di Jorge Cadima | da “Avante!”, settimanale del Partito Comunista Portoghese
Traduzione di Marx21.it
In Francia e in Grecia, importanti lotte segnano il momento attuale. Governi che si autoproclamano di sinistra – e persino di “sinistra radicale” – stanno realizzando le politiche contro i lavoratori e anti-sociali del grande capitale finanziario. Ma la resistenza si è manifestata nelle strade e negli scioperi, organizzata dal movimento sindacale e da organizzazioni politiche legate alla difesa degli interessi di chi lavora, e non agli interessi di chi lucra.
Occorre ricordare le promesse – e le illusioni – di cambiamento che accompagnarono l’elezione di Hollande nel 2012. Era annunciato un cambiamento negli orientamenti dell’Unione Europea e promessa la fine delle politiche di “austerità”. Oggi, il governo PSF Valls cerca di imporre una nuova legislazione del lavoro secondo la moda della troika. E’ da marzo che, in successive giornate di lotta, centinaia di migliaia di francesi scendono in strada in difesa delle loro condizioni di vita e di lavoro. Lo stato di eccezione, decretato da Hollande dopo gli attentati terroristici a Parigi, è servito da pretesto per brutali repressioni poliziesche. Lontano da qualsiasi “solidarietà nazionale per la lotta contro il terrorismo”, il governo francese ha individuato il momento per lanciare un feroce attacco contro il suo popolo. Risulta ovvio che l’offensiva anti-sociale e lo stato di eccezione non sono scollegati. E’ stato al Forum del grande capitale a Davos che il primo ministro Valls ha annunciato alla BBC che lo stato di eccezione si sarebbe conservato “per il tempo che si renderà necessario”.
In Grecia è il governo di “sinistra radicale” di Syriza – tanto promosso da certa sinistra europea, come quel BE (Blocco di Sinistra portoghese, ndt) che pendeva dalle labbra di Tsipras nei giorni della gloria elettorale, ma che in seguito ha fatto finta di non sapere chi fosse – che sta promuovendo un altro feroce attacco al martirizzato popolo greco. Questa volta con la “riforma” del sistema delle pensioni. Da proclamato oppositore e resistente ai ricatti dell’UE, il governo Tsipras si è trasformato in un fedele esecutore delle politiche di austerità della Commissione Europea, della Banca Centrale Europea e del FMI. Ma il governo Tsipras è andato ancora oltre, collaborando con il bellicismo imperialista. Tradendo decenni di solidarietà del popolo greco con il martirizzato popolo della Palestina – che la prossima settimana celebrerà un altro anniversario della sua catastrofe (la Nakba) – si è trasformato in alleato di Netanyahu. Dopo manovre e accordi militari nel 2015, Tsipras ha visitato Israele e ha descritto Gerusalemme come la sua “capitale storica”. Persino la comunicazione sociale di quel paese ha scritto che “a causa del conflitto israeliano-palestinese e la disputa su Gerusalemme, molti paesi rifiutano di riconoscere Gerusalemme come la capitale di Israele” e cita un ex diplomatico di Israele: “la dichiarazione di Tsipras è senza precedenti, specialmente per un dirigente europeo” (i24news.tv, 26.11.15).
Si dovrebbe ricordare questi fatti, non solo perché sono la verità storica, ma anche perché si traggano le dovute conclusioni. A proposito di chi dice la verità e di chi non la rispetta. Sul ruolo di certe forze che si proclamano di sinistra ma che, capitalizzando il malcontento popolare, si trasformano in esecutori delle politiche del grande capitale, quando i suoi tradizionali partiti non sono più in condizione di farlo. Perché si comprenda il ruolo di gente come l’ex ministro di Syriza Varoufakis che, dopo essere uscito dal governo al momento della capitolazione di Tsipras, trova ancora il coraggio – esattamente come Obama – di consigliare i britannici a votare per quella UE che tanta sofferenza ha inflitto ai popoli.
Ci sono di quelli che vendono illusioni ai popoli, con promesse e soluzioni facili e indolori. Ma, come il PCP ha sottolineato, senza una rottura con i dettami del grande capitale finanziario e le istituzioni al suo servizio – come questa Unione Europea irriformabile e sempre più aggressiva e dittatoriale – le promesse sono solo illusioni. Illusioni che aiutano a salvare il sistema. E che quando si trasformano in tradimento, corrono il rischio di aprire la strada a realtà ancora peggiori. Solo il cammino della lotta può aprire le vie del futuro.