a cura di Ivan per Voce Jugoslava – trasmissione su Radio Città Aperta, fine novembre 2011
Vladimir Krsljanin è Presidente dell’Associazione Pokret za Srbiju (Movimento per la Serbia), membro del Comitato internazionale “S. Milosevic” (già ICDSM). Recentemente insignito della nomina a professore benemerito all’ Università di Mosca (quarta per importanza in Russia).
D. – Vlado, per chi votare? Chi ha più probabilita di vincere, secondo te?
R. – Ecco vedi, grandi sono i giochi preelettorali in Serbia. Purtroppo il Paese non ha un suo livello di sovranità normale, necessario. Tutto viene controllato dai servizi occidentali e dal capitale occidentale. A tutti è chiaro che questo governo non può durare e che anche tutta la sua politica è arrivata alla fine. Sia a causa della crisi economica che di quella sociale, a causa dei problemi crescenti per la soluzione della crisi del Kosovo e Metohija, e infine, ma non ultima, la crisi che ha preso l’Occidente, cioè l’ Unione Europea…
Perchè tutti sappiamo che la politica è stata riassunta nello slogan “Non c’è alternativa all’ Unione Europea” e tutto lo smantellamento statale del sistema economico e sociale nel Paese si è nascosto dietro questo slogan. Ora è chiaro che questo slogan non porta alla Serbia niente, e che si è verificato un nuovo fatto molto importante nell’umore dei cittadini, fatto che ancora alcuni mesi fa non era cosi grande ed evidente, e cioè il grande schieramento contro il patto NATO ed in qualche modo un riavvicinamento all’alleanza con la Russia. Si è formata una chiara maggioranza contraria all’Unione Europea.
Dunque nel periodo in cui questo governo è venuto al potere la maggioranza era per l’adesione della Serbia all’ UE, purtroppo. Ora queste illusioni nella gente sono svanite. Questi tre fatti dovrebbero indirizzare la politica della Serbia. Ma lo schieramento delle forze politiche e lo schieramento dei partiti, purtroppo, non fornisce una sicura garanzia di questo. Le maggiori chance alle elezioni, secondo i sondaggi dell’opinione pubblica, vanno alla Srpska Napredna Stranka [Partito Progressista Serbo], però la sua linea interna è in qualche modo nebulosa, fatta di compromessi. A loro però, andranno, credo, in grande misura i voti di protesta, per così dire, perchè sono ritenuti un fattore che quanto prima riuscirà ad abbattere questo governo. Ci sono alcuni partiti che sono molto più espliciti nel loro schieramento e questi sono in particolare la Demokratska Stranka Srbije [Partito Democratico di Serbia] e il Partito Radicale Serbo, se parliamo di politica statale in generale. Esistono inoltre numerose forze, anche individuali, per così dire, patriottiche, inclusi gli orientamenti patriottici di sinistra in questo spettro politico, i quali negli anni passati erano impossibilitati nelle loro azioni politiche e nella costruzione di forze politiche articolate.
Noi ora qui abbiamo un’associazione di gruppi che tentano di compensare la debolezza nella vita politica. Dunque l’organizzazione che avanza sotto il nome Pokret za Srbiju [Movimento per la Serbia] e che si adopera per riunire tutta questa gente e gruppi, comprese anche alcune organizzazioni patriottiche giovanili, perchè individualmente o in cooperazione con alcuni partiti più grandi, che hanno maggiore possibilità di entrare a far parte del Parlamento, si inseriscano nella comune lotta politica. Dando così alla politica serba quella qualità, quella autenticità, che non potrà esser controllata da parte di poteri occidentali estranei, malgrado la loro grande influenza finora nella politica serba.
D. – Dunque in tanti si sono ricreduti sulla politica di adesione all’UE, vedendo la crisi che dilaga in vari Stati europei – si vedano le manifestazioni in Grecia, Spagna, ecc. – e non solo?
R. – Naturalmente, anche in Italia. Tutto questo non si puo più nascondere, malgrado le notizie che ci propalano, incomplete, qui sulle grandi TV, senza spiegazioni sufficienti, comparandole con le dichiarazioni dei nostri ministri che continuano a ripetere la loro ammirazione per l’Unione Europea. Ogni persona di media levatura comprende che qualcosa non quadra e che non va come dovrebbe andare.
D. – Ecco, in Italia: hanno cacciato Berlusconi, ma il nuovo governo eletto già viene contestato con manifestazioni… Sa qualcosa su Mario Monti…?
R. – Certo, certo. Tutto questo concetto di liberalismo finanziario, questa nomenclatura, che sta attraversando il mondo e si manifesta nel mondo, si esplica in larga misura con concezioni corporativistiche tipiche del fascismo. Guardate cosa hanno fatto in Libia, le minacce alla Siria, all’Iran… Alcuni di loro sono intenti ad iniziare una nuova guerra Mondiale, a provocare una grande crisi mondiale, per conservare il loro immeritato dominio finanziario, immeritato naturalmente, perche l’introduzione di tale liberalismo speculativo è imposta al popolo con la forza. Mai, in nessuno Stato, nemmeno negli USA, in Gran Bretagna, né nei maggiori stati dell’ UE, il popolo ha avuto l’ occasione di esprimersi su questo. E nemmeno è stato informato delle conseguenze di questo liberalismo, perchè si potesse esprimere. Dunque grande è la discordia… rispetto a tutti questi malanni ed ai loro errori, che si vorrebbero risolvere facendoli pagare al popolo. Il popolo naturalmente, non viene interpellato, il popolo si rifiuta di pagare, si ribella, perciò le manifestazioni in Grecia, ed in altri paesi. Questa resistenza aumenterà e può portare ad un grande crack in Occidente se non prevarrà il realismo da qualche parte, perchè questo singolare sistema sia cambiato per vie legali.
D. – Visto che accenniamo all’assassinio di Gheddafi, ho visto che alla TV russa parlano anche della morte di Slobodan Milosevic. Dunque non è andata ancora nel dimenticatoio la verità sulla morte di Milosevic, la volontà di riabilitare il suo nome? Ed in merito all’onorificenza conferitati honoris causa, da una delle più prestigiose Università statale russe…
R. – Si mi hanno conferito il titolo honoris causa in una delle più prestigiose Università statali russe, la quarta in ordine d’ importanza. Nella motivazione tra l’ altro è scritto che viene assegnata per la coordinazione del lavoro del Comitato Internazionale per Slobodan Milosevic. Il Comitato prima, fintantoché era in vita S. Milosevic, si chiamava Comitato Internazionale per la Difesa di S. Milosevic – ICDSM – mentre ora è il Comitato Slobodan Milosevic, nel quale sono impegnate la maggioranza delle persone che erano già attive allora nell’ ICDSM ed ha anche mantenuto i tre vicepresidenti: Ramsey Clark, Velko Valkanov e Sergej Baburin, con l’impegno attuale che sul piano politico-simbolico si continui la attività per affermare le idee per le quali S. Milosevic ha vissuto e per le quali ha perso la vita, si dimostri la sua attualità odierna e, allo stesso tempo, si cerchi di chiarire le circostanze del suo assassinio giudiziario. In questo senso l’ impegno dell’ Avvocato canadese Cristopher Black… mentre da parte dei familiari si sono raccolti molti dati che dimostrano senza alcun dubbio la responsabilità del Tribunale per la sua morte. Lo stesso Tribunale e gli organi investigativi in Olanda, malgrado le richieste dell’ Avvocato e della famiglia, non dimostrano sufficiente cooperazione per metterci a disposizione tutto quel materiale e documentazione raccolta nelle loro investigazioni. Le quali, naturalmente, non hanno dato nessun risultato, essendo servite soltanto a nascondere questo tragico evento. Dunque anche questa è una soddisfazione per noi in Serbia, il sapere che in Russia si guarda con grande stima ed in una luce positiva a questa nostra lotta. E speriamo che ci aiuteranno anche in altro modo, come dire, a prendere una posizione adeguata nella stessa Serbia e sul nostro suolo in generale.
D – Una ultima domanda. Il punto dolente, sul quale, come si usa dire, si spezzano le lance. La situazione in Kosovo e Metohija. Pensi che i serbi resisteranno in qualche modo, nella loro posizione, con la loro difesa?
R. – Credo e spero di si. Sono molto coesi, molto bene radicata è la loro dirigenza. Tutti i quattro comuni locali, dei quali parliamo, senza curarsi di a quali partiti del Parlamento appartengano i rappresentanti, o a quali partiti appartengano i loro stessi consiglieri comunali, hanno dimostrato un’incredibile unità nella difesa dei loro diritti, noncuranti di che cosa pensino i loro partiti. In proposito bisogna citare alcuni fatti.
Innanzitutto, la regione della quale parliamo: il Nord del Kosovo e Metohija si potrebbe chiamare piuttosto Nord Kolasin, oppure Sud Kopaonik, dunque questa è la regione che solo nel 1966 è stata aggregata al Kosovo e Metohija, con una decisione amministrativa del governo di allora. Ed essa non faceva nemmeno parte della Grande Albania nella II Guerra Mondiale. Dunque questo non è né Kosovo né Metohija – sono due altipiani che si possono ben distinguere sulla carta geografica, oppure su Google, da quello che è il Kosovo e da quello che è Metohija e potrete vedere, naturalmente, che questa parte non fa parte né dell’una né dell’altra regione, ma si trova a far parte soltanto amministrativamente della Regione del Kosovo-Metohija. Ed in essa, eccetto Kosovska Mitrovica, che a causa degli scontri è ora divisa in due, la popolazione era mista. Però nelle altre parti vivevano esclusivamente i serbi. Dunque, malgrado che siano appartenuti amministrativamente alla Regione, mai i suoi abitanti si sono sentiti fino in fondo di far parte del Kosovo-Metohija. Erano indirizzati ad una cooperazione normale, ed era una cosa normale e naturale quando non c’erano le frontiere. E questo è una parte della risposta alla domanda sul perchè loro sono così compatti nelle loro rivendicazioni e così determinati.
D’altra parte essi godono di un largo appoggio in Serbia, presso tutti gli attori, gli individui, i gruppi, le organizzazioni che quali hanno a cuore l’integrità della Serbia e sanno che se nel processo di riconoscimento dell’indipendenza strisciante – che questo governo ha in verità accordato… Perchè Wikileaks dimostra che essi [i responsabili governativi] hanno scelto la formula che per gli anglo-americani era accettabile… Vale a dire che la Serbia sulla carta non firmerà mai l’indipendenza, ma di fatto riconosce l’indipendenza del Kosovo.
Dunque, installare tutta una fattispecie di relazioni inter-statuali con uno “Stato” che riconosce anche se, per così dire, in teoria non lo riconosce. Naturalmente si tratta così anche di legalizzare l’aggressione NATO e la narcomafia terroristica di Pristina – ma noi non possiamo assolutamente parlare coi cosiddetti governatori odierni del Kosovo e Metohija, cioè con questi gruppi albanesi. E mi scuso perchè anche questa volta ho usato l’espressione “albanesi”, benché anche la popolazione albanese sia stata ed è tuttora vittima della loro repressione.
La stessa cosa è accaduta in Libia. Soltanto che qui [nel Kosovo e Metohija] è stato fatto più radicalmente, a lunga scadenza, mentre in Libia hanno agito proprio in maniera brutale. Vale a dire: voi buttate là un gruppo di banditi, dategli tutto il sostegno materiale, logistico, propagandistico, possibile e poi formateli per farne una forza politica, anche se essi non sono minimamente radicati nella popolazione. Significa dunque che questi personaggi – come Ceku, Haradinaj, Thaci ed altri… significa che questa narcomafia di Pristina oggi è diventata la mafia vincente nell’ Europa occidentale, nel mondo occidentale. Ha vinto contro la mafia italiana e realizza un profitto, secondo i dati russi, di quattro, o comunque ben oltre i tre miliardi di euro all’anno, in particolare con il commercio dell’eroina dall’Afghanistan.
Dunque ora vedete la NATO in Afganistan, dove la produzione di eroina è aumentata di 44 volte da quando la NATO si trova lì, e dunque il profitto di oltre i tre miliardi di euro (che è più del doppio del budget del Kosovo-Metohija) che la mafia realizza, vendendo droga, innanzitutto in Europa e America. Dunque vediamo quanto è delittuosa questa impresa con la quale non dobbiamo pacificarci.
E da ultimo, un fattore particolarmente importante di questa crisi che si è manifestata negli ultimi mesi, a parte la tenacia, il coraggio dei serbi del Nord del Kosovo, cosicché il copione della “Operazione Tempesta” nelle Krajine non si manifestasse in questa regione, con la stessa tecnologia, con gli esecutori locali, con il grande sostegno militare e logistico… Sono arrivati addirittura 14 “Apache” nella base di Bondsteel. Tutto era pronto perchè i serbi del Nord fossero cancellati con l’intervento militare. Ma nella pianificazione in quel momento non avevano fatto i conti con l’unità dei serbi da una parte e dall’altra il sostegno che la Russia ha assicurato nel Consiglio di Sicurezza ONU. Questa volta non tramite il governo Serbo, che ha dimostrato molta indecisione nella questione. Nelle sedute del Consiglio di Sicurezza, che su richiesta dei paesi occidentali erano chiuse al pubblico, i russi hanno detto agli americani di conoscere i loro piani e che questi piani non sarebbero passati perchè la Russia non lo avrebbe permesso.
Ecco: ora abbiamo questa situazione che persiste ed è abbastanza tesa e deve essere risolta. Ma credo che, con la risolutezza dei russi ed anche dei serbi lì rimasti possiamo star sicuri che la situazione non peggiorerà.
D. – Ma come si potrebbe mai dialogare con gente implicata nel traffico di organi umani?! Si sa che gli USA ostacolano l’arresto di certi personaggi incriminati.
O. – Eh, si! Che dire… avete visto come l’Occidente ha freddamente confermato, si, di aver sbagliato: che non c’erano armi di distruzione di massa in Irak; forse ammetteranno qualcosa anche in relazione alla Libia. Per quanto riguarda l’ Afganistan era tutto verosimilmente chiaro. Alcuni terroristi, si dice, organizzano tutto a New York l’ 11 Settembre, ma tutti sono originariamente dell’ Arabia Saudita. Cosa può essere più logico che attaccare l’ Afganistan?!…
D. – Non dimenticando che Bin Laden era a suo tempo amico degli USA…
R. – Certo, certo, però tutto questo è passato in primo piano nei media mondiali, invece quello che riguarda i retroscena dell’aggressione alla Jugoslavia e la situazione nel Kosovo e Metohija no. E’ evidente che per gli occidentali la quantità dei loro panni sporchi qui è tale e così compromettente, ed anche la posizione che essi detengono con la loro base militare – qualcuno dice sia la più grande al mondo, ma senz’altro lo è in Europa – è tanto importante che non permettono, per ora, che la verità esploda ed esca alla luce. Questo è qualcosa per cui noi tutti dobbiamo adoperarci, ed è essenziale per capire la crisi odierna e il comportamento odierno degli attori occidentali sulla scena globale. Dunque si deve andare fino in fondo anche con la verità sul Kosovo e Metohija.
D. – Grazie Vlada.
O. – Grazie a voi.