di Cecile Chams e Herwig Lerouge | da ptb.be, Traduzione di Marx21.it
L’articolo è stato pubblicato nel sito del Partito del Lavoro del Belgio (PTB)
Malgrado tre turni elettorali, il parlamento greco non è riuscito ad esprimere una maggioranza sufficiente per eleggere il presidente. Le elezioni legislative anticipate si svolgeranno questo mese. Il partito di sinistra Syriza è in testa secondo gli ultimi sondaggi.
Stavros Dimas non sarà il prossimo presidente della Grecia. Per essere eletto a quella carica essenzialmente onorifica, avrebbe dovuto ottenere 200 voti nel corso dei primi due scrutini e 180 nel terzo, sui 300 deputati dell’assemblea. Ne ha raccolti di seguito 160, 168 e infine ancora 168 al terzo scrutinio. Tra le due prime votazioni, 8 candidati “indipendenti” si sono aggiunti alla maggioranza. Dimas ha ottenuto il sostegno di 127 deputati di Nuova Democrazia (conservatori) e di 28 del Pasok (socialisti). 123 deputati lo hanno sfiduciato: 71 di Syriza (sinistra radicale), 16 di Alba Dorata (fascisti), 12 del KKE (Partito comunista) e 9 del Partito della Sinistra Democratica (centro-sinistra). Un pugno di deputati indipendenti ha votato per Dimas, ma non a sufficienza per fargli ottenere i 180 voti richiesti.
Ricatti e corruzione dei dirigenti greci e dell’Unione Europea
Tutti i mezzi sono stati utilizzati dal primo ministro conservatore Samaras e dagli ambienti politici e finanziari che lo sostengono. Hanno persino cercato di demonizzare l’avversario, il partito di sinistra Syriza. Le elezioni ci possono condurre alla “totale catastrofe”, ha dichiarato Venizelos, il vice-premier del Pasok. “E’ un pericolo enorme per la Grecia”, ha aggiunto il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.
Samaras ha promesso posti di governo ai deputati indipendenti e dell’opposizione che si fossero uniti a lui. Un deputato del partito di destra “Greci indipendenti” ha dichiarato che gli è stato proposto del denaro per votare il candidato di Nuova Democrazia. E Samaras ha anche promesso di rinegoziare il debito della Grecia e di organizzare le elezioni anticipate per la fine del 2015.
Delle misure di austerità assurde
I partiti al potere rischiano di essere ridimensionati alle elezioni anticipate. Essi incarnano la politica di austerità dell’Unione Europea, responsabile del disastro economico e sociale della Grecia. Le conclusioni dell’ultimo rapporto della Federazione internazionale delle leghe dei diritti dell’uomo (FIDH), rese pubbliche ad Atene il 18 dicembre, sono agghiaccianti. Il diritto alla casa e il diritto all’educazione sono violati, come pure il diritto al lavoro e l’accesso alla sanità. Dal 2010, 180.000 piccole e medie imprese sono state chiuse. Il tasso di disoccupazione ha toccato addirittura il 28% della popolazione attiva nel settembre 2013, mentre oggi si aggira attorno al 26%. Tuttavia, sottolinea il rapporto, “la disoccupazione reale dovrebbe essere del 5-6% superiore alle statistiche ufficiali”. Il rapporto della FIDH dimostra l’assurdità delle misure prese, che non hanno nulla delle riforme strutturali destinate a migliorare l’amministrazione e le prestazioni economiche del paese. Nel settore pubblico, 75.000 posti sono stati soppressi tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013. Questi colpi sono stati inferti in relazione alla necessità di conformarsi rapidamente alle esigenze formulate nel memorandum di accordo tra la Grecia e la Troika (Unione Europea, Banca Centrale Europea e FMI) e sono stati dettati unicamente da ragioni di bilancio.
La FIDH mette anche in evidenza i “due pesi due misure” applicati a seconda dei ministeri. La sanità pubblica, i trasporti e l’educazione sono stati colpiti molto duramente mentre il bilancio della difesa è rimasto relativamente preservato. Su circa 1,4 milioni di disoccupati, solamente 110.000 hanno potuto ricevere indennizzi. La precarietà si è diffusa in seguito alla scomparsa dei contratti collettivi, all’abbassamento del salario minimo, alla moltiplicazione dei contratti precari, al rovesciamento dei rapporti di forza a sfavore dei lavoratori.
Syriza tra l’incudine e il martello
I sondaggi indicano il partito di opposizione di sinistra Syriza come il vincitore delle elezioni anticipate. Alexis Tsipras, il presidente di Syriza, ha dichiarato che il suo partito “assumerà la responsabilità storica di aprire la strada a una politica alternativa in Europa, facendo passare il paese della zona euro dall’esperienza neoliberale a un modello di protezione sociale e di crescita”. Più concretamente, il deputato di Syriza George Stathakis precisa che, se Syriza arrivasse al potere, proporrebbe “la rinegoziazione del debito, senza azioni unilaterali”. “Il nostro partito dovrà trovare il mezzo per mettere fine alla catastrofe inflitta al popolo greco e al paese restando nella zona euro”, dichiara Dimitris Tsoukalas, un altro deputato di Syriza.
Ma Syriza non avrà che poco tempo a disposizione per negoziare con i creditori della Grecia allo scopo di evitare il default. Il ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Schaeuble, è stato chiaro in merito: “Nuove elezioni non cambieranno per nulla il debito della Grecia. Qualsiasi nuovo governo dovrà attenersi agli impegni dei suoi predecessori”. L’ultima tranche di aiuti finanziari della Troika di 1,8 miliardi di euro dovrà essere versata a fine febbraio.
La campagna elettorale sarà giocata sul tema preferito dall’Unione Europea: “Noi o il caos”. I dirigenti europei minacceranno di bloccare l’aiuto della Banca Centrale Europea alle banche greche e di arrestare il finanziamento dello Stato greco. Syriza si troverà allora di fronte a scelte difficili: se ottenere i mezzi per combattere la crisi facendo pagare i milionari greci e le banche straniere oppure se lasciarsi coinvolgere in lunghi negoziati che farebbero incancrenire la situazione. Questo non cambierebbe molto l’austerità, con il rischio di spalancare le porte all’immensa delusione della popolazione e alle forze apertamente fasciste.