di Giulio Chinappi
da https://giuliochinappi.wordpress.com
La visita di Giorgia Meloni in Cina ha rilanciato le relazioni tra Roma e Pechino dopo l’abbandono della Belt and Road Initiative. Anche altri Paesi europei, come la Germania, sembrano intenzionati a proseguire su questa strada, nonostante le pressioni degli Stati Uniti.
La recente visita di Giorgia Meloni in Cina ha dato un nuovo slancio alle relazioni bilaterali tra Roma e Pechino, dopo che lo stesso governo italiano aveva preso la discutibile decisione di abbandonare la Belt and Road Initiative(Nuova Via della Seta) su pressione degli Stati Uniti. Il viaggio del capo del governo è stato accolto positivamente da parte degli osservatori cinesi, che sperano in questo modo di migliorare le relazioni anche con il resto dell’Unione Europea.
Secondo le parole pronunciate da Xi Jinping in occasione dell’incontro con Giorgia Meloni, “la Cina e l’Italia dovrebbero mantenere e promuovere lo spirito della Via della Seta, considerare e sviluppare le relazioni bilaterali da una dimensione storica, un’altezza strategica e una prospettiva a lungo termine, e spingere le loro relazioni verso una crescita stabile e duratura“. Xi ha inoltre affermato che lo sviluppo sano e stabile delle relazioni tra Cina e Italia è in linea con gli interessi comuni di entrambi i Paesi e dei loro popoli.
Sottolineando che Cina e Italia si trovano ai due estremi della storica Via della Seta, Xi ha detto che gli scambi amichevoli tra i due Paesi hanno dato un contributo significativo agli scambi complessivi e all’apprendimento reciproco tra le civiltà orientali e occidentali, e al progresso dell’umanità. Le parole del leader cinese vanno lette da una prospettiva storica: non dimentichiamo, infatti, che i cinesi hanno sempre attribuito grande importanza alla figura di Marco Polo, che nel Paese asiatico gode di una fama ancora maggiore che in Italia, motivo per il quale Pechino vede sempre di buon occhio il mantenere relazioni positive con Roma.
Inoltre, i cinesi hanno sempre dimostrato di apprezzare i prodotti italiani, tanto che la Repubblica Popolare sta rapidamente scalando le classifiche dei principali acquirenti dell’export italiano, che oramai riguarda un numero sempre crescente di settori, e non solo quello della moda. A tal proposito, Xi Jinping ha affermato che la Cina accoglie con favore le aziende italiane che investono nel Paese e è disposta ad importare più prodotti italiani di alta qualità, ma allo stesso tempo spera che anche l’Italia fornisca un ambiente commerciale giusto, trasparente, sicuro e non discriminatorio per le aziende cinesi interessate ad esportare e ad investire nel nostro Paese.
In occasione della visita di Meloni a Pechino, Italia e Cina hanno firmato un piano d’azione triennale per attuare gli accordi passati e sperimentare nuove forme di cooperazione. Gli esperti cinesi hanno affermato che il piano d’azione è più simile a un accordo “compensativo” per l’Italia dopo il ritiro di Roma dalla BRI: “Il piano d’azione serve a minimizzare l’impatto negativo sull’Italia dopo il suo ritiro dalla BRI; la firma del piano segnala anche che l’Italia ha una vasta domanda di cooperazione con la Cina, poiché ha utilizzato un piano alternativo per concentrarsi su aree in cui c’è domanda da entrambe le parti“, ha detto Cui Hongjian, professore dell’Accademia di Governance Regionale e Globale dell’Università di Studi Internazionali di Pechino, intervistato dal Global Times.
Il piano d’azione, inoltre, prevede il raddoppiamento della collaborazione tra i due Paesi nel settore dei veicoli elettrici, nonostante l’Italia sostenga la decisione della Commissione Europea di imporre dazi provvisori sui veicoli elettrici importati dalla Cina, una misura che la CE ha preso per allinearsi alle decisioni di Washington, con gli Stati Uniti che temono la concorrenza cinese nel settore. Lo scorso maggio, del resto, Stellantis aveva annunciato di aver formato una joint venture con Leapmotor, una startup cinese di auto elettriche, per promuovere la vendita di questi veicoli in Europa.
Secondo Zhao Yongsheng, ricercatore presso l’Istituto di Studi Regionali e Internazionali dell’Università di Economia e Commercio Internazionale di Pechino, dopo aver vissuto l’impatto negativo delle relazioni tese tra Cina e Italia a seguito del ritiro di Roma dalla BRI e il fallimento degli Stati Uniti nel fornire benefici significativi, l’Italia ha orientato la sua politica da un approccio ideologico a una posizione più pragmatica. Inoltre, l’esempio dell’Italia potrebbe essere presto seguito da altri Paesi europei, che stanno rendendosi conto dei vantaggi che offrono le partnership con Pechino.
Non a caso, nel mese di giugno la Cina ha ricevuto anche la visita del Vice Cancelliere e Ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, che in precedenza aveva fortemente criticato i dazi imposti dall’UE sui veicoli elettrici cinesi. Anche in quest’occasione, la stampa cinese ha sottolineato l’importanza di mantenere buone relazioni con l’Europa al fine di ottenere vantaggi reciproci, invitando i Paesi membri dell’UE ad un approccio non ideologico e più razionale alle relazioni bilaterali con Pechino: “Tale atteggiamento aperto e pragmatico è cruciale per il mantenimento e la crescita delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e UE, dimostrando che, nonostante le loro differenze, entrambe le parti condividono l’obiettivo comune di migliorare la comunicazione e la comprensione per trovare una via d’uscita“, si legge in un editoriale pubblicato dal Global Times alla vigilia della visita di Habeck.
Per raggiungere questo obiettivo, tuttavia, l’Unione Europea ed i suoi Paesi membri dovrebbero definitivamente affrancarsi dalla sudditanza nei confronti di Washington, iniziando a perseguire i propri interessi in luogo di compiacere a tutti i costi gli “alleati” nordamericani.
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