di Andrew Korybko
da https://korybko.substack.com
Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
Ecco la versione in lingua inglese dell’intervista che ho recentemente rilasciato a Fars News sugli ultimi disordini in Iran.
1. Qual è stato il ruolo dei social media nei recenti disordini in Iran?
I social media sono serviti a diffondere notizie false sul cosiddetto “evento scatenante” che è stato sfruttato come pretesto per mettere in moto l’ultimo tentativo di Rivoluzione colorata pianificato da tempo. Hanno anche fornito una piattaforma per i partecipanti, sia quelli che consapevolmente cospirano con partiti stranieri sia la grande maggioranza delle persone che sono state ingannate dai loro compatrioti traditori, per coordinare i loro crimini destabilizzanti contro lo Stato.
2. Cosa sta succedendo in Iran? È una rivoluzione colorata?
Gli ultimi disordini hanno tutte le caratteristiche di un classico tentativo di Rivoluzione Colorata, che si riferisce all’esacerbazione esterna di tensioni socio-politiche preesistenti attraverso le fake news, al fine di armare le proteste contro lo Stato preso di mira. L’Iran viene attaccato ancora una volta con mezzi ibridi come punizione per il suo rifiuto di cedere unilateralmente sui suoi interessi nazionali riguardo al negoziato sul nucleare, ai suoi legami strategici con la Russia e al ruolo crescente della Repubblica islamica nel multipolarismo.
3. Come usano i social media gli Stati Uniti contro l’Iran nella guerra ibrida?
I social media riuniscono persone che già nutrono un certo grado di sentimento anti-statale, li radicalizzano ulteriormente attraverso le fake news e poi forniscono una piattaforma per coordinare i loro crimini contro lo Stato. Senza i social media, i loro complotti per una Rivoluzione Colorata si dissolverebbero e perderebbero efficacia. D’altro canto, però, i social media possono anche essere utilizzati dai patrioti e dalle organizzazioni della società civile associate per contrastare le narrazioni false e traditrici.
4. Quali sono gli effetti e i risultati di questa guerra dell’informazione attraverso i social media contro il popolo e il governo iraniani?
La guerra dell’informazione mira ad ampliare le divisioni preesistenti all’interno della società al fine di destabilizzare lo Stato preso di mira, mettendo i suoi cittadini gli uni contro gli altri e anche contro il loro governo. Finora ha avuto un certo impatto, come dimostrano i continui disordini, ma allo stesso tempo non è riuscita a gettare il Paese nel caos totale. La sfida della guerra ibrida rimarrà, ma non è insormontabile, soprattutto se la società si unirà su base patriottica per opporsi a questa ingerenza.
5. In che modo i social media cambiano il comportamento e la percezione delle persone?
I social media possono rafforzare le percezioni preesistenti, soprattutto quando le fake news vengono utilizzate a questo scopo per radicalizzare ulteriormente coloro che già nutrono un certo grado di sentimento antistatale. Poiché sono accessibili da chiunque, il loro effetto può essere istantaneo e provocare una reazione eccessiva se si legge qualcosa di drammatico. Le persone devono acquisire un’adeguata alfabetizzazione mediatica per discernere le fake news dalle notizie vere, oltre a imparare a controllare meglio le proprie emozioni.
6. Quali tecniche utilizzano gli Stati Uniti per manipolare il popolo iraniano al fine di raggiungere i propri obiettivi politici e geopolitici?
Gli antropologi culturali statunitensi, la diaspora iraniana antistatale, le agenzie di intelligence, gli esperti regionali e gli scienziati sociali hanno studiato attentamente per anni le tendenze socio-politiche (soft security) della Repubblica islamica. Hanno quindi identificato quelle che ritengono essere le principali linee di faglia del loro obiettivo e hanno creato le narrazioni di fake news che si aspettano di ampliare ulteriormente. Le loro operazioni di divide et impera sono quindi condotte principalmente attraverso i social media e i loro agenti all’interno dell’Iran.
7. Qual è l’obiettivo della guerra ibrida degli Stati Uniti contro l’Iran?
Il grande obiettivo strategico è quello di effettuare il cambio di regime della leadership rivoluzionaria iraniana e poi balcanizzare questo Stato storicamente eterogeneo, formalmente o de facto, attraverso lo scenario bosniaco del cosiddetto “federalismo identitario”. La Repubblica islamica viene punita per essersi sempre schierata dalla parte della giustizia contro i complotti regionali di USA-Israele-Sauditi. Washington è anche tremendamente irritata per il fatto che Teheran sta espandendo in modo capillare le sue relazioni strategiche anche con Mosca.
8. E cosa dovrebbe fare l’Iran con i social media?
I social media devono rimanere monitorati e regolamentati per identificare e sventare preventivamente le minacce latenti alla sicurezza, comprese quelle che si basano sulle fake news per portare avanti i loro subdoli obiettivi antistatali. Queste piattaforme sono spade a doppio taglio che possono essere utilizzate per dividere e governare la società, ma anche per unificarla, a seconda di chi le usa e per quali scopi. Lo Stato e la società civile patriottica dovrebbero quindi riflettere a fondo su come utilizzare i social media per scopi positivi.
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