Il nuovo ruolo anti-russo della Germania è in parte dovuto alla sua concorrenza regionale con la Polonia

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per marx21.it

Il presidente del Consiglio per la politica estera e di difesa e direttore di ricerca del prestigioso Valdai Club, Fyodor Lukyanov, le cui posizioni lo rendono uno dei principali influencer politici russi, ha osservato nella sua ultima analisi per RT che “il Partito Verde ha trasformato la Germania in un Paese dell’Est”. Secondo Lukyanov, “la Germania si è ora spostata verso la posizione dell’Europa orientale (nei confronti della Russia), così come in precedenza era stata un pilastro del normale posizionamento dell’Europa occidentale”.

Lukyanov ritiene che ciò sia principalmente attribuibile all’influenza che i Verdi stanno esercitando sulla grande strategia della Germania, alla quale, a suo dire, vengono ora promesse ulteriori garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti in cambio dell’abbandono del precedente pragmatismo e dell’autonomia economica strategica nei confronti della Russia. Questa è una spiegazione ragionevole di come gli Stati Uniti abbiano affermato con successo la loro egemonia, precedentemente in declino, sul leader de facto dell’UE, ma c’è dell’altro, con tutto il rispetto per questo esperto.

Le motivazioni ideologiche e le oscure reti di influenza degli Stati Uniti possono spiegare solo in parte il passaggio della Germania da primo partner della Russia in Europa a uno dei suoi principali avversari. L’analisi di Lukyanov potrebbe trarre vantaggio dall’inserimento di una dimensione geopolitica nella competizione regionale della Germania con la Polonia, la quale intende ripristinare la sua “sfera d’influenza”, da tempo perduta, e persino ampliarla. A tal fine, nell’ultimo anno la Polonia ha enfatizzato la minaccia tedesca all’Europa centrale e orientale (CEE).

Ha sfruttato la percezione della visibile riluttanza di Berlino dall’inizio dell’operazione speciale della Russia a svolgere un ruolo di primo piano nella risultante guerra per procura della NATO sulla falsariga di Varsavia e degli Stati baltici per temere che la Germania potesse essere segretamente in combutta con il Cremlino. Dopo aver utilizzato come arma ricordi storici estremamente sensibili relativi al Patto Molotov-Ribbentrop, la Polonia è stata quindi in grado di esercitare al massimo la pressione sulla Germania affinché abbandonasse il suo precedente pragmatismo nei confronti di Mosca.

I fattori precedentemente identificati dell’ideologia liberal-globalista e dell’oscura influenza degli Stati Uniti hanno assicurato che il timore di alcuni politici tedeschi che la Polonia fosse pronta a sostituire l’influenza del loro paese sulla CEE nel corso di questo conflitto, portasse alla prevista svolta anti-russa trasformando la Germania nel pivot degli Stati Uniti. Si può anche dire che la paura dei tedeschi abbia dato forma alla politica che i due fattori hanno influenzato.

Invece di esserci due ragioni principali per cui la Germania si è trasformata nel pivot anti-russo, in realtà ce ne sono tre, con le prime due che Lukyanov ha identificato hanno una relazione simbiotica con la terza che è stata introdotta in questa analisi. I timori geopolitici nei confronti della Polonia hanno portato alla creazione di un quadro di emergenza su cui si è agito a causa di un’influenza ideologica. Se uno di questi fattori fosse stato assente, la Germania probabilmente non avrebbe fatto perno contro la Russia.

Per stessa ammissione dell’ex Cancelliere Merkel, è ormai noto che Berlino non ha mai avuto alcuna intenzione di rispettare gli accordi di Minsk, cercando invece di sfruttarli per riarmare Kiev in vista di un’offensiva finale contro il Donbass. Ciò dimostra che la Germania ha cercato di espandere la propria influenza fino alle regioni più lontane della CEE per tutto questo tempo, ma questo grande obiettivo strategico è stato bruscamente messo in discussione dall’operazione speciale della Russia e dal ruolo di primo piano che la Polonia si è assegnata nel combattere la guerra per procura della NATO.

Nonostante i fattori ideologici e di influenza che già esercitavano un’influenza sulla politica tedesca all’inizio di questo conflitto, essi non erano abbastanza potenti da soli per far sì che la Germania giocasse un ruolo uguale a quello della Polonia. I politici potrebbero aver pensato, a torto, che sarebbe finita in poche settimane o al massimo in un mese, scommettendo così che fosse meglio mantenere una politica relativamente più pragmatica nei confronti della Russia, nonostante la sua adesione alle richieste di sanzioni degli Stati Uniti.

È stato solo dopo che è diventato evidente che il conflitto si sarebbe probabilmente protratto nel tempo che hanno iniziato a valutare se cambiare la loro posizione assumendo un qualche ruolo militare in risposta all’immensa pressione di competere con la Polonia per i cuori e le menti nella CEE. Dal punto di vista degli Stati Uniti, era utile incoraggiare queste dinamiche per evitare di dipendere troppo dalla Polonia come primo partner europeo dopo la fine del conflitto e per far sì che la Germania rovinasse i suoi legami con la Russia.

La confederazione de facto annunciata dalla Polonia e dall’Ucraina dopo il viaggio del presidente Duda a Kiev a fine maggio 2022 ha fatto temere alla Germania che il suo vicino potesse batterla nella competizione per diventare il partner più importante dell’Ucraina dopo il conflitto. Questo sviluppo, unito alla crescente pressione del soft power guidato dalla Polonia nei Paesi dell’Europa centrale, ha contribuito a far sì che la Germania prendesse finalmente in considerazione un ruolo maggiore in questa guerra per procura, culminata con il manifesto egemonico del Cancelliere Scholz, presentato negli Stati Uniti lo scorso dicembre.

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Tornando all’analisi di Lukyanov, essa è ovviamente molto perspicace, ma rimane incompleta in quanto manca il fattore polacco, che spiega perché gli altri due hanno portato alla fine dell’anno scorso a una svolta antirussa della Germania e non subito dopo l’inizio dell’operazione speciale. In ogni caso, la sua conclusione che la Germania è oggi uno dei principali oppositori della Russia è significativa perché si può intuire che riflette le opinioni dei suoi colleghi influenti in materia di politica, il che non lascia presagire nulla di buono per il futuro dei legami bilaterali.

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