INCHIESTA SUL BATTAGLIONE AZOV

di Gianni Ronzoni, ricercatore

Antefatto. Domenica 15 dicembre 2013 sul palco di piazza Indipendenza a Kiev salgono John McCain, falco della destra americana, e il senatore democratico Chris Murphy. McCain prende parola e arringa la folla che protesta contro il governo di Viktor Yanukovich: «L’Europa renderà migliore l’Ucraina, e l’Ucraina renderà migliore l’Europa». Nelle foto d’agenzia, al suo fianco, compare Oleh Tyahnybok, segretario di Svoboda, col quale, si apprende in seguito, McCain ha avuto dei colloqui.1

Prima di cambiare nome nel 2004, Svoboda (Libertà) si chiamava Partito Nazional Socialista d’Ucraina. Fortemente radicato nell’ovest del Paese, specie in Galizia, ha assunto nel tempo posizioni europeiste e filo-NATO, mantenendo intatta l’ideologia nazista.

Ancora piazza Indipendenza, due mesi dopo, febbraio 2014. Sulla stessa tribuna compare Dmytro Yarosh, protetto da due energumeni in passamontagna e giubbotti antiproiettile. È il capo di Pravij Sektor a rifiutare, a nome dei manifestanti, la proposta di mediazione che il presidente Yanukovich ha indirizzato loro.2

Sorto dal coagulo di un pulviscolo di estrema destra durante le proteste del 2013-2014, a differenza di Svoboda, Pravij Sektor (Settore Destro) ha attecchito nel sud-est russofono dell’Ucraina, ed ha, almeno sulla carta, opinioni critiche verso NATO e Unione Europea. L’obiettivo di Pravij Sektor è la creazione di un’Ucraina nazista e indipendente, sulla scorta del progetto politico di Stepan Bandera, padre dell’ultranazionalismo ucraino e collaboratore delle SS.

Nonostante un seguito popolare limitato, Tyahnybok e Yarosh giocano un ruolo chiave nelle proteste di Maidan. L’azione vera, però, brulica giù dal palco. Fra i militanti neofascisti che combattono con la polizia per le vie della città.

In quei giorni si sta forgiando il nucleo del futuro Battaglione Azov.

La nascita di Azov. Andriy Biletsky ha 32 anni quando nel novembre del 2011 gli sparano due colpi di pistola a Kharkiv, suo luogo di nascita. È un estremista di destra che già da tempo si è fatto un nome in città. E dei nemici.

Biletsky sopravvive all’attentato. Poche settimane dopo è lui a finire in carcere insieme a dei camerati con l’accusa di tentato omicidio.3 Resta in galera 28 mesi, fino al febbraio 2014, quando sulla spinta della piazza il governo ucraino libera i prigionieri politici, quale Andriy viene considerato. È la svolta.

Ma per comprendere il suo tragitto politico occorre tornare a Kharkiv. È il 2005 e il giovane Biletsky fonda Patrioti d’Ucraina, un’organizzazione neonazista, anti-immigrati e nazionalista vicina a Svoboda.4 Tre anni dopo, nel 2008, dà vita alla coalizione dell’Assemblea Nazional Socialista, di cui Patrioti d’Ucraina diventa il braccio armato.5

In questo periodo Biletsky gode dell’appoggio di Arsen Avakov, governatore della regione di Kharkiv.6 Avakov, nato in Azerbaijan nel 1964, appartiene al partito di Viktor Yushenko ed è un politico di lungo corso, abituato a galleggiare ovunque. Col suo sostegno i Patrioti d’Ucraina affiancano la polizia nella repressione degli immigrati e assaltano gli esercizi commerciali che si dimostrano poco bendisposti nei confronti del governatore. Risalgono ad allora le dichiarazioni di Biletsky, recentemente ricordate dal Times, secondo le quali l’Ucraina dovrebbe «capeggiare le razze bianche del mondo nella crociata finale […] contro gli untermenschen guidati dagli ebrei».7

Passano gli anni, cambiano le circostanze. Come detto, Biletsky finisce dietro le sbarre per tentato omicidio. Arsen Avakov invece viene nominato ministro degli Interni nel nuovo governo (carica che manterrà ininterrottamente sino al 2021). Yanukovich è stato appena defenestrato: sono gli stessi giorni in cui l’amnistia libera il leader neonazista. La ruota gira. Biletsky torna sotto l’ala del potente amico, gli scontri di piazza diventano guerra, i vecchi Patrioti d’Ucraina si trasformano nel Battaglione Azov.8 Anche la simbologia è la stessa: il Wolfsangel, il “gancio di lupo”, che nella seconda guerra mondiale distingueva la Panzer Division “Das Riech” delle SS. In questa fase, scrivono i cronisti del Guardian, il Battaglione Azov riceve finanziamenti da Serhiy Taruta, il miliardario paracadutato da Kiev a pacificare la regione di Donetsk, che nel frattempo si è sollevata contro il nuovo governo.9

Foraggiato da Taruta, il battaglione accorre in Donbass, dove i separatisti dell’est rifiutano il cambio di regime. Benché accreditato di soli 200 uomini10, nel giugno 2014 il gruppo partecipa con successo alla liberazione di Mariupol. Sull’onda di questo successo a metà novembre il Battaglione Azov viene inquadrato nella Guardia Nazionale, passando dallo status di squadraccia paramilitare a truppa ufficiale. Due settimane più tardi lo stesso successo porta in parlamento Andriy Biletsky, che i suoi seguaci, giocando sul cognome, chiamano “Bely Vozhd”11, il Bianco Sovrano.

Mentre Arsen Avakov piazza a capo della Polizia ucraina Vadym Troyan, colonnello del Battaglione Azov ed estremista neofascista, comincia una nuova fase. In Donbass scoppia la guerra civile e gli uomini dell’Azov vengono schierati contro i separatisti, a fianco di un esercito forse non troppo entusiasta di dover sparare su dei connazionali.

Ora il Battaglione è diventato un simbolo e comincia ad attrarre combattenti. Anche dall’estero.

Le violenze post Maidan e i crimini di guerra. Tempi luminosi per i neonazisti, quelli successivi al febbraio 2014. Avakov li protegge, la guerra in Donbass fornisce loro visibilità mediatica. In migliaia minacciano i giornalisti12, marciano sulle sedi televisive13, si abbandonano a violenze orribili. Il massacro di Odessa del 2 maggio 2014, dove almeno 48 attivisti sindacali e comunisti vengono bruciati vivi o uccisi a pistolettate, è solo il più noto. Per sfuggire all’arresto molti si arruolano proprio nel Battaglione Azov e partono per il Donbass, dove i mandati di cattura non possono raggiungerli, nota l’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani in un report.14

Aumenta la ferocia, aumenta l’influenza politica. Nel 2016 Andriy Biletsky fonda Corpo Nazionale, la sua nuova creatura. Da CN germoglia Milizia Nazionale, organizzazione di picchiatori che pattuglia le vie delle città col beneplacito della Polizia: ciò che a metà degli anni zero succedeva a Kharkiv, ora avviene in tutto il Paese. Insieme a S14, ramo giovanile di Svoboda, MN incendia campi rom e attacca omosessuali. Battaglione Azov, Corpo Nazionale e Milizia Nazionale diventano tre lame di un’unica arma, rispettivamente: ala politica, ala militare, ala di strada.15 Gli attivisti vanno e vengono da un’organizzazione all’altra come fossero stanze comunicanti.

Nel 2016, a più riprese, alcuni soldati di Azov attraversano il confine polacco per raggiungere il villaggio di Wlosciejewki, nei pressi di Poznan. Qui seguono i corsi dell’ESA (European Security Academy), uno dei centri privati di addestramento militare più duri del mondo, specializzandosi in combattimenti in contesti urbani.16 Non si sa chi paghi per la loro formazione.

Ma è sulla linea del fronte che i miliziani neri guadagnano la propria fama. Lo sanno bene gli abitanti del Donbass. Una relazione di settanta pagine consegnata nell’aprile 2016 all’OSCE documenta decine di violenze perpetrate da Battaglione Azov, Battaglione Aidar (altra formazione di estrema destra), ed esercito regolare ucraino. L’aeroporto di Mariupol viene adibito a scannatoio. Prigionieri civili e militari sono torturati con lame, cavi elettrici, fiamme ossidriche, tubi rivestiti di gomma. I soldati li sottopongono a finte esecuzioni, oppure li lasciano ammanettati per giorni interi dentro fosse piene di cadaveri. Numerosi i casi di violenza carnale.17

Pure gli ispettori ONU mettono nero su bianco diversi episodi: ancora violenze sui prigionieri, tortura, saccheggio, requisizione di abitazioni private per scopi militari con conseguente utilizzo dei civili come scudi umani.18

A fine 2014 dieci soldati del Battaglione Azov stuprano un disabile. Per lo choc, l’uomo finisce in un ospedale psichiatrico.19

A inizio 2015 un cittadino di Mariupol viene arrestato e seviziato per più di una settimana da tre militari di Azov nella cantina della Scuola n.61, con l’accusa di avere legami coi separatisti. Lo appendono per polsi con del fil di ferro. Lo percuotono sui genitali. Lo torturano con cavi elettrici e maschere per il gas. Lo sottopongono al waterboarding. Poi lo passano agli agenti del SBU, il servizio segreto.20

Lo schema si ripete spesso. Nel maggio 2017, sempre a Mariupol, una donna viene fermata a un posto di blocco dai soldati del Battaglione Azov. Viene incappucciata, portata in un luogo isolato, costretta sotto minaccia di morte a “confessare” la sua appartenenza ai separatisti. I miliziani la consegnano ai funzionari SBU che, dopo averla picchiata e obbligata a spogliarsi, formalizzano l’accusa.21

In questo modo Azov collabora coi Servizi, al fronte, come fa con la Polizia nel pattugliamento delle città. È così che, negli anni, si scava nicchie all’interno dell’apparato statale. Trovando mani tese.

Volontari stranieri. Il 15 marzo 2019 Brendon Tarrant, un suprematista bianco, uccide 51 fedeli musulmani a Christchurch in Nuova Zelanda. Fra i suoi riferimenti ideali c’è il Battaglione Azov. Otto mesi prima, nel luglio 2018, dei volantini vengono distribuiti a un festival di musica metal in Turingia: arruolatevi per «difendere l’Europa dall’estinzione».22 Nel gennaio 2016 il Centro Wiesenthal scrive alla sindaca di Nantes per impedire un incontro di reclutamento tenuto da un ufficiale ucraino nella città bretone.23

Sono migliaia gli estremisti di destra che vedono in Azov un esempio. E a migliaia si recano a Kiev per ricevere addestramento militare. A volte restano per combattere, altre volte tornano a casa, radicalizzati. Il governo, decisamente benevolo, concede loro la cittadinanza ucraina.24 Un’inchiesta di Time del gennaio 2021 svela la presenza di veterani americani con simpatie destrorse nei marines ucraini.25 Il Soufan Center, che indaga i fenomeni terroristici, fissa a 50.000 il numero di foreign fighters che hanno preso parte alla guerra civile in Donbass su entrambi i lati, fra il 2014 e il 2019.

Dunque: un nucleo che attrae, l’adesione di cani sciolti e realtà minori, l’addestramento con le armi, l’indottrinamento ideologico anche attraverso i social networks.26 La struttura organizzativa del Battaglione Azov, continua il Soufan Center, dimostra somiglianze con Lo Stato Islamico e al-Quaeda.27 Lo ribadisce al Washington Post anche il direttore del FBI, Christopher A. Wray28, piuttosto preoccupato dallo sviluppo negli USA di organizzazioni neonaziste, come il Rise Above Movement e la Atomwaffen Division, entrambe in rapporti di cooperazione col Battaglione Azov.29

L’Ucraina, negli anni che precedono la guerra di inizio 2022, si trasforma così in una palestra per neonazisti. Il centro di una vera e propria Internazionale Nera, richiamando il saggio pubblicato cinquant’anni fa da Michael Arthur Ledeen.30 Il dubbio viene anche a 40 membri del Congresso americano, che nell’ottobre 2019 chiedono al Dipartimento di Stato di considerare Azov una struttura terroristica.31

Inizialmente il governo americano aveva vietato il rifornimento di armi al Battaglione a causa delle sue simpatie politiche: interdizione rimossa fra il 2016 e il 201832, e poi reinserita. Per maldestra ammissione dello stesso presidente Biden, un fiume di piombo americano è comunque affluito in Ucraina sin dal 2014. Che il rispetto del divieto di consegna ad Azov sia stato garantito, una volta giunte le armi, è una pia illusione.

Azov e l’Italia. Gallarate, 15 luglio 2019. La DIGOS di Torino fa irruzione nell’appartamento di Fabio Del Bergiolo, ex-poliziotto di dogana candidato per Forza Nuova al Senato nel 2001.33 Sotto al letto, un arsenale: fucili d’assalto, pistole, centinaia di caricatori, pugnali. In aggiunta, qua e là, memorabilia del Terzo Reich. L’Antiterrorismo scova un deposito riconducibile all’ex-doganiere, fuori Voghera. Increduli, gli agenti trovano un missile aria-aria Matra 530 di fabbricazione francese. Del Bergiolo aveva cercato di rivenderlo a un neofascista italiano volontario del Battaglione Azov.

Azov affiora così fra le pagine dei quotidiani dopo anni di sostanziale assenza. Nella prima fase del conflitto in Donbass diversi neofascisti di casa nostra erano volati a Kiev per entrare nei paramilitari e cercare un apprendistato di sangue e la rivoluzione nera che in patria era loro preclusa. Ultras da stadio, pugili, pregiudicati, questi gli identikit più diffusi.

Difficile dire, oggi, con lo scoppio della guerra, quanti possano essere. A fine aprile 2022 il pool antiterrorismo della procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva al riguardo.34 Certo è che i contatti fra sottobosco neofascista italiano e Battaglione Azov non si sono mai interrotti. Le indagini della Polizia lo confermano.

Il 20 ottobre 2021 la DIGOS arresta 26 persone in tutta Italia, specialmente in Campania. Sono militanti di estrema destra che vantano legami con Azov e Pravij Sektor. Hanno progettato azioni violente e svolto propaganda nazista su internet. Nelle perquisizioni vengono rinvenuti fucili da tirassegno modificati per sparare proiettili veri, e divise della European Security Academy, che, come abbiamo visto, è la struttura d’élite in cui si sono addestrati i neonazisti di Azov.35 Non è chiaro se gli arrestati abbiano partecipato ai corsi in Polonia, ma emerge un dettaglio inquietante: il gruppo organizzava esercitazioni militari nel casertano e nel napoletano agli ordini di reduci ucraini del Battaglione Azov.

La struttura parallela. Torniamo a Kiev. La porta di metallo nero spicca contro i mattoni color salmone. Il Wolfsangel occupa completamente il riquadro. Un edificio a due piani in centro, a cinquanta metri da piazza Indipendenza. Appare così la Kozatsky Dim, la Casa Cosacca, il centro sociale e punto di raccolta dei miliziani dell’Azov. Dispone di una libreria piena di testi di Evola, Pound, Heidegger, Nietzsche, poi una palestra di boxe, un negozio di musica d’estrema destra, una sala massaggi. Ed è anche la sede di Corpo Nazionale.36 I neonazisti pagano l’affitto direttamente al Ministero della Difesa.37

Sempre a Kiev, in via Lypkivskoho, a duecento metri dal piccolo fiume Lybid, si trova invece il Reconquista Club, altro luogo di ritrovo per attivisti vicini ad Azov, che ospita talvolta le conferenze stampa di Corpo Nazionale. Il cavaliere dell’insegna rimanda alla liberazione della Spagna dai Mori. Nel locale si organizzano incontri di MMA per gli uomini e competizioni di pole dance per le donne.

Non mancano poi i campi estivi per bambini38, con annesso indottrinamento ed educazione militare, così come centri di addestramento sparsi in tutto il paese. Sovente hanno luogo dei festival ultranazionalisti, che si svolgono in campagna e culminano col rogo neopagano di pire di legno alte dieci metri. Nel programma, anche incontri di lotta, dibattiti, musica. È proprio tramite questa struttura “civile” che il battaglione alimenta e radica il proprio mito guerresco.

Capitolo a parte, che abbina proselitismo e finanziamento, è la vendita online di abbigliamento, adesivi e spille. Una ricerca39 promossa dal Center for Countering Digital Hate ha messo in luce come Azov e altri movimenti di ultradestra si sovvenzionino tramite la vendita di gadget, soprattutto attraverso la piattaforma Walknvt. Il fenomeno coinvolge Ucraina, Svezia, Stati Uniti, Messico, Finlandia, Germania, Francia, Russia, Serbia, Ungheria, Polonia, Portogallo. Ormai fusa nel movimento Azov, e molto attiva nel merchandising nero, è la Divisione Misantropica (Misantrophic Division), un gruppo nichilista/neonazista sorto durante le proteste di Maidan, che recluta anche combattenti all’estero, persino in Brasile.40

In effetti questa rete di magliette, ninnoli e poster è solo l’ombra di un continente politico ben più serio, di cui il Battaglione Azov è la parte emersa. Perché Azov oggi è un movimento che ha una radio in lingua inglese, impiegati, agitatori, esperti di comunicazione, conferenzieri. E si è evoluto in una struttura complessa che va molto al di là del reggimento militare.

La regina nera. Appassionata di Black Metal, di nero ha i capelli, il trucco e i vestiti. Per il resto Olena Semenyaka è di un pallore diafano. Questa esile ragazza, classe 1987, è la vera testa politica del movimento Azov. Dal 2016 ne è portavoce all’estero, e fa parte della direzione di Corpo Nazionale. Nel biennio precedente (2014-2016) è stata capo ufficio stampa di Pravij Sektor41, il che fa di lei la fusione biologica di tutta l’ultradestra ucraina: i gruppuscoli di PS, la tradizione di Svoboda, da cui arriva dopo vari ghirigori lo stesso Biletsky, e ora Corpo Nazionale, estensione politica del Battaglione Azov.

Ma Olena non ha niente a che vedere coi picchiatori e le teste rasate. Olena è colta. Il suo orizzonte culturale è un incrocio fra suggestioni di mitologia greca e spiritualismo guerriero alla Julius Evola. Prese le redini del movimento, gestisce una campagna mediatica che porta alla ribalta Azov, in Ucraina e soprattutto all’estero.

Da sei anni Olena Semenyaka viaggia per tutta Europa, tessendo contatti con organizzazioni neonaziste e neofasciste. Nel 2017 è a Roma, ospite di Casapound.42 Nel settembre 2018 è in Lettonia.43 Nell’aprile del 2019 eccola in Finlandia, dove incontra elementi del movimento suprematista bianco americano Rise Above Movement, finendo così in un’informativa del FBI che sta sorvegliando gli estremisti a stelle e strisce.44 Incontra esponenti della NPD tedesca e degli Identitaires francesi. Nel gennaio 2021 è a Vienna per sei mesi di dottorato presso l’Istituto di Scienze Umane. I Verdi protestano contro quella borsa di studio aggiudicata troppo frettolosamente a una nota militante nazista.45 Olena fa dietrofront e torna a Kiev. Certo la foto, comparsa in rete, che la ritrae intenta a fare il saluto romano dietro una bandiera austriaca con svastica non deve averla aiutata.46

Due anni prima, nel 2019, Olena Semenyaka viene invitata a Lisbona dal movimento di estrema destra Escudo Identitario. L’incontro attira le attenzioni di Público, uno dei maggiori quotidiani portoghesi, che esce con un pezzo sul Battaglione Azov e le sue radici neonaziste. Questo provoca le proteste via comunicato stampa di una curiosa organizzazione: è così che emerge l’appartenenza della Semenyaka e del Battaglione Azov all’Intermarium47.

Nato fra le due guerre mondiali, l’Intermarium fu un progetto politico a trazione prevalentemente polacca che si proponeva di riunire tutti gli stati dell’est Europa dal Baltico all’Adriatico (da qui il nome Intermarium, “fra i mari”) in un’alleanza militare anticomunista e antirussa. Dopo il 1945 il piano sembrò decadere. Negli ultimi quindici anni invece è tornato in auge. Secondo un articolo dell’Institute for World Politics, think tank con sede a Washington fondato dall’ex-funzionario del Dipartimento di Stato di origine polacca John Lenczowski, l’Intermarium del XXI Secolo avrà successo se riceverà «totale cooperazione da ogni stato membro, così come l’aiuto militare degli Stati Uniti».48

Unità Kraken: il nuovo Azov. Senza dubbio, nel maggio 2022, l’assedio delle forze speciali russe all’acciaieria Azovstal e la conseguente resa del comandante Prokopenko e dei miliziani hanno fiaccato il Battaglione. Tuttavia esiste già una nuova formazione, nata ad alcune settimane dall’invasione russa, destinata a sostituirlo e a far parlare di sé. Si tratta dell’Unità Kraken (Kraken Unit).

Sconosciuta in Italia, l’Unità Kraken sta cominciando ad attirare l’attenzione della stampa statunitense.49 Si tratta di un corpo d’élite che opera prevalentemente a Kharkiv e che sta rapidamente ingrossando le sue fila. È composta da reduci del battaglione Azov ed è impiegata tanto in operazioni di guerra, quanto in azioni di supporto al controspionaggio del SBU, soprattutto nella ricerca di “collaboratori” dei russi, che nel frattempo si sono ritirati dall’area. Il suo simbolo è una sorta di mostro marino tentacolare.

A guidarla c’è un comandante ventiseienne, Kostantin Nemichev, ultras del Metalist di Kharkiv e attivista neonazi: un piccolo Andriy Biletsky. Anche lui originario della città dell’ucraina orientale, Nemichev ha servito nel Battaglione Azov dai primordi, poi ha fatto carriera all’interno di Corpo Nazionale, sino a diventarne presidente regionale, e candidato sindaco a Kharkiv.50

L’Unità Kraken sta già sostituendo il Battaglione Azov anche nella narrazione bellica. La celebre foto della sedicenne vestita di rosso e ritratta fra le rovine di una scuola51, che ha circolato nella stampa italiana e mondiale, è stata scattata nel corso di un’iniziativa propagandistica del Battaglione Azov, alla presenza di soldati della Kraken e patrocinata proprio da Kostantin Nemichev, che per l’occasione ha tenuto un discorso in favore di telecamera.52

Con le prime azioni belliche, arrivano puntuali le prime accuse di crimini di guerra. A fine marzo 2022 la stampa italiana diffuse un video in cui dei soldati ucraini gambizzavano o eviravano a colpi di kalashnikov dei prigionieri di guerra russi, lasciandoli poi morire dissanguati. La BBC indagò autonomamente e avanzò l’ipotesi che i responsabili fossero proprio membri dell’Unità Kraken, attivi in quei giorni proprio nell’area che, grazie al filmato, era stato possibile individuare.53

Il Battaglione Azov non solo è vivo, ma è anche in grado di moltiplicarsi.

L’incendio. È incredibile quanto in Italia si sia sottovalutato il fenomeno Azov, mentre, solo per fare un esempio, i ricercatori della Stanford University gli hanno dedicato uno studio approfondito. La versione cartacea del Corriere della Sera ha menzionato incidentalmente il Battaglione solo quattro volte fra il 2014 e il 2021.

Possono aver tratto in inganno le dimensioni. Nel 2019 il Battaglione Azov contava 1500 effettivi, più circa 20.000 militanti di Corpo Nazionale.54 Numeri modesti, all’apparenza. Però bisogna considerare il ricambio al fronte, tale per cui per avere 1500 soldati schierati in realtà esistono diversi rimpiazzi nelle retrovie. Inoltre l’ecosistema neonazi ucraino è assai più stratificato. Ci sono le migliaia di volontari e mercenari dall’estero. Ci sono le migliaia e migliaia di attivisti e manganellatori di Svoboda e Pravij Sektor, più quelli delle organizzazioni satellite. Ci sono dirigenti neonazisti messi dal governo in posizioni apicali, dal già citato Troyan capo della Polizia, al caso più recente di Maksym Marchenko, ex-comandante del Battaglione Aidar, nominato a marzo 2022 governatore dell’Oblast di Odessa. Ci sono attivisti neri nel SBU, nella Guardia Nazionale e nell’esercito. Una diffusione reticolare favorita dai presidenti Poroshenko e Zelensky, anche attraverso l’eliminazione di partiti nemici: il Partito Comunista Ucraino, illegale dal 2015, e gli 11 partiti d’opposizione soppressi dall’attuale presidente a guerra in corso.55

Valutare Azov solo su basi quantitative, o elettorali, del resto sarebbe un errore. Il giudizio deve essere qualitativo. Da un lato, il movimento è riuscito a inserirsi nella “nebulosa d’osmosi” dei servizi segreti, sia nazionali, tramite la cooperazione con il SBU, sia internazionali, e qui parla chiaro l’affiliazione all’Intermarium. Ecco la via elitaria. Dall’altro, il vero capolavoro di Olena Semenyaka è stata la legittimazione nazionale ottenuta dai neonazisti. Ecco la via di massa.

L’ideologa ha traghettato un gruppo di semplici esaltati, per quanto ben organizzati e finanziati, in una dimensione più ambiziosa. Nel 2019 parlava apertamente di «egemonia culturale» per «ottenere l’egemonia politica».56 Una visione molto matura, che ha permesso a questa “minoranza attiva” di influenzare la linea politica ucraina e la percezione stessa che una parte del popolo ucraino ha di sé, della propria storia, e del proprio destino. Egemonia, appunto.

Il movimento Azov userà la guerra come trampolino per aumentare il proprio peso. La Semenyaka lo ha dichiarato chiaramente in un’intervista a fine gennaio 2022, prima ancora dell’invasione russa: «Credo che Azov possa avere un ruolo maggiore in futuro».57

Nel conflitto in corso il Battaglione Azov – ciò che ne è sopravvissuto, ciò che lo ha sostituito, e tutto ciò che ancora gli gravita attorno – gioca una doppia partita: la lotta contro le truppe di Mosca e la scalata al potere. Cosa faranno questi paramilitari a fine guerra con le armi che l’occidente sta fornendo loro?

Su internet compare una fotografia che ritrae Olena Semenyaka durante un comizio, davanti a uno striscione. Lo striscione recita: «Oggi l’Ucraina, domani l’intera Europa».

Azov è il più grande piano eversivo di destra del XXI Secolo. Sta fornendo un modello d’azione e addestramento militare a migliaia di neofascisti e neonazisti in giro per il mondo. Fiamme nere che potrebbero debordare dal recinto ucraino.

Note:

1 https://www.businessinsider.com/john-mccain-meets-oleh-tyahnybok-in-ukraine-2013-12?r=US&IR=T

2 https://www.fairobserver.com/region/europe/medea-benjamin-nicolas-js-davies-ukraine-war-russia-ukranian-neo-nazi-fascists-azov-battalion-89292/

3 https://web.archive.org/web/20150119152837/http://nvua.net/publications/Andrey-Bileckiy-Kak-voyna-prevratila-polituznika-v-komandira-batalona-Azov–17031.html

4 https://www.osw.waw.pl/en/publikacje/osw-commentary/2011-07-05/svoboda-party-new-phenomenon-ukrainian-right-wing-scene#_ftn2

5 Mapping Militant Organizations. “Azov Battalion.” Stanford University. Last modified March 2022. https://cisac.fsi.stanford.edu/mappingmilitants/profiles/azov-battalion.

6 https://www.bellingcat.com/news/uk-and-europe/2018/08/30/ukrainian-far-right-fighters-white-supremacists-trained-major-european-security-firm/

7 https://www.thetimes.co.uk/article/fighting-russia-takes-focus-off-azov-battalions-nazi-roots-x07lkjl7r

8 Mapping Militant Organizations. “Azov Battalion.” Stanford University.

9 https://www.theguardian.com/world/2014/sep/10/azov-far-right-fighters-ukraine-neo-nazis

10 Mapping Militant Organizations segnala questa fonte: Gomza, Ivan, & Johann Zajaczkowski. “Black Sun Rising: Political Opportunity Structure Perceptions and Institutionalization of the Azov Movement in Post-Euromaidan Ukraine.” Nationalities Papers. 2019. 47(5): 774-800. doi:10.1017/nps.2019.30

11 https://time.com/5926750/azov-far-right-movement-facebook/

12https://www.repubblica.it/esteri/2015/04/16/news/ucraina_ucciso_giornalista_filorusso_a_kiev_e_il_terzo_omicidio_politico_in_24_ore_lo_sdegno_di_putin-112106358/

13 Report on the human rights situation in Ukraine 16 February to 15 May 2016, Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights, p. 32

14 Ad esempio nel marzo 2014 uno scontro fra neofascisti e filorussi a Kharkiv, in via Rymarska, porta a due morti per colpi d’arma da fuoco. Gli osservatori ONU annotano che i responsabili non sono perseguibili in quanto arruolati nei Battaglioni Azov e Aidar. Vedi Report on the human rights situation in Ukraine 16 February to 15 May 2015, Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights, p. 26

15 A capo di CN c’è ovviamente Biletsky. Denis Prokopenko, ex-ultras della Dinamo Kiev, comanda il Battaglione Azov. A dirigere Milizia Nazionale troviamo invece Ihor Mykhailenko. Vedi: https://www.bellingcat.com/news/uk-and-europe/2019/02/15/defend-the-white-race-american-extremists-being-co-opted-by-ukraines-far-right/

16 https://www.bellingcat.com/news/uk-and-europe/2018/08/30/ukrainian-far-right-fighters-white-supremacists-trained-major-european-security-firm/

17 OSCE supplementary human dimension meeting, April 2016; War crimes of the armed forces and security forces of Ukraine: torture and inhumane treatment

18 Report on the human rights situation in Ukraine 16 November 2015 to 15 February 2016, Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights, p. 11/p. 28/p. 39

19 Report on the human rights situation in Ukraine 16 February to 15 May 2016, Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights, p. 18

20 Report on the human rights situation in Ukraine 16 February to 15 May 2016, Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights, p. 20

21 Report on the human rights situation in Ukraine 16 May to 15 August 2017, Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights, p. 19

22 https://thesoufancenter.org/intelbrief-the-transnational-network-that-nobody-is-talking-about/

23 https://www.jpost.com/diaspora/wiesenthal-center-calls-on-french-mayor-to-prevent-neo-nazi-gathering-440834

24 https://time.com/5926750/azov-far-right-movement-facebook/

25 https://time.com/5926750/azov-far-right-movement-facebook/

26 https://time.com/5926750/azov-far-right-movement-facebook/

27 https://thesoufancenter.org/intelbrief-the-transnational-network-that-nobody-is-talking-about/

28 https://www.washingtonpost.com/national-security/fbi-director-some-domestic-terror-suspects-travel-overseas-for-training/2019/10/30/0c3a6048-fb2f-11e9-8190-6be4deb56e01_story.html

29 https://thesoufancenter.org/wp-content/uploads/2020/08/The-Atomwaffen-Division-The-Evolution-of-the-White-Supremacy-Threat-August-2020-.pdf

30 Ledeen M. A., L’internazionale fascista, Laterza, Roma-Bari, 1973

31 https://www.vice.com/en/article/59nqmq/house-democrats-just-demanded-these-neo-nazi-groups-be-prosecuted-as-international-terrorists

32 https://www.jpost.com/Diaspora/US-lifts-ban-on-funding-neo-Nazi-Ukrainian-militia-441884

33 https://www.lastampa.it/cronaca/2019/07/15/news/svastiche-fucili-e-un-missile-trovato-in-un-garage-l-arsenale-dei-neofascisti-1.37047640

34 https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_aprile_26/ivan-vavassori-padre-mio-figlio-vivo-ospedale-aperta-inchiesta-milano-9eefa750-c539-11ec-b657-ab502a045557.shtml?refresh_ce

35 https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/neonazisti_italia_napoli_armi_mercenari-6268414.html – Il video diffuso dalla DIGOS mostra l’abbigliamento marchiato ESA.

36 https://www.haaretz.com/world-news/europe/.premium-inside-the-extremist-group-that-dreams-of-ruling-ukraine-1.6936835

37 https://harpers.org/archive/2021/01/the-armies-of-the-right-ukraine-militias/

38 Ukraine’s Hyper-Nationalist Military Summer Camp for Kids, documentario della NBC in parte disponibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=CpV16BQfbrQ

39 https://www.counterhate.com/_files/ugd/f4d9b9_55b47be4de914daf866cfa1810cc56c5.pdf

40 https://www.haaretz.com/world-news/americas/brazilian-neo-nazis-recruited-to-fight-in-ukraine-1.5485098

41 Mapping Militant Organizations. “Azov Battalion.” Stanford University

42 Mapping Militant Organizations. “Azov Battalion.” Stanford University

43 https://en.rebaltica.lv/2019/12/azov-movements-race-war-plans-find-sympathetic-audience-in-latvian-government-party/

44 Lo segnala su Twitter il sito di giornalismo investigativo Bellingcat

45 https://www.ots.at/presseaussendung/OTS_20210111_OTS0120/blimlingervoglauer-rechtsextreme-olena-semenyaka-stipendiatin-am-iwm-gruene-fordern-sofortige-konsequenzen

46 https://jsegalavienne.wordpress.com/tag/olena-semenyaka/

47 https://intermarium.org.ua/en/statement-of-the-intermarium-support-group-on-defamation-of-ukrainian-volunteers-in-the-portuguese-edition-publico/

48 https://www.iwp.edu/articles/2020/12/23/intermarium-in-the-21st-century/

49 https://www.washingtonpost.com/world/2022/06/03/ukraine-kraken-volunteer-military-unit/

50 https://www.chesno.org/politician/157558/

51 https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/06/07/ucraina-valerie-e-labito-rosso-per-il-diploma-davanti-alle-macerie-della-sua-scuola_65c2b453-a795-432e-91d4-ddd4390bcdc3.html

52 Lo dimostra un video pubblicato su Instagram dallo stesso Nemichev a metà giugno 2022.

53 https://www.bbc.com/news/60907259

54 Mapping Militant Organizations. “Azov Battalion.” Stanford University

55 https://www.theguardian.com/world/2022/mar/20/ukraine-suspends-11-political-parties-with-links-to-russia

56 https://foreignpolicy.com/2019/04/17/theres-one-far-right-movement-that-hates-thekremlin-

azov-ukraine-biletsky-nouvelle-droite-venner/

57 https://www.buzzfeednews.com/article/christopherm51/ukraine-russia-invasion-far-right-training

Unisciti al nostro canale telegram