La tragedia greca, fuori dal coro

di Christos BOTZIOS e Demostenes FLOROS | da Limes 2/2012
Pubblicato con l’autorizzazione degli autori

Greek Protest Gasmask AP MI1. Quasi sempre, le crisi economiche nazionali sono riconducibili a fattori esterni, come la congiuntura economica internazionale. Oltre a ciò, l’odierna crisi greca è conseguenza di precise scelte politiche: essa infatti è dovuta anche alla mala amministrazione dello Stato da parte dei due principali partiti politici, il partito socialista (Pasok) e quello di destra (Nea Democratia), che hanno governato nel corso degli ultimi trent’anni.

Sin dal 1981, quando è divenuta membro dell’Unione Europea a pieno titolo, la Grecia ha vissuto una crescita dell’economia e del benessere sociale senza precedenti. Come è poi stato dimostrato, tale boom non era il prodotto di una solida economia nazionale, perché si fondava in gran parte su prestiti esteri. In tale lasso di tempo sono stati dilapidati milioni di euro in infrastrutture (il cui costo, solitamente, cresceva del doppio o anche del triplo rispetto a quanto inizialmente previsto), in sussidi sociali, in alti stipendi e pensioni ai cosiddetti golden boys degli enti statali, in altissime spese ospedaliere e farmaceutiche, oltre che nel mantenimento – attraverso continue sovvenzioni — di inutili enti statali e parastatali.

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