
Ambasciata della Federazione Russa in Italia June 13, 2025
Vostre Eccellenze Signori Ambasciatori,
Gentili signore e signori,
Cari amici,
Sono lieto di darvi il benvenuto presso l’Ambasciata Russa in Italia in occasione delle celebrazioni dedicate alla Giornata della Russia, la Festa Nazionale della Federazione Russa. Già da più di mille anni il nostro Paese, nelle diverse forme che ha assunto nel tempo, ovvero la Rus’ di Kiev, lo Zarato di Mosca, l’Impero Russo, l’Unione Sovietica, e infine la Federazione Russa, rappresenta un elemento fondante per l’ordine mondiale, una componente chiave per l’armonizzazione dei vari interessi e per il mantenimento della stabilità nel vasto territorio dell’Eurasia contemporanea.
Quest’anno il nostro Paese, assieme a tutti gli Stati e ai popoli nostri amici, ha celebrato una ricorrenza molto importante, ovvero l’80° anniversario della Vittoria del popolo sovietico nella Grande Guerra Patriottica del 1941-1945. E molto presto, ovvero in settembre, ci attendono le celebrazioni dedicate all’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, evento che fu possibile grazie alla vittoria ottenuta dalle Forze Alleate sul Giappone militarista. La vittoria dell’URSS sulla Germania nazista e la disfatta del militarismo giapponese furono eventi di rilevanza epocale nel XX secolo, eventi che modificarono il corso allora intrapreso dalla civiltà umana, rafforzandola nei suoi principi di uguaglianza e di giustizia, nonché nei suoi valori legati al rispetto dell’esperienza umana.
Passeggiando lungo il muro che delimita la nostra Ambasciata, molti di voi avranno notato che è stata allestita una mostra fotografica all’aperto. Si tratta di una mostra con la quale si vuole ricordare il grande contributo dell’Armata Rossa alla liberazione dell’Europa e delle sue meravigliose città, ovvero Varsavia, Belgrado, Praga, Budapest, Vienna e Berlino, dalla piaga del nazifascismo. La mostra espone anche fotografie nelle quali figurano partigiani antifascisti sovietici, ovvero cittadini sovietici che presero parte al Movimento per la Resistenza italiana. Si è trattato di una pagina di grande eroismo nella nostra storia comune, che nessun falsificatore, di qualunque specie esso sia, potrà mai riuscire a oscurare. La verità storica risiede nel fatto che se il nazismo e il fascismo non riuscirono ad affermarsi definitivamente in Europa fu esclusivamente grazie alla Vittoria ottenuta dall’URSS sulla Germania nazista e sui suoi satelliti, e fu esclusivamente grazie all’eroica lotta condotta contro gli oppressori dei popoli che si trovavano sotto il giogo nazista, i quali provocarono la morte di più di 27 milioni di uomini e donne, figli valorosi dell’Unione Sovietica.
Quest’anno si celebra anche l’80° anniversario dell’istituzione delle Nazioni Unite. Nella Carta dell’ONU trovarono espressione i principi fondamentali dell’ordine mondiale postbellico, principi che ancora oggi rappresentano la pietra miliare dell’intero sistema delle relazioni internazionali. Sul piano del diritto internazionale, non esiste strumento migliore per l’umanità, e difficilmente vedranno la luce strumenti migliori di questo. A meno che non si scateni un nuovo conflitto mondiale. Ma questo, come comprendiamo tutti molto bene, dobbiamo evitarlo in qualunque modo.
Per questo motivo abbiamo tutti il dovere di difendere con determinazione le disposizioni sancite nella Carta dell’ONU, nella loro totalità e interconnessione. E questo riguarda, in particolar modo, i principi che riguardano il diritto delle nazioni all’autodeterminazione e al vedere rispettata la propria integrità territoriale.
È necessario agire proprio in questo modo, e non certo estrapolando dalla Carta dell’ONU singoli elementi mirati a poter giustificare azioni intraprese unilateralmente o per iniziativa di un gruppo, come avvenuto nel caso del riconoscimento dell’autoproclamata indipendenza del Kosovo da parte dell’Occidente, che però d’altra parte vorrebbe negare alla popolazione della Crimea il diritto di entrare a far parte della Federazione Russa sulla base dei risultati di un referendum popolare pienamente legittimo.
Oggi il nostro Paese e l’intera comunità mondiale si trovano di nuovo di fronte al “ momento della verità”. Il mondo è entrato in un’epoca caratterizzata da enormi cambiamenti. L’ordine mondiale fondato su diktat emanati unilateralmente e sull’agire a vantaggio di un gruppo ristretto di Paesi occidentali mostra sempre di più la sua inadeguatezza.
Per l’umanità si sta palesando un’opportunità unica: quella di modificare il proprio paradigma di sviluppo, di passare a un multipolarismo autentico, basato sull’uguaglianza sovrana di tutti i Paesi, sul riconoscimento e sul rispetto dei reciproci interessi e della ricchezza propria delle diversità esistenti tra le varie civiltà sul piano religioso, culturale, politico e socio-economico. Si tratta dell’opportunità di rendere il mondo più giusto e umano promuovendo una distribuzione più equa delle risorse e facendo in modo che tutti i Paesi possano godere di pari opportunità che garantiscano loro uno sviluppo autonomo e l’accesso ai benefici generati dalla civiltà moderna. Si tratta dell’opportunità di mettere in atto una riforma, già lungamente attesa, del sistema degli organismi internazionali attraverso un rafforzamento del ruolo ricoperto al loro interno dai nuovi poli dello sviluppo globale e della maggioranza mondiale, rappresentata dai Paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina.
Noi accogliamo con favore le intenzioni di tutti quegli amici e quei partner che desiderano intraprendere questa strada, che si riuniscono nei formati previsti dall’Unione Russia-Bielorussia, dall’Unione Economica Eurasiatica, dalla Comunità degli Stati Indipendenti, dall’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e dai BRICS, e che non intendono accettare i metodi attraverso i quali l’Occidente collettivo tenta di riprodurre il sistema delle egemonie unilaterali e di promuovere il ricorso a pratiche di carattere neocolonialista.
Uno degli elementi propri della strategia attuata dall’Occidente collettivo nel promuovere la propria egemonia sul piano geopolitico è costituito dal “progetto ucraino”, lanciato negli anni ‘90, ma di fatto esistente già dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il “progetto ucraino” prevede di utilizzare l’Ucraina in qualità di “ariete geopolitico” e di strumento mirato ad attuare un’opera di deterrenza nei confronti della Russia, ma anche a lacerare il fitto tessuto dei contatti politici, economici, scientifici e umanistico-culturali venutisi a determinare nel corso dei 300 anni e oltre di proficua cooperazione tra la Russia e l’Europa; uno strumento con il quale si intende altresì indebolire ed estromettere il nostro Paese relegandolo ai margini della politica globale. L’intero corso del conflitto ucraino e dell’Operazione Militare Speciale che mira ad eliminarne le cause primarie mostra chiaramente quanto la politica che i vertici dei Paesi alla guida della NATO e dell’Unione Europea hanno scelto di mettere in atto nei confronti di Mosca sia profondamente sbagliata e oltremodo pericolosa.
Ed è ancor più distruttiva e potenzialmente pericolosa la politica di lungo termine lanciata dagli attuali vertici dell’UE e dai burocrati europei, capeggiati dalla tedesca Von Der Leyen, che prevede il riarmo dell’Europa, e prevede altresì che l’UE che si prepari a uno scontro militare contro la Russia. È importante essere ben consapevoli del fatto che questo approccio strategico, imposto sui Paesi dell’Europa occidentale e sulle loro popolazioni, si basa sulle menzogne secondo le quali un attacco russo ai danni dei vicini occidentali e settentrionali, una volta terminato il conflitto ucraino, sarebbe inevitabile. Ai vertici russi, così come ai nostri amici e sostenitori nel resto del mondo, non mancano certo le ragioni di credere che le lezioni impartite da eventi storici quali la campagna di Napoleone in Russia del XIX secolo e il tentativo di invasione della Russia da parte delle truppe del Terzo Reich nel XX secolo evidentemente sono state del tutto dimenticate dalle attuali élite occidentali; e che ancora una volta, sul nostro comune continente europeo, e in senso più ampio sul continente eurasiatico, hanno ripreso a soffiare venti di guerra che arrivano da occidente. Sono venti che minacciano il ripetersi di tragici scenari già vissuti, i quali, invece, avrebbero dovuto ormai da tempo costituire soltanto oggetto di dibattito scientifico, oltre che argomento di studio trattato nei libri di scuola.
Nell’intervenire durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha citato, tra i valori tradizionali della società russa, anche “la coesione, la devozione alla verità, la misericordia e la famiglia”. Alcuni inveterati giornalisti occidentali, che si fanno portavoci del globalismo liberale, ci giudicano per i valori che difendiamo. A detta loro, se uno Stato si fonda sulla fede, sulla tradizione e sulla sovranità, allora deve per forza trattarsi di uno Stato “neoautoritario”, che si pone in una posizione di incompatibilità con i valori liberal democratici. Ma se ci fermiamo a riflettere, che cosa c’è di tanto sbagliato in questo sistema di valori? È forse il principio di sovranità ad essere sbagliato? È forse l’istituzione della famiglia? O magari è sbagliato essere devoti alla verità, in quanto la verità si contrappone alla menzogna? E una cosa brutta?
E nel mondo contemporaneo, è forse soltanto la Russia ad essere rimasta fedele a tali valori, al punto da dover essere dichiarata quasi una rivale esistenziale, se non addirittura un nemico? Citando il celebre passaggio del Vangelo che recita “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”, la democrazia non dovrebbe forse servire quale mezzo per rendere più agevole la vita dell’uomo? O è forse l’uomo che è tenuto a sacrificare il suo benessere o addirittura a prepararsi a una guerra contro un suo vicino in nome di un’idea già morta, sterile e svuotata di reale contenuto, in nome della diffusione in tutto il mondo dei cosiddetti valori neoliberali?
Io so che in Italia, Paese che per molti secoli è stato il baluardo del cristianesimo cattolico, sono molti coloro che conservano tuttora una visione di stampo moderatamente conservatore, che condividono i valori spirituali e morali della tradizione, e che non sono disposti a seguire ciecamente i predicatori dell’interventismo e del globalismo aggressivo. Noi manteniamo inoltre ottimi rapporti con coloro che prestano ascolto agli appelli alla pace, al pentimento, alla pacificazione degli egoismi e alla diffusione all’interno delle società delle idee legate alla giustizia, all’uguaglianza e alla fratellanza: idee che giungono dalla Russia sin dai tempi del grande Lev Tolstoj. A tal proposito, desidero estendere un benvenuto particolare a tutti quegli amici italiani presenti qui oggi che ogni giorno oppongono resistenza alle torbide ondate di bugie che giungono dalle grandi società mediatiche e dalla potentissima, implacabile macchina della propaganda antirussa.
Vorrei altresì esprimere particolare gratitudine nei confronti dei nostri connazionali che risiedono stabilmente in Italia e che rimangono, per la maggiorparte, patrioti russi; e questo nonostante, ahimé, il fatto che si verifichino episodi nei quali gli enti amministrativi, burocratici e finanziari locali mostrano atteggiamenti preconcetti nei loro confronti. Non posso fare a meno di ricordare altresì il grande e costante contributo apportato dai Consoli Onorari della Federazione Russa di Napoli, Bari, Pisa, Ancona, Venezia e Udine al mantenimento dei contatti tra i nostri due Paesi a livello umano e interpersonale. Tutti loro sono cittadini italiani e rimangono comunque convinti sostenitori della normalizzazione e del ripristino di un rapporto costruttivo tra la Russia e l’Italia.
Uno degli elementi principali del sistema di valori della Russia è costituito dalla ricchissima “tavolozza” rappresentata dal suo inestimabile patrimonio culturale. Nonostante i numerosi ma fallimentari tentativi di “cancellare” la cultura russa, intrapresi negli ultimi anni dai nostri più scatenati detrattori, in tutto il mondo le persone rimangono tuttora estasiate nel leggere le eccezionali opere scritte da Fëdor Dostevskij e da Lev Tolstoj, così come nell’ascoltare le opere musicali composte da Pëtr Čajkovskij e da Dmitrij Šostakovič. D’altro canto, in Russia nessuno mai si sognerebbe di voler cancellare la grande cultura italiana, che era e sempre rimarrà una delle basi fondanti dello spazio culturale nel quale è nata la civiltà europea. Ai giorni nostri, in Russia hanno avuto modo di affermarsi talenti quali il direttore d’orchestra Fabio Mastrangelo, il regista di teatro Giancarlo del Monaco, l’architetto Lanfranco Cirillo e molti, molti altri esponenti del mondo culturale italiano.
Allo stesso tempo, non sono pochi i talenti russi che riescono a realizzarsi nell’Italia di oggi. Una di loro, indubbiamente, è Natalia Tsarkova, eminente pittrice e artista ufficiale presso la Santa Sede, la quale vive e svolge la sua attività in Italia già da quasi 30 anni.
Siamo profondamente grati a Natalia per aver acconsentito ad allestire una mostra dedicata alle sue opere di maggior rilievo qui, presso l’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, e per aver accettato di inaugurarla oggi, in occasione della Giornata della Russia. Queste mura custodiscono con cura la memoria di tutti gli eventi più significativi che hanno caratterizzato i rapporti tra la Russia e l’Italia negli ultimi 120 anni. La mostra “I misteri d’Arte di Natalia Tsarkova”, che inauguriamo quest’oggi, costituisce senza dubbio un evento di grande rilievo per il mondo dell’arte, sia in Russia che in Italia; e sottolinea il ruolo intramontabile che la pittura, la scultura, l’architettura, la musica, e più in generale la cultura, hanno saputo rivestire nel corso dei secoli, garantendo che il dialogo e la cooperazione tra la Russia e l’Italia, tra i russi e gli italiani, si sviluppassero in maniera costante e all’insegna del reciproco rispetto.
A tutti Voi rivolgo i miei migliori auguri in occasione della Giornata della Russia!
Vi ringrazio molto per l’attenzione, ed è con grande piacere che passo la parola al Maestro russo e italiano Natalia Tsarkova.
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