
di Pino Arlacchi
da il fatto quotidiano 11 giugno 2025
Negli ultimi dieci anni la Cina ha intrapreso uno dei più straordinari esperimenti economici della storia moderna. Ha investito oltre 500 miliardi di dollari nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, creando un ecosistema i cui algoritmi amplificano e raffinano il controllo statale dell’economia a un livello di granularità e precisione impossibile sia nei sistemi pianificati sia in quelli di mercato del secolo scorso. La Cina possiede oggi il 47% dei brevetti globali legati all’intelligenza artificiale applicata alla pianificazione economica. Una cifra che viene da lontano. Da una visione strategica articolata per la prima volta nel 2015, col 13° piano quinquennale, ma le cui radici affondano nella tradizione filosofica cinese e nella sua concezione dello Stato come garante dell’armonia sociale.
Molti in Occidente considerano il modello cinese una variante autoritaria del capitalismo. Invece è una sintesi originale, nuova, che utilizza strumenti tecnologici avanzati per realizzare principi di governance antichi e moderni, confuciani e socialisti. Il sistema “Quishi” (vedi scheda a lato )è nato nel 2017 come progetto sperimentale poi concretizzato in un’architettura a più livelli. La sua versione attuale opera su una scala triennale e incorpora modelli di sviluppo tecnologico, cambiamenti demografici e scenari geopolitici. Qiushi monitora in tempo reale oltre 600.000 variabili economiche e può simulare l’impatto di politiche alternative con un margine di errore inferiore al 3%.
Qiushi non pretende di prevedere perfettamente il futuro, ma di creare un ciclo di feedback continuo tra previsione e realtà che gli consente di affinare costantemente i modelli e si estende fino alle singole fabbriche. Nella provincia di Jiangsu, la Suzhou Industrial Park ha implementato nodi Qiushi in 217 stabilimenti. Dal ’21 anche le piccole e medie imprese private possono connettersi a un Qiushi semplificato, che ne nutre oggi 78 mila con previsioni di mercato, analisi della catena di approvvigionamento e raccomandazioni personalizzate.
Un sistema così potente solleva ovvi interrogativi sulla sua governance. Chi decide quali obiettivi deve raggiungere Qiushi? Come vengono bilanciati crescita economica, sostenibilità ambientale, stabilità sociale e altri valori potenzialmente in conflitto? Per affrontare queste questioni, nel 2020 è stato istituito il Consiglio di Supervisione Algoritmica, con economisti, scienziati, rappresentanti delle imprese e funzionari governativi. Il Consiglio definisce i parametri principali del sistema e rivede periodicamente i suoi output per garantire che siano allineati con gli obiettivi del piano quinquennale nazionale. La versione 5.0 di Qiushi, prevista per il 2026, ingloberà modelli in grado di simulare interi sistemi economici alternativi.
LA RIVOLUZIONE è particolarmente evidente nel settore energetico. La State Grid Corporation of China, la più grande azienda elettrica del mondo, usa un sistema “Energy Brain” che dirige la produzione e la distribuzione di energia in tutto il Paese. E, usando dati provenienti da milioni di sensori e previsioni meteo avanzate, ottimizza in tempo reale il mix energetico tra fonti rinnovabili e tradizionali.
La rivoluzione s’estende alle campagne: processando dati satellitari, analisi del suolo e previsioni meteo, l’app del ministero dell’agricoltura fornisce consigli individuali a oltre 120 milioni di agricoltori contribuendo a un aumento di produttività del 18% tra 2020 e 2023 e alla riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici del 24%.
Nel settore manifatturiero del Guangdong il programma Made in China 2025 ha trasformato fabbriche tradizionali in smart factories totalmente integrate. In alcune che ho visitato, robot e sistemi automatizzati hanno sostituito dal 2018 oltre l’80% della forza lavoro umana. Ma, a dispetto dei timori di disoccupazione
Futuro Se L’IA è migliore degli imprenditori umani, riducendo sprechi, surplus, crisi cicliche, cosa giustifica l’appropriazione privata dei profitti?
tecnologica massiccia, la Cina ha mantenuto un tasso di disoccupazione stabile, intorno al 4,5%. Come è stato possibile? Con una “transizione controllata” che combina riqualificazione professionale e incentivi alla nascita di nuove industrie nel quadro di una pianificazione strategica a lungo termine.
Nel 2018 L’IA nazionale ha iniziato a prevedere quali settori e competenze sarebbero divenuti obsoleti nei successivi 10 anni. Ciò ha permesso di pianificare in anticipo, creando programmi di formazione mirati e indirizzando investimenti su settori emergenti ad alto potenziale occupazionale. Dal 2020 oltre 28 milioni di lavoratori hanno beneficiato di programmi di riqualificazione professionale finanziati dallo Stato. Settori come assistenza agli anziani, produzione culturale, economia verde e servizi digitali hanno assorbito gran parte della forza lavoro liberata dall’automazione manifatturiera.
Come la proprietà dei mezzi di produzione industriali ha plasmato la politica e l’economia del XX secolo, così la proprietà dei mezzi di produzione algoritmici plasmerà le società del futuro. L’intelligenza artificiale è una risorsa sconvolgente, che produce beni e servizi, ma che modella anche la nostra percezione del mondo, la nostra immagine del futuro e le nostre decisioni conseguenti.
La sua presenza arriva a toccare il cuore stesso del sistema capitalista, che consiste negli “spiriti animali” di Keynes, cioè la forza non razionale che guida le decisioni di investimento. Secondo Keynes, quando gli imprenditori devono prendere decisioni in un futuro impossibile da prevedere, si affidano non solo a calcoli logici ma a un “impulso spontaneo all’azione” – uno slancio emotivo, un ottimismo innato che li spinge ad agire nonostante l’incertezza. Ma cosa accade quando L’IA avanzata, Quishi, entra in questo campo? L’IA è in grado di ridurre drasticamente l’incertezza, fornendo previsioni razionali dove prima regnavano l’azzardo e la fortuna, soppiantando gli spiriti animali e assestando il colpo di grazia all’accumulazione “umana” del capitale.
L’IA non si limita a riempire il vuoto di razionalità che fonda il capitalismo, ma diventa essa stessa il decisore primario. Sono i sistemi algoritmici che determinano le allocazioni di capitale, calcolando i valori attesi e ottimizzando portafogli di investimento. Già oggi, oltre il 70% delle transazioni nei mercati finanziari globali avvengono attraverso algoritmi di trading automatizzato.
È in corso un trasferimento progressivo dell’autorità decisionale dagli umani agli algoritmi. In numerose industrie, cinesi e non, i modelli predittivi non sono più strumenti per manager in carne e ossa, ma decisori quasi autonomi che operano con supervisione umana limitata.
Un esempio emblematico di questa trasformazione è il China Investment Corporation (Cic), il fondo sovrano che gestisce parte delle immense riserve valutarie cinesi (3 trilioni di dollari). Dal 2021, il Cic utilizza un sistema IA denominato “Strategic Allocator”; per amministrare i suoi investimenti di lungo termine.
Ma attenzione alle conseguenze più a lungo raggio della rivoluzione tecnologica in corso in Cina. Se la pianificazione algoritmitica può allocare capitale in modo più efficiente degli imprenditori umani, minimizzando sprechi, sovrapproduzione e crisi cicliche, quale diventa la giustificazione per l’appropriazione privata dei profitti? La teoria economica ha giustificato il profitto come ricompensa all’imprenditore per l’assunzione di rischio in condizioni di incertezza.
Se questo rischio viene assunto da Quishi, che è proprietà dello Stato, che cosa se ne fa la Cina del capitalismo e dei suoi imprenditori, dopo avere sostituito, per giunta, il mercato con il piano nella parte strategica dell’economia? È quanto teme Jack Ma, il più noto dei grandi capitalisti cinesi, quando dichiara che il futuro della Cina non sta nell’impresa privata. Cioè nel capitalismo.
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