Gli ultimi scontri nel Caucaso meridionale sono programmati per sfruttare la battuta d’arresto della Russia nella regione di Kharkov

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

L’Armenia e l’Azerbaigian si sono nuovamente scambiati accuse di avere attaccato senza provocazioni, il che li ha portati a scontri armati attraverso il loro confine comune. Sebbene non sia chiaro quale sia la parte responsabile dell’ultima aggressione, è ovvio che il colpevole mirava a sfruttare la battuta d’arresto della Russia nella regione di Kharkov durante il fine settimana. Da questa osservazione, gli ultimi scontri possono essere interpretati in due modi.

Dal punto di vista armeno, l’Azerbaigian (quasi certamente appoggiato dall’alleato turco nell’ambito di un possibile gioco di potere regionale) ha cercato di risolvere militarmente il problema della permanenza di combattenti armati sul suo territorio, sul quale ha in precedenza richiamato l’attenzione. La motivazione di Baku in questo scenario sarebbe stata quella di forzare una ritirata armena mentre la Russia era distratta in Ucraina e, in ultima analisi, costringere Yerevan a ritirarsi completamente dal Karabakh.

Dal punto di vista azero, l’Armenia potrebbe essere stata incoraggiata dagli Stati Uniti (considerando la visita del capo della CIA Burns a metà luglio) a provocare un’altra guerra allo scopo di aprire un cosiddetto “fronte meridionale” che distoglierebbe l’attenzione militare della Russia dall’Ucraina. Di conseguenza, la motivazione di Yerevan in questo scenario sarebbe stata quella di forzare un intervento russo di emergenza per proteggere i suoi combattenti rimasti in Karabakh, che avrebbe potuto rischiare una guerra più ampia con l’Azerbaigian e la Turchia.

Sulla base di ciò, ognuno di questi scenari avrebbe conseguenze molto gravi ma ci sono anche tre punti in comune: 1) sono stati pianificati per sfruttare sviluppi militari svantaggiosi per la Russia in Ucraina; 2) peggiorerebbero i legami della Russia con l’Azerbaigian e la Turchia; 3) indebolirebbero l’influenza della Russia nel Caucaso meridionale. Si può quindi concludere che gli ultimi scontri favoriscono i grandi interessi strategici dell’America.

Entrambe le parti in conflitto hanno stretti legami con gli Stati Uniti, quindi è impossibile discernere dalle sole relazioni bilaterali quale sia il responsabile di quanto appena accaduto. Tuttavia, è prevedibile che la Russia indaghi su tutti i fatti legati a questi ultimi scontri per determinare quale Paese li abbia provocati, dopodiché reagirà di conseguenza anche se non lo farà direttamente o pubblicamente. Questo perché l’aggressore sarà considerato da Mosca un pericoloso proxy della guerra ibrida statunitense.

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