di Fausto Sorini, responsabile esteri PCdI
Il risultato politico più importante del seminario del 31 ottobre a Roma su iniziativa dell’Associazione per la ricostruzione del partito comunista mi sembra proprio questo: l’emergere, con relazioni e interventi qualificati e di spessore, di un orientamento pressoché unanime favorevole alla rottura con la gabbia rappresentata dall’Unione europea e dall’Euro.
Non è un passo da poco per una sinistra (anche comunista) italiana, che per decenni era rimasta in larga parte subalterna (fin dai tempi dell’ultimo PCI) ad un europeismo di stampo socialdemocratico. E ciò, diversamente dalla più parte del movimento comunista europeo, che da sempre aveva mantenuto una posizione (che fu anche quella di Togliatti, Longo e del primo Berlinguer) di netta contrarietà e alternatività all’Unione europea.
Mi dispiace non aver potuto svolgere la relazione prevista al seminario, per un impedimento dell’ultima ora che non mi ha consentito di essere a Roma. Ho inviato una lettera ai relatori e alla presidenza del convegno per giustificare in modo appropriato la mia assenza e spero che sia stata comunicata ai presenti.
In ogni caso sono molto onorato del fatto che al mio posto la relazione sia stata svolta da un compagno e amico stimato e preparato come Vladimiro Giacchè, e che il seminario sia stato concluso da un compagno e amico più che qualificato in materia come Bruno Steri. Colgo l’occasione per ringraziare tutti gli intervenuti al seminario, e in primo luogo chi vi ha portato il suo importante contributo di elaborazione.
E’ un peccato che non tutte le realtà presenti a Roma come promotrici dell’Associazione siano state coinvolte nell’iniziativa (ci sono giunte rimostranze in questo senso). Con loro ci scusiamo e cercheremo di essere più attenti a non escludere alcuno la prossima volta, dato che non esistono tra noi “figli di un dio minore”.
Vorrei infine invitare tutti gli interessati a queste problematiche a seguire con attenzione e continuità gli articoli pubblicati dal sito marx21.it , che da anni riporta i contributi più interessanti in materia di critica dell’Unione europea e dell’euro prodotti in Italia e in Europa dai comunisti e dalla sinistra.
Il fatto che per anni la sinistra italiana ed anche molte forze comuniste abbiano lasciato alla destra e al Movimento 5 Stelle il monopolio della critica all’Ue e all’euro è stato disastroso, e le conseguenze si vedono.
Ed è un fatto assai negativo che ancora oggi molte delle forze che si collocano a sinistra del PD (ma su una linea alla Tsipras) mantengano su questo punto una posizione come quella della “riformabilità” dell’Unione europea: una linea subalterna a quella della socialdemocrazia europea e del PD medesimo.
Il seminario del 31 ottobre contribuisce ad una forte correzione di tanti errori passati, e ci auguriamo che esso possa rappresentare il segno di un nuovo inizio.