Sulla Grecia non dite che non vi avevamo avvisato

da brancaccio.blogautore.espresso.repubblica.it

La vittoria di Syriza in Grecia ha suscitato diffuse speranze di cambiamento della politica economica europea. Ma l’ultimatum lanciato ieri dalla BCE al governo greco chiarisce che una tangibile svolta negli indirizzi europei è a dir poco improbabile. La verità è che il governo di Alexis Tsipras sarà prima o poi costretto a scegliere: o l’agonia di un’austerità appena un po’ mitigata oppure la difficile impresa di un’uscita dall’euro, con un effetto domino su tutta l’Unione.

In una intervista rilasciata a Micromega il 13 gennaio scorso, sostenevo che la Commissione europea e la BCE avrebbero al massimo offerto al nuovo governo greco “un’austerità appena un po’ mitigata, un piatto avvelenato che condannerebbe Syriza alla stessa agonia che ha ridotto ai minimi termini il Pasok di Papandreou”. L’intervistatore obiettava però che un governo guidato dalla sinistra greca potrebbe minacciare di ripudiare il debito per convincere le istituzioni europee ad abbandonare la logica perniciosa dell’austerity. Io replicavo che anche un parziale ripudio unilaterale del debito “indurrebbe la BCE a bloccare le erogazioni e determinerebbe una nuova crisi di liquidità”.

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