
di Giulio Chinappi
dahttps://giuliochinappi.wordpress.com
La caduta del governo Scholz apre nuovi scenari per la politica tedesca, con il rischio di un’avanzata dell’estrema destra e il debutto del partito BSW alle elezioni federali. La nuova formazione di sinistra dovrà soprattutto evitare di ripetere gli errori di Die Linke.
La Germania sta vivendo momenti di grande rilevanza per il futuro politico del Paese cardine dell’Unione Europea, dopo la caduta del governo federale del socialdemocratico Olaf Scholz. Il cancelliere si era già trovato in una difficile situazione dopo il crollo della coalizione che lo aveva sostenuto, lasciandolo a gestire un governo di minoranza, ma il voto di censura del parlamento di Berlino ha decretato la fine anticipata del suo esecutivo, con le prossime elezioni federali che dovrebbero avere luogo a febbraio, sette mesi prima di quanto inizialmente previsto.
La caduta di Scholz potrebbe aprire le porte del governo all’estrema destra, visti i risultati che il partito AfD (Alternative für Deutschland) sta ottenendo alle elezioni dei vari Länder, ma rappresenterà anche un importante banco di prova per BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht – Vernunft und Gerechtigkeit), il partito di sinistra guidato da Sahra Wagenknecht, che per la prima volta prenderà parte alle elezioni federali. Vista la grande insoddisfazione nei confronti dei partiti tradizionali, la formazione BSW ha una grande opportunità da non lasciarsi sfuggire, ed il partito sembra esserne ben consapevole, prendendo in considerazione quello che si legge sul sito ufficiale:
“Crisi economica, forniture di armi, prezzi dell’energia esageratamente alti, infrastrutture trascurate, una politica migratoria caotica, disuguaglianze crescenti e povertà tra gli anziani, limitazione della libertà di espressione, un sistema sanitario sovraccarico e molto altro ancora. Le persone in Germania sono giustamente deluse dalla politica. Promesse elettorali infrante, cambi di rotta improvvisi, una politica economica ed energetica irrealistica e mal gestita. Pensiamo che i cittadini tedeschi non meritino tutto questo.
Per la nostra giovane formazione politica è la prima volta che partecipiamo alla campagna per il Bundestag, ma abbiamo grandi ambizioni: vogliamo cambiare radicalmente la politica in Germania.
Per questo diciamo: non accontentatevi di questa politica! Un’alternativa è possibile. Il nostro Paese merita molto di più e, soprattutto, un ritorno alla ragione e una politica basata sulla giustizia“.
Secondo i sondaggi, BSW potrebbe assestarsi tra il 5% e l’8%, classificandosi come quinto partito a livello federale, un risultato che permetterebbe al partito di superare la soglia di sbarramento del 5% per entrare in parlamento. Al contrario, l’altro partito di sinistra, Die Linke, non dovrebbe andare oltre il 3%, restando fuori dall’emiciclo federale. Un dato che dovrebbe far riflettere Sahra Wagenknecht, fuoriuscita proprio da Die Linke, sulla linea futura da impostare per il suo partito.
Un tempo considerata come una delle principali forze della sinistra europea, Die Linke ha iniziato il proprio declino quando ha allineato le proprie politiche a quelle dei socialdemocratici, scendendo a compromessi che non sono piaciuti all’elettorato ed alla base del partito. Sembrano oramai lontane le elezioni del 2009, quando, in piena crisi economica, la formazione allora guidata da Oskar Lafontaine sfiorò il 12% dei consensi, eleggendo ben 76 deputati. Ora, come detto, Die Linke rischia di sparire dal Bundestag, la camera bassa del parlamento federale.
L’alleanza BSW ha già dimostrato di essere pronta a scendere a compromessi a livello di Länder, entrando a far parte di ben due governi: in Turingia, BSW ha appoggiato il candidato democristiano della CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands), Mario Voigt, insieme ai socialdemocratici di SPD (Sozialdemokratische Partei Deutschlands); in Brandeburgo, invece, la formazione di sinistra ha votato per il socialdemocratico Dietmar Woidke, permettendogli di ottenere il suo quarto mandato come ministro-presidente di questo Land.
In entrambi i casi, BSW ha agito con un duplice scopo: da un lato, quello di evitare l’ingresso nel governo dell’estrema destra di AfD, che ha ottenuto risultati storici in entrambe le elezioni, classificandosi addirittura come prima forza in Turingia; dall’altro, quello di spostare verso sinistra le politiche di governi che fino ad ora si erano sempre retti sull’alleanza tra i due partiti tradizionali, SPD e CDU. Entrambi questi scopi possono essere condivisibili, ma c’è il serio rischio che BSW si lasci trascinare dalle politiche moderate dei socialdemocratici, seguendo la stessa parabola della Linke.
Certamente, BSW ha già ottenuto delle vittorie parziali stipulando questi due accordi di governo, come sulla questione della guerra in Ucraina. Nel contratto di governo tra BSW e SPD stipulato in Brandeburgo si legge: “La guerra non potrà essere conclusa con ulteriori forniture di armi. Siamo concordi nel promuovere, a livello federale e dell’Unione Europea, una soluzione diplomatica al conflitto ucraino e una riduzione delle tensioni in Europa attraverso negoziati tra le parti, con l’obiettivo di un cessate il fuoco e di una pace duratura, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e il Memorandum di Budapest. In questo contesto, consideriamo criticamente il dispiegamento previsto di missili a medio raggio e ipersonici sul suolo tedesco. Sono necessari passi concreti per tornare al disarmo e al controllo degli armamenti“. Tuttavia, questa dichiarazione difficilmente influenzerà una politica federale sottoposta ai dettami della NATO.
BSW ha ottenuto anche un ottimo risultato in Sassonia, dove l’alleanza di sinistra si è affermata come terzo partito assoluto e prima forza dell’area di centro-sinistra, superando in modo abbastanza netto i socialdemocratici (11,8% contro 7,7%). Tuttavia, in questo caso CDU e SPD non hanno avuto bisogno del suo sostegno per formare il classico governo di coalizione guidato dal democristiano Michael Kretschmer, al suo terzo mandato come ministro-presidente. Questo dimostra anche come i due partiti tradizionali non abbiano in realtà intenzione di coinvolgere BSW nei propri governi, tranne quando i numeri lo rendono necessario.
Cosa deciderà di fare Sahra Wagenknecht nel caso in cui CDU e SPD dovessero invitarla a prendere parte ad un governo di coalizione, magari per evitare che i voti dell’estrema destra diventino decisivi? Scendere a compromessi con quelle forze politiche tradizionali fortemente criticate negli ultimi anni potrebbe essere una mossa suicida e in contraddizione con la “linea dura” richiesta dall’elettorato della sinistra radicale che ha abbandonato la Linke.
Tutto questo ci fa capire come il cammino del BSW non sarà privo di ostacoli. La necessità di mantenere la propria identità politica, evitando di replicare gli errori di Die Linke, si scontrerà inevitabilmente con la realtà di un sistema che premia il compromesso. La capacità del partito di Sahra Wagenknecht di bilanciare l’intransigenza sui principi fondanti con una strategia pragmatica sarà decisiva per il suo successo.
Le elezioni di febbraio saranno non solo un banco di prova per il futuro del BSW, ma anche un indicatore della direzione che la Germania intende prendere in un momento di profonda incertezza economica, sociale e geopolitica. Il Paese avrà ora l’opportunità di scegliere tra un ritorno alle politiche tradizionali, un pericoloso slittamento verso l’estrema destra o una svolta verso un modello politico nuovo e radicale. Il voto, dunque, non sarà solo un momento di rottura, ma anche una rara occasione di cambiamento.
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