di João Ferreira, eurodeputato del Partito Comunista Portoghese
da avante.pt
Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it
L'”azione per il clima”, come già prima era avvenuto con lo “sviluppo sostenibile”, è balzata al centro del discorso politico. Ma al di là delle parole d’ordine, della propaganda, della superficialità e persino dell’opportunismo nell’affrontare questi temi, cosa rimane?», si è chiesto João Ferreira, deputato del PCP al Parlamento europeo (PE), in un suo intervento.
Egli stesso ha risposto: “Ciò che rimane è l’insistenza sulle stesse politiche che minano lo sviluppo basato su una relazione sostenibile tra uomo e natura. Alcuni di coloro che promettono il loro impegno nell’azione per il clima e dichiarano solenni impegni per lo sviluppo sostenibile sono gli stessi che hanno aperto le porte alla distruzione ambientale, economica e sociale attraverso le politiche che approvano”.
È il caso delle politiche agricole e commerciali di libero scambio che distruggono i sistemi produttivi più deboli e delocalizzano la produzione. L’eurodeputato comunista ha chiesto se “qualcuno nella Commissione europea ha capito quanto costerà in maggiori emissioni di gas serra l’accordo che l’UE ha appena firmato con il Mercosur, oltre al danno economico e sociale?”, prima di concludere : «Cominciamo da qui. Da modelli di produzione e consumo sostenibili e smettiamola di provare a colorare di verde un sistema intrinsecamente insostenibile. Il problema è fondamentalmente politico e sociale, non solo tecnologico. Il capitalismo non è verde”.
In precedenza, in un altro intervento, João Ferreira aveva ricordato che la BCE, il FMI e la Commissione Europea costituiscono la troika intervenuta in Portogallo, Grecia e Irlanda. Christine Lagarde – che passa dall’FMI alla BCE – “era una forte sostenitrice della cosiddetta austerità espansionista che ha ispirato i programmi della troika”.
Ferreira si è detto certo che nella prossima crisi dell’euro, per Lagarde e i suoi sostenitori, i salari e i posti di lavoro saranno nuovamente i fattori di aggiustamento. E ha affermato che, dal momento che il denaro e il sistema bancario sono “cose troppo serie per essere nelle mani di Lagarde e della BCE,” recuperarli al controllo di stati e popoli “è una condizione necessaria per il loro utilizzo nei loro interessi – e non contro i loro interessi”.