di Fausto Sorini | da www.comunisti-italiani.it
“Non siamo d’accordo con le tesi del premier Monti e del presidente Napolitano, secondo i quali si esce dalla crisi “rafforzando l’unità politica ed economica di questa Unione europea”.
L’Europa più forte che vogliono è l’Europa degli accordi tra i poteri forti delle oligarchie che hanno impedito il referendum in Grecia e le elezioni anticipate in Italia .
E’ l’Europa che impone alla Bce di non salvare gli Stati, ma le consente di salvare le banche.
E’ l’Europa che chiama ‘unione fiscale’ la sorveglianza sulle politiche di bilancio, impone di mettere il pareggio di bilancio in Costituzione e scarica sacrifici durissimi sulle spalle dei popoli.
E’ l’Europa che ha distrutto l’economia della Grecia con manovre antipopolari di austerità e continua ad applicare a tutti i paesi in difficoltà la stessa ricetta iniqua.
Nel contesto degli attuali rapporti di forza e di classe in questa parte del mondo, nel contesto cioè di questa Ue, dominata dal grande capitale multinazionale e dalle oligarchie finanziarie, subalterna alla NATO e all’egemonia dei nuclei dominanti dell’imperialismo – ora in concertazione, ora in competizione con l’imperialismo americano, ma nella stessa logica reazionaria – rafforzare l’unità politica ed economica di questa Ue significa rafforzare il nostro avversario di classe e i principali responsabili della politica di guerra (Libia) e di massacro sociale (manovra Monti) che il nostro popolo e il nostro Paese stanno subendo.
Si tratta invece di rafforzare gli elementi statuali di difesa della sovranità della nazione e del Parlamento dall’attacco reazionario: difesa della sovranità di un’Italia non liberista che torni a un ruolo forte dello Stato nell’economia, di orientamento democratico e progressivo della produzione, nello spirito e nella lettera della nostra Costituzione.
Non pensiamo ad alcun ripiegamento autarchico (che sarebbe fuori dalla storia nell’epoca della globalizzazione), ma ad una logica di concertazione e cooperazione economica, politica e valutaria coi BRICS e con tutte le forze che nella regione pan-europea (dentro e fuori la Ue) operano per una cooperazione continentale e mondiale, alternativa a quella imperialista, neo-liberista ed euro-atlantica.
Nell’Unione europea, operiamo – con tutte le forze disponibili e convergenti – per contrastare le ipotesi in atto di revisione dei Trattati che, abbandonando ogni logica di coesione sociale e solidarietà tra aree forti e aree deboli, accentuano disuguaglianze sociali e asimmetrie macroeconomiche, a favore di un direttorio di poteri forti imperniato sulla Germania. Questa logica vanifica ogni partecipazione democratica dei popoli alla costruzione europea, ridimensiona ulteriormente la sovranità nazionale dei paesi più deboli, e pretende di introdurre per legge – con misure punitive per i trasgressori – misure coercitive e antipopolari di riduzione dei deficit statuali, che avrebbero come conseguenza la distruzione di cioè che rimane di ogni parvenza di Stato sociale”.
* segreteria nazionale, responsabile dipartimento Esteri del PdCI