di Giulio Chinappi
da https://giuliochinappi.wordpress.com
Le recenti elezioni legislative alle Isole Salomone hanno portato alla nomina di Jeremiah Manele come nuovo primo ministro, facendo emergere la chiara volontà popolare di continuare sulla via del partenariato con Pechino e di respingere le ingerenze statunitensi.
Le elezioni legislative alle Isole Salomone, svoltosi il 17 aprile, hanno rappresentato un nuovo momento importante per le relazioni internazionali nella regione del Pacifico, nonostante il piccolo peso territoriale e demografico dell’arcipelago in questione. L’esito delle elezioni e del successivo voto parlamentare, ha visto la nomina di Jeremiah Manele come nuovo primo ministro del Paese, un evento che ha generato un ampio dibattito sulle implicazioni politiche, soprattutto riguardo alle relazioni con la Cina e agli sforzi di ingerenza da parte degli Stati Uniti. Ex ministro degli Esteri sin dal 2019, Manele fu infatti uno dei fautori dell’allacciamento dei rapporti con la Repubblica Popolare Cinese e della decisione di abbandonare le relazioni diplomatiche con Taiwan, e del successivo partenariato strategico globale stipulato tra Honiara e Pechino.
Tornando all’evento elettorale del 17 aprile, l’esito delle elezioni ha evidenziato una competizione serrata, con la coalizione di opposizione CARE (Coalition for Accountability, Reform and Empowerment), guidata dall’ex primo ministro Rick Houenipwela, che si è attestata a pari merito con l’OUR Party (Ownership, Unity and Responsibility Party) del primo ministro uscente Manasseh Sogavare. L’equilibrio di forze ha generato un clima di incertezza politica, con entrambe le fazioni che hanno tentato di ottenere il sostegno dei partiti minori per raggiungere i numeri necessari al fine di formare un nuovo governo.
Fin dall’inizio del processo elettorale, i media occidentali hanno enfatizzato il possibile impatto dell’esito delle elezioni sulle relazioni della Cina con le Isole Salomone e con l’intera regione del Pacifico meridionale. Tuttavia, gli esperti cinesi hanno sottolineato che le elezioni sono una risposta alla volontà del popolo e non sono direttamente correlate alla Cina, sebbene la nomina di Manele come nuovo leader del governo garantisce la prosecuzione della politica di stretta collaborazione tra Honiara e Pechino, che, ancor prima del summenzionato partenariato strategico globale, avevano già stipulato un accordo in materia di difesa, risalente al marzo 2022.
Dobbiamo infatti ricordare che, al contrario di quanto sono solite fare le potenze imperialiste occidentali, la Cina ha sempre aderito al principio di non interferenza negli affari interni degli altri Paesi, e il processo elettorale alle Isole Salomone riflette esclusivamente la volontà del popolo. Oltretutto, mentre le forze imperialiste tentano di condizionare le politiche di altri Paesi con l’unico fine di trarne profitto, il rapporto tra Cina e Isole Salomone ha portato a miglioramenti tangibili nell’economia e nel benessere del Paese, nonostante l’offensiva della propaganda massmediatica lanciata dagli Stati Uniti e da altri Paesi ad essi legati.
Ma come mai tanto interesse nei confronti di un arcipelago che conta appena 734mila abitanti? Ebbene, le Isole Salomone occupano una posizione strategica nella regione del Pacifico meridionale, avendo a lungo rappresentato un punto chiave nella strategia anti-cinese degli Stati Uniti. Da quando le Isole Salomone hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Cina nel 2019, ovvero poco dopo l’instaurarsi del governo dell’OUR Party, gli Stati Uniti hanno cercato costantemente di esercitare pressioni sul Paese, utilizzando Australia e Nuova Zelanda come intermediari, ma con scarso successo.
Secondo gli osservatori, l’elezione di Jeremiah Manele come nuovo primo ministro delle Isole Salomone, rappresenta non solo la ferma volontà degli abitanti dell’arcipelago, ma anche la voce dei popoli del Pacifico desiderosi di continuare una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con la Cina e di sottrarsi alle ingerenze provenienti dagli Stati Uniti. La sua elezione riflette il desiderio di stabilità politica e di cooperazione continua con la Cina, aspetti che sono stati evidenziati durante il mandato del primo ministro uscente Sogavare, con Manele nella posizione strategica di ministro degli Esteri.
Come accennato in precedenza, in questi cinque anni le relazioni tra Cina e Isole Salomone hanno portato a risultati concreti in termini di sviluppo infrastrutturale, creazione di posti di lavoro e miglioramento del benessere sociale. Tali successi hanno alimentato il timore degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali, che cercano di mantenere il loro dominio nella regione del Pacifico. Per queste ragioni, gli sforzi degli Stati Uniti per influenzare il processo politico alle Isole Salomone attraverso organizzazioni politiche e programmi di aiuti sono stati accolti con scetticismo dai cittadini locali, che hanno già beneficiato della cooperazione con la Cina e sono consapevoli dei vantaggi derivanti da tale partnership.
In sintesi, le elezioni legislative alle Isole Salomone e la nomina di Jeremiah Manele come nuovo primo ministro rappresentano una vittoria per la volontà del popolo e un’opportunità per il Paese di continuare la sua crescita e il suo sviluppo attraverso una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con la Cina. Gli sforzi degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali per influenzare il processo politico sono stati criticati da numerosi osservatori internazionali come tentativi di ingerenza negli affari interni del Paese, mentre la popolazione locale continua a guardare avanti verso un futuro di stabilità e prosperità, beneficiando anche del partenariato con Pechino e della guida di un governo che tenta di difendere i propri interessi nazionali di fronte agli assalti dell’imperialismo.
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