La minaccia energetica “pan per focaccia” della Russia è in realtà una forma di autodifesa strategica

di Andrew Korybko

da https://oneworld.press/

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Molti esperti occidentali stanno facendo i salti di gioia dopo che il vice primo ministro russo ed ex ministro dell’energia Alexander Novak ha detto lunedì che il suo paese si riserva il diritto di tagliare le esportazioni del Nord Stream I verso l’UE, in risposta al blocco del Nord Stream II. Considerano questo come il loro tanto atteso “momento chiarificatore”, in cui pensano che la Russia abbia finalmente dimostrato che dopo tutto l’energia è un arma, nonostante per anni abbia negato tale strategia. Si è perso, in mezzo a queste perverse “celebrazioni”, il fatto che Novak ha immediatamente riaffermanto che la Russia non ha ancora fatto questo e che “nessuno ne trarrà beneficio” se dovesse accadere. Ha anche avvertito che il boicottaggio del petrolio russo, incoraggiato dagli Stati Uniti, potrebbe portare disastrosamente i prezzi globali a 300 dollari al barile, il che potrebbe prevedibilmente peggiorare il tanto decantato standard di vita dell’UE in un batter d’occhio.

Novak non stava “minacciando” l’UE, nonostante i Mainstream Media (MSM) occidentali guidati dagli Stati Uniti e i loro “analisti” alleati abbiano affermato che i suoi commenti sono una “prova positiva” del presunto utilizzo dell’energia come un arma da parte della Russia. In realtà, le sue osservazioni sono una forma di autodifesa strategica per ricordare all’UE il complesso sistema di interdipendenza economica che lega questi due giganti. Proprio come la Russia perderebbe enormi quantità di entrate attraverso un passo così fatale (sia che chiuda il rubinetto da sola o che l’UE decida di boicottare il suo partner per prima), rischiando di rovinare la sua reputazione di fornitore rispettabile, così anche l’UE sperimenterebbe conseguenze massicciamente negative, come quelle relative all’innesco di un peggioramento potenzialmente senza precedenti della sua crisi economica in corso. L’unico a vincere, a parte alcuni fornitori dell’Asia occidentale, sarebbe l’Asse anglo-americano (AAA).

Quel duopolio egemonico neo-coloniale non solo lavora attivamente per dividere e governare l’Eurasia, in particolare l’UE e la Russia, ma spera di sfruttare i propri “partner” continentali nella prossima fase della crisi economica nel caso in cui o loro o la Russia avviino una significativa interruzione energetica. Il blocco probabilmente sprofonderà nella povertà, dopo di che la AAA potrà estendere i prestiti ad alto tasso d’interesse e/o vincolati insieme all’acquisto dei concorrenti a basso costo. L’effetto finale è che questo rafforzerebbe la morsa sull’UE ed estinguerebbe qualsiasi traccia di autonomia strategica che alcuni dei paesi come la Francia potrebbero ancora avere. Questo farebbe avanzare la grande tendenza strategica del mondo sempre più diviso in “sfere d’influenza” tra le tre grandi potenze mondiali – Stati Uniti, Cina e Russia – nonostante nessuno di loro sia d’accordo con questo termine quando viene usato per descrivere i propri partner.

Per essere chiari questa frase viene impiegata per semplicità, per facilitare la comprensione di questi processi geostrategici molto complessi da parte del pubblico più ampio e non implica che i partner di Cina e Russia abbiano con loro le relazioni ineguali come quelli che definiscono i legami tra la AAA e gli altri. Chiarito questo, la AAA si afferma sul Nord America, su ampie fasce dei Caraibi e dell’America Latina, e ora sulla totalità dell’UE. La Russia, nel frattempo, concentra la sua influenza soprattutto nelle ex repubbliche sovietiche, anche se ha anche alcuni partner privilegiati altrove come l’Iran e la Siria in Asia occidentale, l’Etiopia in Africa, l’India in Asia meridionale e il Vietnam nel sud-est asiatico. Per quanto riguarda la Cina, è il paese più importante in gran parte del Sud globale grazie alla sua Belt & Road Initiative (BRI).

Questo non è per negare l’esistenza di paesi strategicamente autonomi come ad esempio il Brasile, l’India e la Turchia ma solo per sottolineare che praticamente tutti gli stati ad eccezione di questi e un paio di altri possono essere descritti come più vicini a una di queste tre Grandi Potenze. L’UE era stata finora considerata come una promettente Grande Potenza a sé stante, ma ha ceduto volontariamente la sua autonomia strategica alla AAA dopo l’inizio dell’operazione militare speciale della Russia in Ucraina. Questo sviluppo rappresenta una delle più drammatiche acquisizioni di qualsiasi area del mondo nella storia nel più breve tempo possibile, per non parlare del fatto che i rapitori non hanno sparato un solo colpo. È stato il risultato finale della lunga guerra ibrida dell’AAA contro l’UE e lo schema “divide et impera” nei confronti della Russia.

Tornando all’argomento principale di questa analisi, il potenziale impiego da parte della Russia di restrizioni alle esportazioni di energia verso l’UE come forma legittima di autodifesa strategica, la grande potenza eurasiatica mantiene il diritto sovrano di rispondere alle sanzioni unilaterali e illegali contro di essa, incoraggiate dagli Stati Uniti. Fare ciò non equivarrebbe al cosiddetto utilizzo dell’energia come arma, ma alla difesa giustificata degli interessi strategici della Russia come una forma di pressione quasi simmetrica intesa a costringere l’UE a riconsiderare le sue sanzioni economiche reciprocamente controproducenti che fanno solo avanzare gli interessi dell’AAA. Coloro che lo interpretano in qualsiasi altro modo omettono quasi sempre il resto delle osservazioni di Novak citate nel primo paragrafo e sono quindi attivamente complici della guerra informativa in corso degli Stati Uniti contro la Russia.