
di Giulio Chinappi
da https://giuliochinappi.wordpress.com
Con l’eventuale elezione di Luis Antonio Gokim Tagle, cardinale filippino di origini cinesi e artefice del dialogo con Pechino, la Chiesa si orienterebbe verso un modello più inclusivo, segnando un’inedita svolta geopolitica nel Cattolicesimo globale, in linea con l’era multipolare contemporanea.
Mentre si sta per archiviare il primo quarto del XXI secolo, la Chiesa cattolica sta vivendo un profondo spostamento del baricentro demografico verso Asia e Africa, mentre registra un calo di fedeli in Europa, Nord America e persino in America Latina, area geografica nella quale risiede la maggioranza dei cattolici del mondo. Secondo un’analisi di Axios, infatti, la platea cattolica europea e nordamericana è in netto calo, così come in America Latina—dove una parte dei credenti è attratta da movimenti pentecostali—mentre in Africa e Asia il numero di cattolici cresce a ritmi sostenuti. Tale tendenza ha ad esempio spinto la Santa Sede a inviare un numero crescente di sacerdoti di queste regioni alle comunità degli Stati Uniti, per far fronte alla carenza di clero locale. In tale scenario demografico, la scelta di un pontefice proveniente da Asia o Africa per succedere a Papa Francesco risponderebbe all’esigenza di rafforzare legami con le parti del mondo in cui la Chiesa è in espansione.
In questo contesto, l’arcivescovo di Manila, Luis Antonio Gokim Tagle, emerge come uno dei candidati più accreditati al soglio pontificio: uomo di missione, filippino di origini cinesi, noto per il suo approccio pastorale inclusivo e per il ruolo chiave nel dialogo con Pechino. Le sue dichiarazioni sul rinnovo dell’Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi in Cina evidenziano una strategia diplomatica volta a “custodire la valida successione apostolica e la natura sacramentale” della Chiesa cattolica in quel Paese, rassicurando i fedeli cinesi e consolidando la presenza cattolica in un’area strategica, ma mantenendo allo stesso tempo una relazione positiva con la Repubblica Popolare. La sua eventuale elezione rappresenterebbe non solo una svolta etnica — il primo Papa dell’Asia orientale, ed il primo asiatico in oltre dodici secoli — ma anche una mossa geopolitica di grande rilievo, nell’ottica di un Vaticano chiamato a bilanciare i rapporti con le potenze globali come la Cina.
Luis Antonio Gokim Tagle, nato nel 1957 a Manila, è figlio di una famiglia filippina benestante da parte paterna e di origini cinesi da parte materna: la nonna materna, infatti, apparteneva a una famiglia cinese emigrata nelle Filippine. Entrato in seminario per caso, ha ricevuto l’ordine sacerdotale nel 1982, ed ha conseguito una licenza e un dottorato in teologia alla Catholic University of America negli Stati Uniti. Nel 2011, Papa Benedetto XVI lo ha elevato arcivescovo metropolita di Manila e nel 2012 lo ha nominato cardinale, facendone uno dei presuli più giovani e promettenti della gerarchia cattolica.
Dal 2015 al 2022, poi, Tagle è stato presidente di Caritas Internationalis, contribuendo a rafforzare l’impegno umanitario della Chiesa. Nel 2019, Papa Francesco lo ha chiamato a Roma come prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, incarico che lo ha posto al vertice delle attività missionarie vaticane. Secondo i suoi estimatori, il suo stile unisce rigore dottrinale e attenzione ai più fragili: in diverse occasioni, infatti, ha denunciato il linguaggio “severo” verso i cattolici LGBT e ha invitato a una Chiesa “ospitale” per tutti, inclusi divorziati e persone sole, ponendosi dunque sulla stessa linea “progressista” di Papa Francesco. In materia migratoria, ha affermato che “la migrazione è questione di persone” e che l’incontro diretto può abbattere paure e pregiudizi, sottolineando di aver “nei suoi geni una storia di migrazione”, facendo riferimento proprio alle sue origini cinesi.
Proprio le sue origini cinesi e le sue relazioni positive con Pechino potrebbero rappresentare uno dei punti di forza della candidatura di Tagle. A beneficio del lettore, ricordiamo che, fin dal 2018, la Santa Sede ha sottoscritto un Accordo provvisorio con Pechino sulle modalità di nomina dei vescovi cinesi, tema cruciale per la vita sacramentale dei cattolici in Cina. In un’intervista all’Agenzia Fides, Tagle ha spiegato: “La ragione di tutto è custodire la valida successione apostolica e la natura sacramentale della Chiesa cattolica in Cina“, e di conseguenza “rassicurare, confortare e rallegrare” i fedeli, concetti ribaditi anche in un’intervista rilasciata alla Catholic News Agency.
A tal proposito, Axios osserva che Tagle, figlio di famiglie filippine e cinesi, proviene da una regione considerata “porta d’accesso” alla Cina, dove la Chiesa punta a rafforzare la propria influenza. La sua elezione potrebbe dunque accelerare l’avvicinamento diplomatico tra Santa Sede e Repubblica Popolare, in un momento in cui Pechino sta assumendo un ruolo di grande protagonismo a livello globale.
Nel complesso, la scelta di un pontefice asiatico sancirebbe il definitivo superamento del baricentro occidentale della Chiesa, riconoscendo leadership e autorevolezza ai cattolici di Asia e Africa. otto tale profilo, Tagle rappresenterebbe anche la visione di un cristianesimo più universale, capace di dialogare con culture diverse. Pur vicino al meridionalismo sociale di Francesco, inoltre, Tagle è visto da alcuni come un moderato “pontefice correttivo”, meno spinto sul fronte delle riforme radicali, ma comunque attento a povertà, migranti e ambiente. La sua elezione potrebbe dunque rappresentare un buon compromesso tra la fazione “progressista” e quella “conservatrice” all’interno del Vaticano. Da questo punto di vista, Tagle rafforzerebbe il ruolo del Vaticano come mediatore globale, abile a tessere relazioni con Paesi in via di sviluppo e potenze emergenti, in un mondo segnato da conflitti e sfide climatiche. La sua elezione invierebbe un messaggio di apertura e dialogo, in linea con la sua esperienza missionaria e diplomatico-ecclesiale.
Concludendo, la corsa al soglio di Pietro, dopo la morte di Papa Francesco, è influenzata dal mutato panorama demografico della Chiesa cattolica, con Asia e Africa pronte a dettare i tempi della leadership ecclesiale. Luis Antonio Gokim Tagle, con le sue origini sino-filippine, il suo profilo umanitario e il ruolo nel dialogo con la Repubblica Popolare Cinese, incarna la possibilità di un pontificato di svolta, in grado di rispecchiare la globalità del Cattolicesimo contemporaneo e di assumere un ruolo geopolitico di primo piano in un’era di tensioni internazionali. Il prossimo conclave non sceglierà soltanto un successore di Francesco, ma potrebbe indicare la traiettoria futura della Chiesa universale.
Unisciti al nostro canale telegram