Giornalista d’eccezione: Whitney Webb

di Mark Epstein

Di recente pubblicazione un’opera in due volumi, One Nation Under Blackmail: autrice Whitney Webb. Giornalista che ha già pubblicato contributi notevoli su Mint Press, Global Research, Unz Review, e Black Agenda Report; assolutamente da consultare il suo sito web, con ottimi interventi anche di altri ricercatori indipendenti, e che si chiama “Unlimited Hangout”. La sua ricerca ha immediatamente suscitato un grande interesse in rete, soprattutto su siti della sinistra reale, che ancora si interessa di storia ed eventi reali, e non solo di velleitarismi, dogmatismi ed incipienti neototalitarismi a seguire fughe in avanti sui binari delle ultra-astrazioni avulse da ogni specificità e concretezza della ‘sinistra’ che persegue ‘livellamenti’ pseudo-collettivisti sui binari dell’identarismo postmoderno.

Il contenuto dichiarato dei volumi concerne l’amplissimo universo dei retroscena e delle connivenze attorno alla figura di Jeffrey Epstein, ma in realtà la Webb ci ha fornito un’opera frutto di meticolose indagini sui legami a partire almeno dagli inizi del 20esimo secolo tra gli universi della malavita organizzata, dei servizi, della finanza così come di grossi enti aziendali, soprattutto negli USA, ma in realtà con collegamenti in tutto l’Occidente ed anche in altre parti del mondo.

Il tipo di analisi intrapreso dalla Webb costituisce solo un tassello all’interno delle molte analisi necessarie oggi per una sinistra internazionalista, di classe e seriamente anti-imperialista. Sono quindi sempre imprescindibili anche le più tradizionali analisi di tipo geostrategico (cf. le recenti importanti analisi di Marco Pondrelli a riguardo), di economia politica, economia, storia istituzionale, sociale e via dicendo (anche se per l’ultima incarnazione delle ‘anime belle’ del postmoderno, sembra essere quasi punto d’orgoglio fare finta che la geostrategia nemmeno esista). Ma per quanto indicazioni riguardo tendenze statistiche, medie, ecc. siano sempre importanti, un’analisi realmente materialista deve sempre ricordarsi che la storia viene fatta da individui concreti e specifici in circostanze concrete e specifiche, e non da astrazioni, per quanto possano sembrare ‘rivoluzionarie’ a livello teorico (ma verbale). Quindi una sinistra storica più avvertita sapeva ricordarsi dell’importanza del concreto e del dettaglio, delle frazioni di classe, di istituzioni specifiche, La sinistra più intelligente degli anni ‘60 sapeva benissimo, per esempio, che la DC non era affatto un blocco monolitico, che le correnti rappresentavano interessi non sempre omogenei tra loro, che anche a livello di classe si trattava di ‘rappresentanze’ complesse, e che anche a livello di individui, bisognava rimanere attenti allo specifico; Fanfani non era Andreotti che non era Zaccagnini, e via dicendo.

L’importanza del lavoro della Webb pertiene anche al fatto che la maggioranza del materiale incluso concerne i due imperi anglosassoni nella loro successione. Nel caso di quello britannico la crescita dei servizi e dell’esercito, quindi di istituzioni ed apparati di potere funzionali ad un dominio imperiale e coloniale che non verteva affatto soprattutto dalla fine del 19esimo secolo in poi sulla capacità di prevalere nella lotta tra capitali nazionali, ma nella capacità di estorcere plusvalore mediante mezzi coercitivi integrati ai rapporti coloniali e quindi a quelli di sudditanza economica.

Nel caso dell’Impero/IV Reich poi, si ha la consegna del testimone dall’impero britannico a quello yanqui, formalizzata poi anche a molti livellli istituzionali, a seguito della II GM. Ed un aspetto della “special relationship” tra le due potenze più abusive ed ipocrite degli ultimi due secoli che viene pochissimo discusso, per ovvi motivi di propaganda riguardo il proprio presunto (ed inesistente) status di ‘fari della democrazia’, è quello relativo alle collaborazioni, trasmissioni di informazioni, ‘competenze’ ed ‘expertise’ a livello dei servizi, delle forze armate e della finanza tra i due imperi. Nel caso di nazioni senza forti passati imperiali, coloniali, e/o di soprusi basati sulla coercizione a livello internazionale, che si sono basati soprattutto su capacità di competizione nei rapporti tra capitali nazionali (pensiamo ai paesi scandinavi, al Canada, a vari paesi dell’America latina, il che ovviamente non vuol dire ovviamente che in questi paesi non ci siano stati genocidi e soprusi contro la popolazione indigena, od abuso dei servizi, ma che non sono mai stated parti necessarie ed integrali per preservare un dominio a livelli più estesi), servizi, esercito, finanza hanno sempre svolto dei ruoli più limitati, e meno integrati al successo apparentemente ‘economico’ dei suddetti imperi.

La ricerca della Webb non collega solo tra di loro gli universi dei servizi, della malavita, della finanza e del capitale, portando alla luce molti legami e molte connivenze occulte, ma collega tra loro anche individui, istituzioni, interessi ed episodi di cui molti erano a conoscenza isolatamente, ma non nelle interconnessioni trasversali di protagonisti ed enti.

Dalle fortune accumulate ai tempi della Prohibition degli anni ‘20 e ‘30 (Bronfman, Kennedy, loro progenie ed accoliti), ai legami tra la malavita, finanza ed universo dell’avvocatura di NYC (Meyer Lanksy, Roy Cohn, i fratelli Dulles, e così via forse non all’infinito, ma attraverso un intrico di centinaia di collegamenti e collusioni trasversali), ai legami tra gli inizi dell OSS (futura CIA) e l’universo della mafia statunitense e siciliana (Lucky Luciano il caso più emblematico e famoso, ma non il solo), ai legami tra servizi e mafia riguardo Cuba, la Baia dei Porci, l’assassinio di JFK, poi RFK, MLK, ecc.), ai legami con il sindacato dei Teamster, per arrivare sino ai finanziamenti per i Clinton, alla Clinton Foundation, alla BCCI, a Robert Maxwell, la Mossad, ed infine agli inizi della carriera di Jeffrey Epstein, anche più ricca di conseguenze per quanto riguarda i forti collegamenti con gli universi dei servizi, della finanza e della mala, e niente affatto ‘solo’ per quel che riguarda il traffico di minorenni e le pratiche di ricatto ad esse collegate.

Dalla World Economic Forum, all’universo dei ‘social media’ la Whitney Webb ci educa a tutto un’amplissimo universo di complessi intrichi individuali, molti dei quali quasi sicuramente la stragrande maggioranza di noi ignoravano.

Ma la Webb è sempre molto attenta riguardo la documentazione e le fonti, e molto cauta nel mai dare peso eccessivo ad ipotesi non suffragate pienamente dai dati rivelati dalla sua formidabile ricerca.

Qui appunto si rivela la differenza tra “investigative journalism” di alta qualità e complottismo. Per mettere in evidenza ciò che vorrei sottolineare si potrebbe contrastare la ricerca della Webb alle tesi spesso sostenute da Lyndon LaRouche (che biograficamente incarna un interessante miscuglio di passato ‘trotzkysta’ e di attività professionale a Wall Street) e dal movimento a lui collegato. Sia la Webb che il movimento di LaRouche mettono in evidenza collegamenti tra il mondo della finanza e dei servizi, tra ‘esperienza’ (e strumenti di dominio, tra cui appunto servizi e forze armate) dell’impero britannico e sua ‘trasfusione’ nei discepoli dei servizi dell’Impero (ora IV Reich), e dominio con aspirazioni neototalitarie globali del IV Reich, ma nel caso di LaRouche e del movimento da lui fondato, si finisce in complottismi legati alla regina d’Inghilterra e simili (mentre un nucleo razionale di partenza, e cioè quello che riguarda la presenza schiacciante del capitale finanziario prima soprattutto inglese, ora soprattutto statunitense come reticolato di pressioni sugli universi della politica e delle istituzioni ‘globalizzanti’ (FMI, Banca Mondiale, WEF, ecc.) poteva essere seguito da LaRouche & Co., una volta tolte le cautele ed i limiti di una ricerca attenta ed autocosciente, si finisce con la regina d’Inghilterra e le aspirazioni alla colonizzazione umana del sistema solare). Quando la Webb segue in parte gli stessi collegamenti, lo fa de facto senza eccezione in maniera misurata, non eccedendo mai nella formulazione di ipotesi ciò che i dati empirici le forniscono.

In ogni caso volumi molto preziosi, e vorrei dire (non penso in realtà di esagerare se non di pochissimo) quasi imprescendibili, per chi vuole seguire aspetti fondamentali di come il potere imperiale prima britannico, ora del IV Reich si esercita nelle sue modalità più visceralmente anti-democratiche, manipolatorie ed ora neototalitarie.

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