Francia: scioperi su tutti i fronti

francia greve2018di Rémy Herrera per Marx21.it

(domenica 17 giugno 2018)

Traduzione di Lorenzo Battisti

Negli ultimi mesi, dopo l’intensificarsi dei conflitti sociali in Francia, i media dominanti del paese hanno svolto il loro ruolo alla perfezione: hanno costantemente trasmesso propaganda volta a minare il morale dei lavoratori in difficoltà e a trasmettere servilmente i falsi discorsi del governo del presidente Emmanuel Macron – in mano all’alta finanza, nascondendo dietro la parola “riforme” il desiderio di distruggere sistematicamente i servizi pubblici.

Dopo aver affermato che il numero di scioperanti e manifestanti contrari alle misure neoliberali adottate dal governo in tutte le direzioni stava diminuendo, questi media stanno ora annunciando “l’imminente fine dello sciopero da parte dei lavoratori ferroviari” … I sindacati più combattivi nel settore ferroviario (CGT, SUD …) stanno tuttavia attualmente discutendo la possibile continuazione del movimento in SNCF oltre il calendario inizialmente previsto di scioperi (28 giugno).

E’ vero che la semplice lettura dell’elenco dei molteplici scioperi che hanno avuto o continuano ad avere luogo di recente in Francia esaurirebbe il tempo di trasmissione dei notiziari televisivi! I commentatori al potere parlano di questi conflitti come di un “male francese” che dovrebbe essere sradicato. Un membro della maggioranza presidenziale lo ha addirittura definito “sciopericultura” (o cultura dello sciopero).

Dobbiamo vedere in questo moltiplicarsi di lotte sociali un motivo di ottimismo. E’ in questi movimenti che i lavoratori, soprattutto i più giovani, vengono formati, riapprendono come costruire gli indispensabili legami di solidarietà, come strutturare le forme locali di organizzazione e come far emergere i leader del futuro. Nonostante le numerose difficoltà incontrate, queste lotte aumenteranno gradualmente e daranno i loro frutti. Dovete essere pazienti. La coscienza di classe sta crescendo, e con essa il coraggio di un numero sempre maggiore di lavoratori che escono dall’inerzia e dalla rassegnazione.

Soprattutto perché alcuni di questi movimenti sociali sono insoliti, anche storici. Per esempio.

Il numero di iscritti al sindacato tra i dipendenti dei fast food è in forte aumento. A McDonalds, gli scioperanti – alcuni dei quali hanno combattuto per più di 6 mesi – chiedono migliori condizioni di lavoro e salari, ma denunciano anche l’evasione fiscale e la confisca dei profitti da parte dei proprietari del gruppo. I dipendenti di altre aziende non esitano più a denunciare casi di sfruttamento e abuso sul posto di lavoro. Sulla scia della mobilitazione dei dipendenti della grande distribuzione francese Carrefour, il movimento si è diffuso in Belgio, dove un centinaio di negozi Lidl hanno dovuto chiudere durante uno sciopero spontaneo.

Da diversi mesi i dipendenti degli istituti per anziani non autosufficienti manifestano per denunciare gli stipendi irrisori, i ritmi di lavoro, la carenza di personale, ma anche le cattive condizioni di vita e gli oneri esorbitanti a carico dei residenti.

Nel mese di maggio, i turisti hanno notato che i collettori dei rifiuti di Parigi e fognature si sono mobilitati. Essi volevano far riconoscere il “disagio” della loro professione e ottenere il pensionamento anticipato.

A metà giugno, gli agricoltori hanno bloccato 14 raffinerie di petrolio nel paese per protestare contro la decisione del governo di consentire le importazioni di olio di palma (in particolare dall’Indonesia) destinato ad alimentare le piante di biocombustibili, ma minacciando l’industria francese della colza biologica.

Sotto la nuova spinta neoliberista, i disordini sociali sono così profondi che colpiscono anche le professioni che abbiamo, a memoria d’osservatore, mai visto prima. A maggio, un migliaio di revisori contabili sono scesi in piazza contro una legge che avrebbe eliminato l’obbligo per le piccole e medie imprese di certificare i loro conti da parte delle società di revisione (con conseguente perdita di entrate per loro).

Un mese prima, magistrati e avvocati erano in sciopero per protestare contro l’annuncio del Ministero della Giustizia di “fondere” (in realtà, di chiudere) i tribunali autorizzati a giudicare piccole controversie (la cui richiesta di risarcimento non supera i 5.000 euro) con i tribunali superiori che avrebbe portato, oltre ai tagli di bilancio e di posti, alla giustizia disumanizzata e privatizzata, scoraggiando i più poveri dall’ intraprendere azioni legali per difendere i loro diritti.

A maggio è stato il turno del personale delle Catacombe (ossario sotterraneo di Place Denfert-Rochereau), poi della Cripta Archeologica, a condurre lo sciopero più lungo mai condotto ai Musei di Parigi. I dipendenti richiedono condizioni di lavoro “dignitose ed eque”, sicurezza per gli agenti e per questo sito turistico, oltre a un bonus per lavorare in sotterraneo in condizioni difficili.