di Ajamu Baraka
da https://www.blackagendareport.com
Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
Joe Biden ha parlato di pace e diplomazia all’ONU, ma il sostegno alla spesa per la difesa e la produzione di guerra sono imperativi bipartisan che impediscono di soddisfare i bisogni della gente.
Nella stessa settimana in cui Biden ha tenuto il suo discorso alle Nazioni Unite in cui ha sostenuto che la forza deve essere “il nostro strumento di ultima istanza, non il primo” e che “molte delle nostre più grandi preoccupazioni non possono essere risolte o anche solo affrontate con la forza delle armi”, la legge di autorizzazione della difesa nazionale (NDAA), che ha rappresentato un altro aumento da record nella spesa del Pentagono, è stata approvata alla Camera dei rappresentanti. Il messaggio, seguendo quello del razzista Theodore Roosevelt, è che se ci sarà dialogo gli Stati Uniti continueranno a “parlare piano e portare un grosso bastone” per tenere in riga i nativi.
L’autorizzazione a spendere 780 miliardi di dollari per l’esercito, che include un aumento di ventiquattro miliardi di dollari rispetto a quanto richiesto dalla Casa Bianca, è arrivata pochi giorni dopo che Biden ha annunciato al mondo che i governi di Stati Uniti, Regno Unito e Australia (AUKUS) avrebbero collaborato per fornire sottomarini a propulsione nucleare all’Australia. Senza menzionare il vero obiettivo di questa pericolosa escalation, i cinesi e il mondo hanno capito che questo era un messaggio destinato a loro.
Così nessuno ascoltando il presidente Biden alla riunione dell’Assemblea Generale ha preso sul serio l’amministrazione statunitense. E certamente non dovrebbero farlo neanche coloro che sono stati vittime della violenza statunitense. Sappiamo per dolorosa esperienza che la supremazia bianca e l’arroganza coloniale imprigionano i politici statunitensi rendendoli incapaci di cambiare rotta rispetto al loro disastroso impegno per il dominio globale.
I politici statunitensi di entrambi i partiti sono attanagliati dalla patologica convinzione di poter prevenire l’ulteriore erosione del potere degli Stati Uniti e di esercitare l’egemonia globale attraverso mezzi militari. Ma la continua dipendenza dal potere militare per far avanzare l’egemonia globale degli Stati Uniti, crea una relazione contraddittoria con il pubblico che rende potenzialmente il militarismo estremamente vulnerabile, perché, per permettere il saccheggio delle risorse da parte delle corporazioni il cui business è la guerra, è necessario il consenso, o almeno l’acquiescenza del popolo.
C’è una completa disconnessione tra il Congresso che continua ad essere in grado di raccogliere un sostegno bipartisan per la guerra e il pubblico che è sempre più stanco di queste avventure e dei loro costi in termini di vite, risorse e prestigio degli Stati Uniti.
L’ovvio impegno alla spesa militare e ai patti come AUKUS e NATO è sempre più messo in discussione dal pubblico. Mentre il Congresso è d’accordo nel sostenere questi accordi e la militarizzazione come politiche volte a intimidire la Cina e la Russia (così come gli interventi militari nel Sud globale), la maggioranza della gente di entrambi i partiti è in realtà in opposizione alla guerra continua e alla militarizzazione. Inoltre, il fallimento nel fornire protezioni per i bisogni umani del popolo degli Stati Uniti, con il dibattito su una legge sulle infrastrutture sociali in stallo al Congresso, sta solo approfondendo la crisi di legittimazione.
L’acuirsi delle contraddizioni tra un’opinione pubblica ancora provata dalle conseguenze del covid e un Congresso che, nel suo bisogno di sostenere le posizioni dei suoi ricchi benefattori permetterà di far cessare il sostegno alla classe lavoratrice attraverso la moratoria sugli sfratti e i sussidi di disoccupazione, sta creando una situazione potenzialmente esplosiva a livello politico.
La guerra è ed è sempre stata una questione di classe. L’esercito americano arruolato nella povertà e le classi lavoratrici civili sempre più insicure e sofferenti stanno trovando quasi impossibile abbracciare politiche che hanno portato a una sbalorditiva truffa di $ 8 trilioni di dollari delle risorse del popolo, migliaia di vite statunitensi perse e oltre un milione di vittime nei paesi obiettivi dell’aggressione degli Stati Uniti durante la guerra fasulla al terrore durata vent’anni.
Cosa significa questo per i neri e i poveri? Lo spettacolo razzista sul confine del Texas con i cowboy che frustano i neri provenienti principalmente da Haiti e la sistematica violazione del diritto degli haitiani a chiedere asilo con la rapida deportazione di migliaia di persone, è stata una metafora del reale valore delle vite nere negli Stati Uniti e nel mondo.
Significa anche più guerra ai popoli africani e colonizzati negli Stati Uniti.
La rappresentante Ayanna Pressley (D-Mass.) ha evidenziato le connessioni tra il massiccio budget del Pentagono, l’eccedenza di armi e la violenza diffusa della polizia negli Stati Uniti, mentre sosteneva un emendamento al NDAA che avrebbe messo fine al programma 1033 del Dipartimento della Difesa, il programma che trasferisce armi di tipo militare dal Pentagono alle forze dell’ordine federali, statali e locali di tutto il paese:
“Con i dipartimenti di polizia di tutta la nazione pronti a ricevere un massiccio afflusso di attrezzature militari nell’ambito del programma 1033 dopo la guerra in Afghanistan”, ha detto Pressley a The Intercept, “il Congresso deve prendere un’azione decisiva prima che altre vite siano perse e altri traumi siano inflitti alle nostre comunità”.
Il suo appello è stato ignorato.
Nella NDAA 2022 che la Camera dei Rappresentanti ha approvato il 24 settembre, sono contenute risorse per continuare il programma 1033. La NDAA conteneva anche risorse per finanziare le vaste strutture di comando militare globale come AFRICOM nel continente africano e le oltre ottocento basi militari in tutto il pianeta.
La guerra, il militarismo e la sovversione sono centrali nel progetto imperiale degli Stati Uniti. Non solo contro i neri. Gli Stati Uniti sono attivamente impegnati nella sovversione della democrazia in Nicaragua, continuano l’assalto al Venezuela e l’embargo illegale a Cuba, mentre impongono sanzioni economiche a oltre trenta nazioni.
I diplomatici in quella grande sala dell’ONU sapevano che Biden stava mentendo sulla diplomazia statunitense. E, come loro, quelli di noi che sono i destinatari della criminalità statunitense hanno sempre saputo che Biden doveva mentire perché la violenza di Stato è al centro dei progetti imperiali degli Stati Uniti, ancora di più quando il progetto coloniale si fa impero. Questa è la realtà che noi negli Stati Uniti e nel mondo affrontiamo, non importa chi siede nella casa dei bianchi e non importa quali belle parole vengono lette nelle riunioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Ajamu Baraka è l’organizzatore nazionale della Black Alliance for Peace ed è stato il candidato alla vicepresidenza del 2016 del Green Party. Baraka fa parte del comitato esecutivo dell’U.S. Peace Council e dell’organo direttivo della United National Anti-War Coalition (UNAC). È stato insignito del premio per la pace US Peace Memorial 2019 ed è il destinatario del premio Serena Shim per l’integrità senza compromessi nel giornalismo.