteriormente dalla “sfera d’influenza” francese, introducendo una nuova moneta regionale per sostituire il franco CFA che Parigi continua a sfruttare per arricchirsi a loro spese.
Questi due sviluppi minacciano l’egemonia francese, poiché il primo ostacola i suoi sforzi per dividere e governare questi Paesi, mentre il secondo il franco CFA è responsabile del sostegno alla sua economia. Nel complesso, il sostegno della Russia a questi processi multipolari infligge un duro colpo agli interessi francesi, ma ancora una volta solo ai suoi interessi egemonici e non a quelli legittimi. La Francia non può riconoscere il modo in cui la Russia la minaccia in Africa, poiché la verità la mette in cattiva luce.
Tuttavia la Francia non si arrenderà senza combattere ed è per questo che sta conducendo una guerra per procura contro la Russia in Mali, insieme agli Stati Uniti e all’Ucraina, attraverso il sostegno ai separatisti tuareg e ai gruppi islamisti. Altri fronti di battaglia potrebbero essere aperti contro l’Alleanza/Confederazione saheliana, ad esempio se le forze franco-americane in Costa d’Avorio tentassero di destabilizzare il Mali meridionale e il Burkina Faso. La violenza jihadista in quest’ultimo paese, che sta già raggiungendo proporzioni critiche, potrebbe presto peggiorare con il loro sostegno.
La Francia non si limita a giocare in difesa, ma sta anche passando all’offensiva strategica contro la Russia nel Caucaso meridionale attraverso i suoi sforzi per accelerare la svolta filo-occidentale dell’Armenia. La diaspora armena ultranazionalista che ospita ha svolto un ruolo cruciale in questo processo. Anche la Francia sta vendendo equipaggiamenti militari all’Armenia, al fine di esacerbare i sospetti della Russia sulle sue intenzioni. Gli stretti legami tra Russia e Azerbaigian e quelli russo-georgiani, straordinariamente pragmatici, mettono però un freno ai piani dell’Occidente.
Se mai dovessero avere successo, rappresenterebbero una minaccia diretta ai legittimi interessi della Russia, provocando un conflitto importante lungo la sua periferia meridionale, rendendo così l’ingerenza della Francia nel Caucaso meridionale molto più minacciosa, in senso oggettivo, del sostegno della Russia ai processi multipolari in Africa occidentale. Lo stesso vale per l’altra offensiva strategica che la Francia ha intrapreso contro la Russia da quando ha perso la sua “sfera di influenza” nel Sahel, segnalando l’interesse a intervenire convenzionalmente in Ucraina.
Il Presidente francese Emmanuel Macron, di cui abbiamo analizzato qui gli errori di politica estera, ha poi attenuato la sua retorica, ma non esclude comunque uno scenario del genere. Il motivo per cui è così pericoloso flirtare con questo scenario è che potrebbe portare allo scoppio di ostilità convenzionali tra la NATO e la Russia in Ucraina, che potrebbero degenerare in una terza guerra mondiale. La Francia conosce l’enormità della posta in gioco, ma continua a considerare incautamente questa linea d’azione come una vendetta contro la Russia.
Rivedendo le informazioni condivise finora, il sostegno della Russia ai processi multipolari in Africa occidentale ha inferto un duro colpo all’egemonia francese in quella regione, a cui la Francia ha risposto scatenando una guerra per procura contro la Russia in Mali e passando all’offensiva strategica nel Caucaso meridionale e nell’Europa orientale. Pertanto, non è la Russia la “più grande minaccia” per la Francia, ma la Francia è una “grande minaccia” per la Russia e per il mondo in generale, a causa dello scempio che sta compiendo in tre regioni.
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