
presentiamo due articoli che aiutano a capire la realtà del Burkina Faso e l’eredità di Thomas Sankara
Il Burkina Faso un paese che cerca di riprendere la propria strada per l’autodeterminazione e lo sviluppo
di Leonardo Pucci
Storia
Il Burkina Faso è uno stato dell’Africa Occidentale, precedentemente noto come Alto Volta, ha una storia ricca e complessa. Le sue radici affondano negli antichi regni dei Mossi, fondati tra l’XI e il XIII secolo, che dominarono la regione per secoli. Nel 1896, il paese fu colonizzato dalla Francia, diventando parte dell’Africa Occidentale Francese. Dopo un periodo di amministrazione coloniale, l’Alto Volta ottenne l’autonomia nel 1958 e la piena indipendenza il 5 agosto 1960, con Maurice Yaméogo come primo presidente. Il paese ha attraversato periodi di instabilità politica ed ha subito numerosi colpi di stato tra cui quelli del 1966, 1980, 1982, 1983, 1987 e due nel 2022. Nel 1984, sotto la guida di Thomas Sankara, il paese cambiò nome in Burkina Faso, che significa “terra degli uomini integri”.
Economia
Nonostante il Burkina Faso sia tra i paesi più poveri al mondo, con un pil pro capite nel 2023 di soli 874 $, la sua economia ha mostrato segnali di crescita negli ultimi anni. L’agricoltura rimane il settore predominante, impiegando circa l’80% della popolazione, con il cotone come principale coltura da reddito. Negli ultimi anni, l’estrazione dell’oro ha superato il cotone come principale fonte di introito nazionale, contribuendo significativamente alle esportazioni. Tuttavia, il paese continua a dipendere dagli aiuti internazionali e affronta sfide come l’irregolarità delle piogge, la povertà diffusa e infrastrutture limitate.
Demografia
Il Burkina Faso ha una popolazione giovane e in rapida crescita che attualmente ammonta a circa 21 milioni di abitanti L’aspettativa di vita è inferiore ai 50 anni, con un’età media della popolazione di circa 17 anni. Il tasso di crescita della popolazione è elevato, nonostante il saldo migratorio passivo. Negli ultimi decenni, la popolazione è quadruplicata, passando da 4,8 milioni nel 1960 a oltre 20 milioni.
Composizione etnica
Il Burkina Faso è caratterizzato da una notevole diversità etnica, con oltre 60 gruppi distinti. I Mossi rappresentano circa il 40% della popolazione e sono storicamente il gruppo dominante. Altri gruppi significativi includono i Fulani, Bobo, Lobi, Gurunsi e Senufo. Questa diversità etnica si riflette nella varietà di lingue e tradizioni culturali presenti nel paese.
Sviluppi politici
Dall’indipendenza, il Burkina Faso ha vissuto periodi di instabilità politica, con numerosi colpi di stato e cambi di governo. Una figura centrale è stata Thomas Sankara, che prese il potere nel 1983 e avviò riforme radicali orientate all’autosufficienza economica, alla lotta contro la corruzione e alla promozione dei diritti delle donne. Durante il suo governo, il paese fu rinominato Burkina Faso e furono implementate politiche come campagne di vaccinazione di massa, programmi di riforestazione e iniziative per migliorare l’istruzione e la sanità. Tuttavia, nel 1987, Sankara fu assassinato in un colpo di stato guidato dal suo ex alleato Blaise Compaoré, che rimase al potere fino al 2014, riportando il paese sotto l’influenza della Francia. Negli anni successivi, il paese ha continuato a confrontarsi con sfide politiche, tra cui movimenti popolari per la democrazia e, più recentemente, problemi legati al terrorismo e all’instabilità regionale.
La situazione attuale
Il Burkina Faso è un paese con una storia ricca e complessa, caratterizzato da una notevole diversità etnica e culturale e ha un livello di sviluppo economico e sociale alquanto limitato. Nonostante le sfide economiche e politiche impegnative, il paese cerca di procedere verso la stabilità e lo sviluppo grazie al nuovo governo di Ibrahim Traoré che, insediatosi con un colpo di stato nel settembre del 2022, ha impresso una svolta al paese attuando politiche anticolonialiste e a favore della popolazione. Nei suoi discorsi ha fatto spesso ricorso ai valori e agli ideali di Thomas Sankara, come la lotta contro il neocolonialismo e per la conquista dell’autodeterminazione anche in campo economico cercando di riprendere il percorso tracciato negli anni ’80 dall’allora giovane presidente, tutt’oggi ancora molto amato dal suo popolo.
Thomas Sankara: il Che Guevara africano
di Giovanni Rota
Vita, valori e progetto politica del giovane rivoluzionario africano
Thomas Sankara, conosciuto come il “Che Guevara africano” o “il Presidente ribelle”, è stato un rivoluzionario carismatico che ha cambiato il corso della storia del Burkina Faso e dell’intera Africa occidentale. Presidente del Burkina Faso dal 1983 al 1987, Sankara è diventato una figura ispiratrice per milioni di persone grazie alle sue politiche radicali in favore della giustizia sociale, dell’emancipazione femminile e della lotta contro il neocolonialismo. Nonostante la sua presidenza sia durata solo quattro anni, ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore del suo paese e del continente africano, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione di molti, sia in patria che all’estero.
Primi anni e formazione rivoluzionaria
Nato il 21 dicembre 1949 a Yako, nell’allora Alto Volta (oggi Burkina Faso) ex colonia francese fino al 1960, Thomas Sankara proveniva da una famiglia modesta di etnia mossi. Cresciuto con un forte senso di disciplina, a 18 anni entrò nell’esercito, dove trovò non solo una carriera, ma anche un’opportunità per ampliare i suoi orizzonti grazie agli studi all’estero, in Madagascar e in Francia. Fu in Madagascar, durante i sollevamenti popolari del 1971, che Sankara iniziò a sviluppare una coscienza politica, abbracciando il marxismo-leninismo. Questa ideologia influenzò profondamente il suo pensiero, portandolo a credere fermamente nella necessità di una rivoluzione sociale per liberare il suo popolo dalla povertà e dall’oppressione.
Una vita di integrità e semplicità
La vita personale di Sankara rifletteva i suoi ideali. Rifiutò i lussi del potere: guidava una semplice Renault 5, una delle auto più economiche sul mercato, rinunciò a tutti i benefici di un leader politico, e morì possedendo solo una chitarra, pochi vestiti e un conto in banca di soli 150 dollari. Questa modestia lo rese un simbolo vivente di integrità e un esempio per i membri del suo governo, che erano tenuti a seguire il suo modello di trasparenza.
La presa del potere e la nascita del Burkina Faso
Nel 1983, dopo un breve periodo di detenzione imposto dal presidente Jean-Baptiste Ouédraogo, Sankara assunse la guida del Paese grazie al sostegno del suo amico e compagno d’armi Blaise Compaoré. A soli 33 anni, divenne il presidente più giovane dell’Africa, e iniziò subito a promuovere una trasformazione radicale. Uno dei suoi primi atti
simbolici fu il cambiamento del nome del paese da Alto Volta a Burkina Faso, che significa “terra degli uomini integri”. Questo nuovo nome rifletteva i valori di onestà, giustizia e dignità che Sankara desiderava infondere nel suo popolo, rompendo definitivamente col passato coloniale.
Riforme sociali: istruzione, sanità e uguaglianza
Con un programma di riforme ambizioso e senza precedenti, Sankara mise al centro del suo mandato il miglioramento delle condizioni di vita dei più poveri. Lanciò campagne di alfabetizzazione e di vaccinazione di massa, che riuscirono a immunizzare 2,5 milioni di bambini contro malattie mortali come il morbillo, la poliomielite e la febbre gialla. Si
concentrò sulla costruzione di scuole, ospedali e abitazioni, rifiutando ogni forma di aiuto estero che non fosse legato a progetti di sviluppo reale. In questo modo, cercò di portare il Burkina Faso verso l’autosufficienza, opponendosi fermamente al pagamento del debito coloniale, che considerava uno strumento di oppressione neocoloniale.
La lotta per l’ambiente e l’autosufficienza agricola
Sankara fu un pioniere nel campo della sostenibilità ambientale, introducendo misure innovative per combattere la desertificazione. In un Paese afflitto da siccità cronica, lanciò una massiccia campagna di rimboschimento che portò alla piantumazione di oltre 10 milioni di alberi. Promosse anche la costruzione di infrastrutture idriche, realizzando 258 bacini d’acqua, 1.000 pozzi e 302 trivellazioni, garantendo così un miglior accesso all’acqua potabile per la popolazione rurale. La sua visione di un’agricoltura sostenibile e l’abolizione dei privilegi della classe dirigente permisero al Paese di raggiungere l’autosufficienza alimentare in soli tre anni.
Femminismo e diritti delle donne
Un aspetto rivoluzionario della leadership di Sankara fu il suo impegno per l’emancipazione femminile. Fu uno dei primi leader africani a riconoscere apertamente l’importanza del ruolo delle donne nello sviluppo del Paese. Proibì la pratica delle mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e la poligamia, e incoraggiò le donne a entrare nella forza lavoro e a partecipare attivamente alla vita politica. Sotto il suo governo, le donne furono promosse in ruoli di responsabilità e vennero incentivate a prendere parte alla costruzione del nuovo Burkina Faso.
Politica estera: lotta contro il colonialismo e l’imperialismo
Sankara non limitò la sua rivoluzione ai confini nazionali. Durante i suoi discorsi all’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA ora UA) e alle Nazioni Unite, esortò gli altri Paesi africani a unirsi contro l’imperialismo occidentale e a rifiutare il pagamento dei debiti internazionali, affermando che “non possiamo pagare il debito perché non siamo responsabili per esso”. Inoltre, denunciò l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1979 e criticò l’intervento militare statunitense a Grenada 1983, dimostrando un’indipendenza ideologica rara nel panorama politico del tempo.
Il tragico epilogo: il colpo di stato e l’assassinio
Le sue politiche radicali e la sfida aperta ai poteri forti gli valsero numerosi nemici, sia all’interno che all’esterno del Paese. Il 15 ottobre 1987, Thomas Sankara fu assassinato a soli 37 anni in un colpo di stato orchestrato dal suo ex alleato Blaise Compaoré, con il presunto sostegno di potenze straniere come Francia e Costa d’Avorio. Fu sepolto in una tomba anonima alla periferia di Ouagadougou, ma la sua eredità non fu mai dimenticata. Nel 2023, le autorità burkinabè hanno deciso di trasferire i resti di Sankara e dei suoi compagni nel luogo dove furono assassinati, in segno di riconciliazione storica.
L’eredità di un’icona intramontabile
Oggi, Thomas Sankara è venerato non solo in Burkina Faso, ma in tutta l’Africa come simbolo di integrità morale, per la creazione di un mondo più equo e per la lotta contro le ingiustizie. Le sue idee continuano a ispirare movimenti sociali e politici in tutto il mondo. Nonostante i tentativi di Compaoré di cancellare il suo ricordo, Sankara rimane una figura di
riferimento per chi crede in un’Africa libera, giusta e autodeterminata. La sua eredità vive attraverso commemorazioni, canzoni come “Quando l’angelo vola” di Fiorella Mannoia e la diffusione dei suoi discorsi che continuano a ispirare nuove generazioni nella lotta per un mondo più equo.
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