LA LOGICA ARISTOTELICA ABROGATA DAI BELLICISTI

di Elena Basile

da il fatto quotidiano 3 settembre 2023

Non so quanti come me rimpiangano la logica aristotelica, il principio di non contraddizione barbaramente ucciso dal dibattito politico odierno. È difficile comunicare se gli elementi essenziali al discorso, fondati nel IV secolo a. C., non sono più parte integrante della cultura odierna. Gli esempi sono infiniti. Le 22 domande che posi con lo pseudonimo “Ipazia” su questo giornale sono rimaste senza risposta. Oggi ne pongo altre a cui a mio avviso l’onestà intellettuale suggerirebbe riscontri evidenti.

Il generale Mark Milley, capo delle Forze armate statunitensi, ha dichiarato che la controffensiva ucraina non raggiungerà l’obiettivo chiave di Melitopol per il controllo delle autostrade che collegano Donbass e Crimea. Il Washington Post calcola che le vittime e i feriti sono già 500 mila. L’ucraina ha perso la metà della sua popolazione, è uno Stato fallito tenuto in vita dai sussidi occidentali. Chiediamo quindi: contro questa immane distruzione non sarebbe stato più saggio e lungimirante esaminare le cause della guerra e pervenire a una mediazione che ancora nel marzo del 2022 era possibile? La rimozione delle ragioni economiche, energetiche, geopolitiche e inter-etniche del conflitto trasformato in una crociata etica contro la dittatura non ha impedito l’azione diplomatica e la ricomposizione degli interessi contrapposti? Possibile che ancora oggi ex diplomatici e intellettuali cerchino di accreditare la tesi che l’aggressione russa sia dovuta alla pazzia di un solo individuo, paragonato ora a Hitler ora al diavolo ora a un malato terminale che ha perso le capacità di intendere? Non sentono il dovere, i sostenitori di una campagna armata senza via di sbocco contro una potenza nucleare, di cadere in ginocchio di fronte alle madri ucraine che hanno perso i loro figli? La responsabilità principale non mi sembrerebbe essere solo dello Zar, che tuttavia dopo un mese di guerra (ma anche prima a partire dal 2007 , bisogna essere onesti) aveva offerto concrete possibilità di compromesso rimandate al mittente dagli occidentali (non da Zelensky).

L’assioma che l’ucraina democratica sta combattendo contro la dittatura russa quale fondamento ha? Possono i creatori di una tale demenziale propaganda darci alcuni elementi che proverebbero l’esistenza di uno Stato di diritto, con divisione dei poteri, rispetto dei diritti civili e delle minoranze a Kiev?

Oggi la musica a poco a poco cambia. Politici e diplomatici, pennivendoli diversi, captano i segnali provenienti da Washington. L’amministrazione democratica appare contraddittoria. Fornisce tramite gli alleati danesi e olandesi gli F16 e le bombe a grappolo all’ucraina per aumentare morte e distruzione anche senza più scommettere sulla controffensiva. Voci differenti, subito rinnegate, da Sarkòzy al capo-gabinetto danese di Stoltenberg, introducono la prospettiva di un arresto del conflitto. Si lavora a un armistizio. Al riconoscimento dell’occupazione russa sui territori ucraini corrisponderà la fine delle ostilità e un’ucraina dimezzata nella Nato. Qualche brillante diplomatico precisa che l’armistizio non implica riconoscimento dell’occupazione russa che resta illegittima. Nuova domanda che pretenderebbe una risposta rispettosa del principio di non contraddizione e della logica: come si può pensare di stabilizzare una regione d’europa in guerra se non si rimuovono le cause del conflitto, si lasciano le questioni irrisolte e si sposta la Nato al confine con la Russia? La prospettiva più atroce è infatti che l’armistizio, il muro coreano nel cuore dell’europa, abbia finalità elettorali negli Usa e serva all’occidente per risolvere gli attuali problemi di produzione delle munizioni. Il conflitto – che, non dimentichiamolo, serve interessi geopolitici statunitensi chiari – potrà riprendere in futuro secondo le contingenze politiche di Washington. Quali sono invece gli interessi europei? La nostra presidente del Consiglio potrebbe menzionare un solo beneficio che le ostilità Nato-russia hanno portato all’europa, al netto della retorica sulla “difesa della libertà” che ha scarsi fondamenti? Se germi di democrazia esistevano in Ucraina, la mediazione e la pace li avrebbero salvaguardati. Se un’opposizione democratica esisteva a Mosca, la pace e la mediazione l’avrebbero rafforzata. Se penso ai diciottenni ucraini massacrati, al dolore di un popolo, ho voglia anche io di fare appello al moralismo. Vorrei gridare “Vergogna!” ai governanti europei. Dove mai avranno venduto l’anima? Qualcuno li ha chiamati “turisti” della Storia, che in effetti cammina senza il loro inutile fardello. Il mondo multipolare avanza, i Brics ottengono l’adesione di 40 nuovi Paesi, le alternative all’egemonia del dollaro appaiono lentamente all’orizzonte. La pax americana è contestata dal Sud globale. Ne riparleremo presto.

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