La guerra ucraina al santuario dell’ortodossia

di Maria Morigi

La notizia è del 6 luglio: le forze speciali e la polizia ucraina hanno occupato il Monastero delle Grotte di Kiev (Pečerska Lavra), che ospita la sede centrale della Chiesa ortodossa ucraina accusata di collaborazionismo con il Patriarcato di Mosca. Il Monastero è residenza della guida spirituale, il Metropolita di Kiev, Onufrij, che è stato sfrattato. Alle porte sono stati messi sigilli. 

Le tensioni intorno al santuario erano iniziate a gennaio quando alcune chiese del monastero, fra cui la Cattedrale della Dormizione, sono state perquisite e alcuni sacerdoti sono stati incriminati con l’accusa di propaganda filorussa. A fine marzo il ministero della Cultura ha annullato il contratto che concede al Patriarcato moscovita l’uso gratuito di Pečerska  Lavra: una evidente cacciata di tutto ciò che è russo dal luogo-simbolo dell’ortodossia ucraina. Dal 1° aprile avrebbero dovuto andarsene 220 monaci e 300 studenti di teologia, le strutture amministrative della comunità ecclesiale e la residenza del metropolita Onufrij avrebbero dovuto essere chiuse. Ciò non è accaduto per le proteste e per il ricorso in tribunale contro la decisione governativa. Ora non c’è più speranza e probabilmente i monaci verranno cacciati, ma nessuna ne parla sulla stampa occidentale, anzi non ne parla neppure il Vaticano.

Il monastero (Pečerska -“grotta” ; Lavra “monastero”) è il principale santuario dell’ortodossia slava e deve il suo nome alle cavità in cui sono custodite le reliquie di più di un centinaio di santi eremiti. Fu fondato all’interno di grotte sul monte Berestov nel 1051 dai monaci Antonio (giunto dal Monte Athos) e Teodosio.

Nei primi anni il monastero era formato da piccole chiese, cappelle e celle in legno, ma già nel 1073 iniziò la costruzione di una cattedrale in pietra terminata nel 1089. Pečerska Lavra crebbe fino ad occupare una vasta area collinare. Circondato originariamente solo da uno steccato in legno, per la sua posizione sopraelevata e protetta sul lato verso il Dniepr, nel medioevo svolse  il ruolo di fortezza tanto che fu presto rinforzato da mura di pietra e torri d’osservazione. Il monastero fu utilizzato anche come deposito per oggetti di grande valore e, nel corso degli anni, acquisì funzioni di scuola, ospedale e centro di carità come rifugio a coloro che fuggivano da guerre e carestie. Ebbe un ruolo importante come centro di studio di storici, cronisti e pittori di icone, e fu meta di pellegrinaggio da tutta la Russia. Le invasioni mongoliche, pur danneggiandolo, non riuscirono a distruggerlo. Nel XVII e XVIII secolo il monastero si espanse fino a raggiungere le dimensioni odierne, accogliendo tesori d’arte e fu dotato della prima pressa da stampa dell’Ucraina, che consentì ai monaci di produrre libri di grande pregio che contribuirono alla fondazione della prima università di Kiev.

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