di Gambattista Cadoppi
L’attivista dell’opposizione bielorussa e blogger (o giornalista o terrrorista a seconda dei gusti) Roman Protasevich, arrestato dopo l’atterraggio di emergenza a Minsk, ha preso parte a una conferenza stampa. Per i media occidentali Protasevich, è stato costretto a farlo. Poco è stato riferito con poche immagini della conferenza stampa dai media di regime. Informazioni che vengono nascoste ai lettori occidentali.
Protasevich è stato vicino, in passato, ai neofascisti bielorussi e alla galassia di estrema destra che si muove tra Russia, Ucraina, Polonia e paesi baltici. Protasevich si è fatto le ossa partecipando al Maidan ucraino collaborando strettamente con gruppi neofascisti come Svoboda e Pravy Sektor. Protasevich avrebbe partecipato ad operazioni paramilitari nel Donbass ucraino tra le fila del battaglione “Azov” – di orientamento neofascista. Un sincero democratico, insomma, non c’è che dire!
Si può discutere se Protasevich sia stato costretto a rilasciare la lunga intervista alla televisione bielorussa, oppure a partecipare volontariamente all’ultima conferenza stampa. Sarebbe bene guardare le immagini e sapere cosa ha detto. Questo è impossibile seguendo i media occidentali.
Dopo la prima intervista alla televisione bielorussa, rilasciata qualche settimana addietro, in Occidente è stato affermato che era stato torturato perché in alcune inquadrature c’erano abrasioni ai polsi. La primissima domanda alla conferenza stampa, nella quale i giornalisti occidentali hanno potuto porre domande, ruotava attorno a questo argomento.
Protasevich ha detto:
«Queste erano le conseguenze delle mani che sono state legate quando sono stato arrestato, poiché l’arresto è stato apparentemente così inaspettato per gli agenti che non avevano le manette con loro. Chiunque di voi può venire a dare un’occhiata ai miei polsi».
Roman ha mostrato i suoi polsi sui quali i blogger in precedenza hanno visto delle ferite.
Ha mostrato i suoi polsi, dove erano state visto delle ferite, dove però non c’erano segni visibili. L’illuminazione durante la conferenza stampa era eccellente, quindi si poteva anche vedere che non aveva segni sul viso, nonostante le affermazioni fatte in Occidente secondo cui fosse stato picchiato, gli avessero rotto il naso o avesse perso i denti.
La conferenza stampa di Protasevich è durata mezz’ora. È risultato inutile usare il linguaggio del corpo di Protasevich per farsi un’idea se fosse sotto pressione o se fosse rilassato. Per inciso, all’inizio della conferenza stampa, ha detto di aver «scoperto questa possibilità», ossia di fare l’intervista, solo due ore prima della conferenza stampa e di essere «un po’ nervoso», ma ha anche detto: «ce la possiamo fare».
Qui riportiamo la traduzione di un servizio della televisione russa sulla conferenza stampa fatto dal sito tedesco AntiSpiegel che riassume le dichiarazioni più importanti.
L’intervista è ripresa dal sito della televisione russa.
Roman Protasevich ha parlato in una conferenza stampa a Minsk. Cosa si sa oggi sui metodi dell’opposizione e perché il pilota Ryanair ha deciso di far atterrare l’aereo a Minsk? Protasevich dice di non aver tradito nessuno e le sue convinzioni non sono cambiate, ma in questo momento il posto più sicuro per lui è il centro di detenzione preventiva. Roman Protasevich è il fondatore del canale Telegram Nexta. Come scrivevo nel mio libro Bielorussia tra Eurasia e tentativi di rivoluzione colorata, il principale fornitore di notizie dalle strade di Minsk e di altre città della Bielorussia durante le prteste è stato il canale Telegram Nexta ospitato dalla Polonia. Qui sono comparsi i video operativi della scena. Sono stati pubblicati i piani per le proteste: a che ora ci si deve riunire per una manifestazione, quando iniziare uno sciopero e così via. 24 ore su 24, e specialmente durante le manifestazioni dell’opposizione, i manifestanti sono aggiornati con diversi messaggi al minuto, la maggior parte dei quali sono video e foto esclusivi direttamente dai focolai delle proteste. Oltre ai video, il canale ha coordinato costantemente le azioni dei manifestanti che vengono informati dei movimenti della polizia antisommossa e gli viene suggerito come proteggersi. Il canale chiama costantemente a manifestare e incoraggia attacchi contro gli agenti di polizia. NEXTA, che tra l’altro ha l’appoggio di una fondazione polacca finanziata dal governo di estrema destra di Varsavia, al centro delle trame estere anti-Lukashenko è ben poco interessato alle aspirazioni della popolazione bielorussa. Il blogger russo di opposizione Yury Dud è andato a Varsavia ad intervistare gli amministratori di Nexta e i loro collaboratori. Durante l’intervista, come si nota nel video girato in quell’occasione, si è persino parlato di eliminare Lukashenko, «nemico del popolo bielorusso». Tentativo che sembra poi sia stato messo in atto ma sventato poco tempo addietro.
Si è detto che Lukashenko avesse non tanto perso le elezioni, quanto subito una sconfitta nella guerra informativa, come appunto dimostrerebbe Nexta, messo in piedi nel giro di pochi giorni in vista delle elezioni. Ma proprio lo stesso fondatore Roman Protasevich appunto, redattore principale del canale si era dimesso già in novembre dello scorso anno. Le dimissioni erano concomitanti con la diminuzione drastica della partecipazione alle proteste in Bielorussia ormai ridotte a qualche centinaio di persone sbeffeggiate dalla popolazione e guerricciole interne all’opposizione.
Protasevich arrestato a fine maggio dopo l’atterraggio di emergenza di un aereo passeggeri a Minsk, ha parlato non solo di come è stato trattato in Bielorussia, ma anche di fatti rivelati sui suoi compagni che ora sono probabilmente diventati ex compagni d’armi.
Di chi ha così paura Protasevich da essere pronto a rimanere in prigione?
Roman Protasevich, che prima aveva parlato solo con gli investigatori e un moderatore della televisione di Stato, è apparso, nella conferenza stampa, davanti a un pubblico molto più vasto: sia giornalisti dei media occidentali che dei media dell’opposizione, che fanno sempre le domande più inaspettate.
«Ci sono informazioni che sei stato personalmente picchiato nel centro di detenzione del KGB da Alexander Lukashenko». Questa era la prima domanda.
«È un bene che tu abbia iniziato la conversazione con una battuta. Non lo commenterò nemmeno, è semplicemente ridicolo», ha detto Protasevich.
Un corrispondente della BBC ha lasciato il centro stampa del ministero degli Esteri dopo che era diventato chiaro che anche Protassevich avrebbe parlato. «Non parteciperemo se Protasevich è chiaramente lì sotto costrizione», ha scritto il giornalista Jonah Fischer su Twitter.
Il blogger ha anche contattato i suoi genitori, che vivono a Varsavia e riferiscono regolarmente nelle conferenze stampa che Roman subisce pressioni fisiche. Queste conferenze si tengono solitamente alla presenza di esponenti dell’opposizione, per i quali l’arresto di Protasevich è un’occasione per rilanciare le ormai sbiadite e discreditate proteste.
«Mamma, papà, sto bene. Vedo che i miei genitori ora vengono semplicemente usati, viaggiano per una sorta di protesta, alcune figure politiche sono alle loro spalle», ha detto Protasevich.
Alla conferenza stampa erano presenti anche funzionari bielorussi. Il volo Ryanair che aveva a bordo Protasevic ha avuto tutte le opportunità per atterrare non a Minsk, ma a Vilnius. L’esercito bielorusso richiama l’attenzione sullo strano comportamento dell’equipaggio a pochi chilometri dal confine con la Lituania:
«L’aereo non riduce l’altitudine per procedere all’atterraggio. Non ha sorvolato il confine, anche se nessuno glielo ha impedito».
In Bielorussia, si dice che l’inversione a U del Boeing potrebbe essere stata pianificata da coloro per i quali l’arresto di Protasevich sarebbe stato utile. Il blogger è sicuro di essere stato incastrato dai suoi ex colleghi: «So che molte persone mi chiamano traditore, ma la mia coscienza è completamente pura. Sto collaborando con gli inquirenti, sto aiutando il mio Paese e intendo continuare ad aiutarlo».
L’accusa contro Protasevich si basa su tre paragrafi del codice penale bielorusso, tra cui l’organizzazione di disordini e l’incitamento all’odio. Il blogger si è dichiarato colpevole e Sofia Sapega, che è stata arrestata con lui, ha confermato di essere coinvolta nella pubblicazione online di informazioni personali sulle forze dell’ordine per farli diventare un target per le minaccie degli oppositori.
«La Sapega ha testimoniato di essere l’amministratore dei canali Telegram. È già stata denunciata per la violazione del paragrafo “Organizzazione di azioni collettive che violano gravemente l’ordine pubblico», ha affermato Dmitri Gora, presidente della commissione d’inchiesta bielorussa.
La commissione d’inchiesta della Repubblica bielorussa esaminerà da vicino la provenienza dei finanziamenti per i canali anti-governativi di Telegram, come Nexta.
«Quando ho lanciato il progetto e Varsavia, speravo di lavorare nello staff della Tichanovskaya a Vilnius e incontrare persone che credono negli stessi ideali. Ma la situazione è molto cambiata. C’erano molte discussioni interne e alcuni giochi politici incomprensibili basati su ambizioni personali che ho sempre cercato di evitare. Ad essere onesti, sono rimasto profondamente deluso”, ha ammesso Protasevich.
Ero da tempo stufo del lavoro politico, ha detto il blogger, e volevo diventare il fotografo personale di Tichanovskaya, appena tornato da Berlino. Lì gli erano stati promessi quasi 3 milioni di euro per sostenere i media indipendenti dentro e fuori la Bielorussia.
Protasevich dice nella sua opinione sul presidente Lukashenko e sulla sua politica:
«Non ho cambiato le mie opinioni politiche, posso dire onestamente e apertamente davanti alle telecamere che non diventerò un sostenitore politico del presidente. È così. Sì, lo rispetto sinceramente come un uomo in grado di resistere a tutti gli attacchi iniziati in estate e continuati fino ad oggi. Ma non sto diventando un sostenitore del presidente, non sto dicendo che sono completamente dalla parte dello Stato». I lettori dei media italiani non sono venuti a sapere quasi nulla sul contenuto della conferenza stampa.
I media occidentali hanno nascosto ai loro lettori tutto ciò che Protasevich ha detto sulle beghe interne dell’opposizione bielorussa in Polonia e Lituania. Secondo lui, si tratta di lotte di potere di diversi gruppi che si contendono i milioni di euro dei contribuenti europei e americani di sostegno che gli stati occidentali stanno mettendo a disposizione. Nella sua intervista televisiva Protasevich lo ha descritto in modo molto dettagliato.
Tutto ciò che racconta Protasevich è tenuto segreto in Occidente perché non si adatta all’immagine della lotta nobile e disinteressata per la democrazia voluta dai politici e dai media occidentali. In particolare, le accuse di Protasevich secondo cui i suoi genitori sono strumentalizzati dall’opposizione sono taciute. In conferenza stampa ha detto:
«In prigione ho sentito un sacco di cose false sulla mia salute. Vorrei dire che mi sento benissimo. Sono di buon umore e non mi lamento. Se qualcuno ha dei dubbi, sono disposto, con il permesso degli investigatori, a sottopormi a una visita medica indipendente. E voglio rivolgermi ai miei amici che stanno diffondendo questi messaggi: vedete, sto bene, non ho lamentele, non sono stato picchiato, nemmeno toccato. Vorrei chiedere di non diffondere ulteriori voci, per un semplice motivo: i veri ostaggi della situazione in cui mi trovo sono la mia amica Sofia e, cosa più importante, i miei genitori, che ora sono in un totale vuoto di informazioni in Polonia. Signori, pensate a come reagirebbero le vostre madri quando il figlio è in un posto come il mio e gli venisse detto che viene picchiato. Non è così, ora mi vedete tutti, sto assolutamente bene».
La narrazione delle autorità bielorusse della casualità dell’arresto di Roman Protasevich, magari attraverso il tradimento dei suoi collaboratori, sembra confermata da lui stesso ma anche se si trattasse di un atto di forza, come ricorda il giornalista della radiotelevisione svizzera Maurizio Vezzosi, sarebbe tutt’altro che eccezionale rispetto agli standard delle “democrazie” occidentali”: «Nel 2016 l’Ucraina compì un atto molto simile con un aereo di linea bielorusso (Belavia) a bordo del quale viaggiava l’oppositore di origine armena Armen Martyrosian. Nel 2014 e nel 2017 Polonia, Moldavia, Romania e Bulgaria misero in atto due operazioni simili per costringere all’atterraggio l’aereo su cui volava il direttore di Roscosmos Dmitry Rogozin (figura sanzionata dagli Stati Uniti), di fatto con le stesse modalità».