IRAN. Pregiudizi nei confronti dell’Islam ed evoluzione del terrorismo

di Maria Morigi

Dopo gli attentati di Parigi del 2015 la guida suprema iraniana, Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, si rivolse alle nuove generazioni d’America e d’Europa (non alle classi dirigenti dei paesi ostili e prevenuti contro l’Islam) sollecitando i giovani ad informarsi con apertura mentale per contrastare la narrazione – dominante in Occidente – che identifica l’Islam con l’integralismo di movimenti terroristici. Le raccomandazioni ad attingere alla vera conoscenza dell’Islam spronano a distinguere il nemico vero (il terrorismo fondato sulla deriva wahhabita) che incute odio e paura, dal nemico falso, ovvero l’Islam della Tradizione. Questa lettera ai giovani – diffusa dall’Ambasciata d’Iran a Roma il 21 gennaio 2015 – suggerisce che il terrorismo, essendo strumento funzionale al disegno geopolitico delle potenze occidentali che lo finanziano per far implodere aree strategiche, è destinato a rivolgersi contro chi lo ha innescato.

“…Vorrei parlare con voi a proposito dell’Islam, in particolare dell’immagine che vi è stata presentata col nome di Islam. Negli ultimi due decenni molti sforzi sono stati compiuti, più o meno dal crollo dell’Unione Sovietica, per piazzare questa grande religione sulla poltrona del “terrificante nemico”. La creazione di un sentimento di orrore e di odio e successivamente la strumentalizzazione di questo sentimento è purtroppo un fenomeno di lunga data nella storia politica dell’Occidente. Qui io non voglio trattare delle diverse paure con cui le nazioni occidentali sono indottrinate. Un veloce ripasso dei recenti studi critici della storia vi diranno che il trattamento falso e ipocrita riservato dalle nazioni occidentali alle altre nazioni è stato censurato nei testi di storia […] Voi sapete bene che l’umiliazione e la diffusione dell’odio e della falsa paura “dell’altro” sono stati alla base di tutti i sistemi oppressivi. Ora, io voglio che voi vi chiediate perché la vecchia politica della creazione del terrore e dell’odio abbia colpito l’Islam ed i musulmani con una intensità senza precedenti. Perché la struttura del potere nel mondo vuole che il pensiero islamico venga isolato? Quali concetti e valori nell’Islam disturbano i piani delle superpotenze e quali interessi vengono salvaguardati mettendo in cattiva luce l’Islam? Ed allora, la mia prima richiesta è questa: studiate e informatevi su ciò che favorisce questa ampia azione ai danni dell’immagine dell’Islam […] Io non insisto affinché voi accettiate la mia lettura o qualsiasi altra lettura dell’Islam. Ciò che vi voglio dire è: non permettete che questa realtà dinamica ed influente vi venga presentata con odio e pregiudizio. Non permettete loro di presentarvi i terroristi che hanno reclutato come rappresentanti dell’Islam…”.

A distanza di ormai 8 anni dalla lettera della Guida Suprema, vediamo che, nel polverone mediatico scatenato apparentemente per questioni di diritti delle donne in Iran, organizzazioni dal certificato passato terrorista militante, colpevoli di crimini e stragi ed espulsi dall’ Iran (mi riferisco al MEK o Mojaheddin-e Khalq) vengono ricevuti al Parlamento Europeo con una nuova patente di legittimità internazionale perché ospitati in Francia e Albania. Attraverso la propaganda anti-Iran della leader Maryam Radjavi [1], ormai anche loro sono visti come “eroi e combattenti del mondo libero” e le donne si dice siano state “liberate dalla schiavitù dei Mollah” (in realtà sono delle forzate in campi di addestramento militare come descritto da chi ha documentato). Quando invece, quello che fa paura all’Occidente è la nuova politica di autonomia dalle sanzioni occidentali dell’Iran e il suo avvicinamento a Russia, Cina e Stati arabi confinanti come Siria e Turchia.

Note:

  1. (https://www.maryam-rajavi.com/fr/rencontres-parlement-europeen-iran-soulevement-liberte/)