Il Giappone e le Filippine mirano a provocare una nuova corsa agli armamenti in Asia su richiesta dell’America

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Alla fine di luglio la Cina ha avvertito che il posizionamento di missili americani a raggio intermedio potrebbe “provocare una corsa agli armamenti”, seguita all’inizio di agosto dalla Russia che ha avvertito il Giappone che ospitare gli stessi potrebbe “innescare un’altra corsa agli armamenti nella regione”. Già all’inizio di luglio si era valutato che “il patto logistico militare tra Giappone e Filippine aumenta il rischio di guerra con la Cina”, e ora è chiaro che il loro comune patrono americano sta ricorrendo alla strategia del rischio nell’ambito del suo “Pivot (back) to Asia”.

A quanto pare, gli Stati Uniti stanno calcolando che un deliberato inasprimento delle tensioni nel Sud-Est e nel Nord-Est asiatico, sia attraverso l’armamento del nuovo patto logistico militare dei loro due alleati regionali sia attraverso il dispiegamento di missili a raggio intermedio, metterebbe Cina e Russia sulla difensiva. Il Primo Ministro ungherese Orban si è recentemente chiesto perché gli Stati Uniti avrebbero spinto i loro avversari eurasiatici ad avvicinarsi l’uno all’altro, cosa che dovrebbero chiedersi più osservatori.

Le corse agli armamenti sono sempre positive per il complesso militare-industriale, che esercita un’influenza spropositata sulla politica statunitense, ma in questo caso potrebbe esserci qualcosa di più dei semplici vantaggi pecuniari. Costringendo la Cina e la Russia a coordinare la loro risposta al “doppio contenimento” degli Stati Uniti in quella che può essere definita l’Intesa sino-russa, gli Stati Uniti potrebbero convincere i membri dell’UE della NATO che continuare a contenere la Russia in Europa dopo l’inevitabile fine del conflitto ucraino aiuta gli Stati Uniti a contenere la Cina in Asia.

“Il piano di Trump per la NATO è già parzialmente attuato”, ovvero i progressi compiuti finora nell’incoraggiare una più stretta cooperazione militare-industriale intraeuropea in modo da rafforzare le capacità difensive del blocco, che possono poi facilitare il ‘Pivot (back) to Asia’ degli Stati Uniti. L’America non può contenere efficacemente la Russia e la Cina contemporaneamente, per cui deve affidarsi a una rete di alleati regionali per condividere il cosiddetto fardello, il che spiega la necessità che la NATO sia all’altezza della situazione.

Dall’altra parte dell’Eurasia, gli Stati Uniti stanno assemblando una NATO asiatica incentrata sul nucleo AUKUS+ col partenariato strategico nippo-filippino, che sarà poi incoraggiata a replicare il precedente militare-industriale intraregionale che potrebbe essere stabilito dai membri UE della NATO. Verrebbe quindi introdotta la narrativa generale secondo cui ogni rete a guida americana sta facendo la sua parte nel contenere l’Intesa sino-russa, che verrebbe poi sfruttata per promuovere un più stretto coordinamento del “doppio contenimento”.

Gli Stati Uniti potrebbero dover provocare una corsa agli armamenti in Asia per far sì che i membri UE della NATO comprendano meglio l’urgenza con cui il loro patrono deve “Pivot (back) to Asia” e il motivo per cui dovranno condividere maggiormente il cosiddetto onere di contenere la Russia una volta che ciò avverrà. In altre parole, gli Stati Uniti stanno rischiando di avvicinare Cina e Russia come mai prima d’ora, nella speranza che questo possa aiutare a unire Europa e Asia contro entrambe sotto la loro egida, ma ciò potrebbe anche ritorcersi contro.

Ad esempio, l’UE potrebbe puntare i piedi e i suoi lobbisti potrebbero introdurre la contro-narrazione che gli Stati Uniti stanno “abbandonando l’Europa alla Russia” se il loro patrono facesse “Pivot (back) to Asia” prima della fine del conflitto ucraino, ad esempio a causa di una crisi scoppiata accidentalmente in Asia. Inoltre, una più stretta cooperazione tecnico-militare russo-cinese, azioni congiunte e mosse coordinate potrebbero indebolire ulteriormente il “doppio contenimento” degli Stati Uniti, soprattutto se i suoi alleati regionali non si facessero avanti.

Il fatto che il Giappone e le Filippine provochino una corsa agli armamenti in Asia potrebbe quindi avere l’effetto opposto a quello desiderato, rafforzando di fatto l’intesa sino-russa e, al tempo stesso, creando inavvertitamente un cuneo tra gli Stati Uniti e i membri dell’UE della NATO. Questo piano sembra buono sulla carta e c’è una certa logica dietro di esso, ma tutto potrebbe andare molto diversamente dal previsto una volta attuato, anche se gli Stati Uniti sembrano ancora decisi a lanciare i dadi e sperare per il meglio.

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