“La Germania ha una visione egoistica nel breve periodo e miope nel lungo”. Intervista a Vladimiro Giacché

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Vladimiro Giacché, economista, tu hai già scritto molti saggi sull’euro e sulla Germania, ricordiamo qui Aunschluss. Sembra proprio che la Grecia, con la scelta del referendum, abbia messo allo scoperto le contraddizioni dell’Europa monetarista a guida tedesca. E’ realmente così, secondo te?

Il referendum è senz’altro opportuno nel senso che il motivo per cui è stato indetto è abbastanza trasparente. E nelle cose europee la parola trasparenza non è molto usata. Molto semplicemente, il governo Tsipras ha detto che se la proposta ultima delle istituzioni europee era questa allora accettarla avrebbe volà gestita, uto dire tradire il mandato degli elettori. E quindi era meglio sottoporre il quesito al popolo. Se ci sarà un sì la situazione verrà gestita, in caso contrario si potrà rinegoziare da una posizione di forza che nasce da un mandato molto preciso dell’elettorato greco. Questo, incomprensibilmente, ha suscitato un grosso vespaio in Europa. E, per la seconda volta, si è tentato di impedire un reale pronunciamento, la prima volta nel 2011 con Papandreou, del popolo greco sulle politiche di austerity. Papandreou rinunciò, Tsipras ha tenuto. E’ un po’ curioso come un richiamo a dinamiche democratiche sia sostanzialmente rifiutato dall’Europa. Vorrei ricordare che non ci sono solo i referendum non fatti, ma anche le elezioni aggirate. Come quella a fine 2011 con Berlusconi agonizzante e il passaggio dell’esecutivo al cosiddetto governo tecnico senza colpo ferire.

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