La “foglia di fico” dei Diritti Umani. Afghanistan-Ucraina

di Maria Morigi

La “Dichiarazione Universale dei diritti umani” del 1948 proietta su scala globale un insieme di “Valori” che sono il frutto della sola cultura occidentale, riflettendo l’aspirazione dell’Occidente a dominare il mondo attraverso il proprio linguaggio, la propria cultura e le proprie elargizioni di finanziamenti (Rockefeller, Soros ecc). Molte vocii autorevolii hanno rilevato come la Dichiarazione sia stata funzionale a giustificare guerre umanitarie, esportazione di democrazia e ingerenze non rispettose della sovranità degli Stati. Si tratta, in sostanza, di un ordinamento dal carattere asimmetrico, che risulta del tutto inapplicabile a disinnescare le minacce alla pace mondiale, nonostante le intenzioni e le proibizioni solenni presenti nello statuto di fondazione.

Siccome mi limito a parlare di cose che conosco, confermo le violazioni da parte USA dei diritti umani e le stragi ‘silenziate’ dai governi ‘democratici’ in Afghanistan; ho anche potuto documentare l’infinita sequela di accuse (costruite su menzogne) mosse alla Cina a proposito di presunte violazioni dei diritti (genocidio, pulizia etnica, persecuzione dell’Islam e del buddhismo tibetano, schiavismo ecc.) in Xinjiang, Tibet, Hong Kong. E oggi le nubi si addensano per il controllo del Mar cinese meridionale e la questione di Taiwan. Normalmente il meccanismo per l’accertamento della violazione di diritti umani funziona così: l’ONU delega al Committee on the Elimination of Racial Discrimination (CERD)ii il monitoraggio della discriminazione razziale e si avvale del metodo di inchiesta organizzato da enti e associazioni ben sostenute dal National Endowment for Democracy (NED) che finanzia centinaia di progetti finalizzati a “sostenere il lavoro dei difensori dei diritti umani”, ovvero i cosiddetti “rapporti credibili” della Rete Human Rights Defenders, attiva nei confronti dei Paesi individuati come nemici o competitor da Washington, creata negli anni Ottanta con l’ obiettivo di rendere efficaci le organizzazioni “pro-democrazia” nel mondo. Acquisita la relazione finale, viene lanciata la campagna di delegittimazione verso la nazione colpevole di violazioni (la RPC risulta in testa all’elenco dei colpevoli ma forse sarà superata a breve dalla Russia!).

Anche se tale procedimento apparentemente equo viene seguito come prassi, tuttavia ci sono momenti della Storia in cui la procedura entra in corto circuito a causa delle scomposte e incaute prese di posizione di singoli presidenti USA… e così la facciata garantista dei valori rischia di crollare a fronte delle infamie – storiche, appena desecretate, e recenti, visibili a tutti – commesse ignominiosamente dalla macchina bellica degli States e dai suoi alleati.

Guardando all’Afghanistan, ad esempio, la realtà inequivocabile è che in 20 anni la guerra americana ha provocato più di 100.000 vittime civili e più di 10 milioni di profughi, col risultato prevedibilmente scontato che i Talebani sono padroni del Paese e da parte della popolazione non vi è alcuna volontà di resistere ai Talebani. Nessuno (a parte lo Stato Islamico Khorasan e i Sauditi) oggi in Afghanistan costruisce e finanzia il terrorismo, anzi i Talebani, assurti a difensori delle esigenze delle comunità rurali dimenticate dalla democrazia importata, si possono permettere di tagliare il commercio e i proventi della droga che alla CIA portava tanti profitti. Purtroppo oggi, secondo esperti indipendenti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, 23 milioni di afghani hanno necessità totale di aiuti alimentari e oltre 4 milioni di afghani hanno abbandonato il Paese. Nessuno potrà farsi carico degli aiuti perché gli USA hanno decretato che i Talebani continuano ad essere i nemici e lo Stato islamico talebano non deve essere riconosciuto. Ma gli Usa non allentano la presa: si tengono i miliardi di dollari di beni della Banca centrale afgana, congelati e bloccati negli Stati Uniti, che non vengono restituiti al popolo afghano. A febbraio, il democratico Biden ha firmato un ordine esecutivo sui beni congelati della Banca centrale afgana: la metà di quei miliardi di dollari sarà utilizzata per risarcire le vittime dell’ 11 settembre. Nel frattempo gli afghani possono morire di fame.

A tal proposito cito l’intervista ad Abdul Latīf Pedrām (1963) ex-membro del Parlamento afghano, leader del Partito del Congresso Nazionale (NCP) e rappresentante della provincia di Badakhshan: “L’Afghanistan ha ereditato dagli Stati Uniti la povertà, l’aumento del tasso di disoccupazione, la distruzione dei servizi sociali, l’aumento senza precedenti delle distinzioni di classe, un divario di ricchezza, la distruzione della classe media, una vasta rete mafiosa economica, un’economia sommersa, una maggiore coltivazione, produzione e contrabbando di droga, la dipendenza tra più di 4 milioni di giovani, una guerra etnica, il crollo dei buoni valori, la crescita di una cultura della corruzione, del riciclaggio di denaro e della menzogna. La rimozione di ufficiali e generali patriottici dalle forze armate afgane, il pensionamento anticipato, la distruzione delle armi dell’era sovietica, infine la dipendenza delle forze armate afghane dalla NATO in un sottoinsieme piccolo e incapace. Inoltre, l’incredibile ascesa dei bordelli, il crollo della moralità individuale e la prostituzione fanno parte dell’eredità americana in Afghanistan. Gli Stati Uniti hanno anche deluso le persone e hanno rovinato le loro aspettative di democrazia, diritti umani e diritti civili. Sono stati rivelati i volti dell’imperialismo americano e del colonialismo postmoderno, nascosti sotto la democrazia e i diritti umani americani.…iii

I crimini degli USA relativi ad abusi, violazioni di sovranità, interferenze e dispregio dei diritti umani continuano però a 360 gradi con le ripetute raffiche di sanzioni antirusse, l’invio di armi e aiuti militari all’Ucraina (otto volte negli ultimi mesi, con un valore vicino ai 3,7 miliardi di dollari). Nel frattempo gli States hanno proclamato di essere “disposti ad accogliere 100.000 rifugiati” (solo 12 ne sono stati accettati in tutto il mese di marzo!). Il calcolo criminale è che, quanto più a lungo si trascinerà il conflitto russo-ucraino, meglio si riuscirà ad indebolire la Russia, gettare l’Europa nel caos dei rifugiati e generare enormi guadagni per il complesso industriale militare statunitense.

Tutto ciò dimostra che, se manca la volontà, la ‘Sicurezza assoluta’ non esiste – cosa che i cinesi hanno capito da un pezzo – e che neppure Diritti umani e Democrazia possono rappresentare VALORI ASSOLUTI e UNIVERSALI. E non occorre essere strateghi e geni per mettere a fuoco che l’aspirazione egemonica di coloro che sono già forti produce ingiustizia, disordine e caos per il mondo. Quella carta delle NU dei decantati Valori Universali non solo va ragionata, ma va completamente riscritta, proprio per impedire che venga usata come foglia di fico per nascondere le vergogne dei più potenti del mondo, o per tenere in pugno i Paesi più deboli, esposti alle intimidazioni e ai ricatti.

iTra cui Danilo Zolo “La giustizia dei vincitori. Da Norimberga a Baghdad” (Laterza 2006); “Chi dice umanità: guerra, diritto e ordine globale” sulla guerra in Yugoslavia (Einaudi 2000)

iiSpecifico che gli USA non accettano la supervisione del CERD sul loro territorio!.

iiiIntervista rilasciata in agosto 2021 a GT https://www.globaltimes.cn/page/202108/1231388.shtml