di Daniele Cardetta | da www.articolotre.com
Ieri sera si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia al termine di una manifestazione indetta per commemorare il suicidio di un pensionato davanti a piazza Syntagma. Si tratta dell’ennesimo suicidio avvenuto per colpa della crisi economica, ma questa volta la piazza rischia di infiammarsi
5 aprile 2012- La crisi uccide, lo abbiamo ripetuto in modo quasi ossessivo negli ultimi mesi, quando aprendo le prime pagine dei giornali è quasi scontato imbattersi in qualche disperato che ha deciso di togliersi la vita, dimenticato da tutti, isolato come se fosse un corpo morto nella società. Ieri in Grecia però si è superato il limite dopo l’ennesima tragedia. Un uomo di 77 anni infatti si è ucciso con un colpo di pistola proprio davanti a piazza Syntagma, il simbolo, se si vuole, dell’ingiustizia perpetrata dalla troika e dai politici greci ai danni della popolazione ellenica.
Questa volta però la società civile non ce l’ha fatta ad accettare passivamente l’ennesima notizia di una tragedia umana e sociale, e ha deciso di indire una manifestazione del tutto spontanea in memoria del 77enne suicida. Per la verità l’anziano signore aveva lasciato anche una nota prima di uccidersi in cui accusava il governo greco di avergli portato via ogni possibilità di sostentamento, costringendolo a frugare nei cassonetti per sopravvivere; quesato però i tg e i media greci ed europei hanno pensato bene di tacerlo. Il pensionato suicida ha paragonato il governo greco attuale a quello degli occupanti nazisti del 1941, ma il premier Lucas Papademos non ha trovato di meglio che invitare la società a sostenere i disperati.
Ieri comunque, accecati dalla disperazione e dalla rabbia un migliaio di manifestanti si sono radunati proprio di fronte al Parlamento per depositare fiori, candele e messaggi depositati in modo toccante sotto un albero di cipresso. La polizia è intervenuta subito dopo per chiudere la strada di fronte a piazza Syntagma e sono subito scoppiate le violenze tra manifestanti e polizia con un fitto scambio di molotov e gas lacrimogeni. In Grecia ormai i suicidi sono un vero e proprio allarme sociale a causa della crisi che ha fatto aumentare esponenzialmente il tasso di disoccupazione e ha tagliato stipendi e pensioni rendendo la sopravvivenza molto difficile per migliaia di famigle elleniche. Una situazione esplosiva che per certi versi si sta cominciando a vivere anche in Italia, dove i suicidi per la crisi hanno fatto registrare un aumento del 21% nel solo 2010.
Manovre finanziarie, tagli alla spesa pubblica, misure di lacrime e sangue, possono anche rappresentare un ottimo viatico per uscire dalla crisi, ma condannano a una vita di stenti e di incertezza migliaia di persone, di cui evidentemente lo Stato e l’Ue possono tranquillamente fare a meno.