di Erman Dovis, Comitato Centrale Partito dei Comunisti Italiani
Sarà capitato ad ognuno di noi trovarsi di fronte a quella domanda che ciclicamente si ripropone nella vita, che suona più o meno cosi : “ e adesso, che cosa vuoi fare?”. Indubbiamente tutti, almeno una volta, abbiamo risposto pressappoco in questa maniera: “so bene cosa non voglio, ma non so ancora cosa voglio.” Questa riflessione, forse un po’ esistenziale chissà, è però utilissima per dare un piccolo contributo d’analisi sulle recenti tornate elettorali che si sono svolte in Europa, che non deve dar luogo e semplificazioni di alcun genere. Le presidenziali francesi hanno visto il candidato della socialdemocrazia Hollande, in alleanza con il Partito Comunista e le forze progressiste, sconfiggere il presidente uscente, il conservatore Sarkozy. Nella Grecia devastata dalla crisi economica e dal massacro sociale, le elezioni di Maggio hanno visto scomporsi irrimediabilmente l’asse storico del bipolarismo Pasok-Nuova Democrazia , mentre si consolidano le forze comuniste del KKE e aumenta il suo consenso elettorale l’alleanza progressista Syriza.
L’impossibilità di dar vita ad un governo di coalizione, ha reso inutile il responso delle urne, rendendo necessaria una seconda tornata elettorale, svoltasi un mese dopo, che ha dato i seguenti risultati: il KKE, dall’8,5% del mese prima passa al 4,5% dei consensi. La compagine Siryza è invece passata dal 16% al 27%, mentre Nuova Democrazia , salendo dal 19.8% al 29,% è riuscita questa volta a dar vita, con Pasok ( passato dal 13,2 del mese prima al 12,2%) e Dimar ad un governo di coalizione. Senza procedere in sommari giudizi superficiali, è possibile rilevare come una certa incomunicabilità a sinistra, unita a forti pressioni interne ed esterne contro i comunisti, generi disillusione e favorisca indirizzi politici plebiscitari e autoritari, come dimostra il rafforzamento consistente dei fascisti di Alba Dorata, efficienti cani da guardia della BCE. In Italia c’è stato il rinnovo di molti consigli comunali, alcuni di una certa rilevanza: il dato generale è il crollo devastante di ciò che veniva identificato finora come Centrodestra, in particolare il Pdl di Berlusconi e la Lega di Bossi, alle prese con gravi scandali interni. I comunisti, uniti politicamente quasi ovunque nella Federazione della Sinistra, si sono presentati nella maggior parte dei comuni in alleanza con il centrosinistra confermando nel complesso i buoni risultati delle passate amministrative provinciali. In Gran Bretagna, le amministrative di metà mandato hanno sentenziato la nettissima vittoria dei Socialisti del Labour Party, la forte caduta di conservatori e liberaldemocratici, e cosa non da poco, la cocente bocciatura della causa “ un Boris in ogni città”: la proposta, lanciata dai Tories, e sottoposta a referendum, prevedeva l’elezione diretta del sindaco in ogni grande città. Un tentativo politico per sondare una svolta in chiave plebiscitaria che è stato prontamente stoppato. La nostra rapida rassegna europea non può non evidenziare infine il crollo della CDU di Angela Merkel nelle recenti regionali tedesche, cosi come in Spagna è fallito l’assalto dei Popolari all’Andalusia, rimasta saldamente nelle mani della coalizione progressista formata da Psoe e Izquierda Unida. Dobbiamo segnalare, per completezza di informazione, che l’accordo tra IU e socialisti in Andalusia è stato contrastato da un referendum interno al PCE che ha visto prevalere (seppur di poco) i contrari all’alleanza.
Alla luce di questi fatti vediamo dunque come il popolo europeo rifiuti decisamente le politiche del FMI e dei potenti cartelli economici che lo dirigono. Vengono in sostanza abbattuti i governi attuali e quelli ritenuti responsabili , più o meno direttamente, di rendere operative le direttive della Bce, che ricordiamolo sempre, è un organismo privato in mano ad un pugno di oligarchi. Questo rifiuto categorico presenta però un lato molto oscuro: la drammatica avanzata continentale del fascismo che indirizza il malessere in una perversa ottica protezionista, nazionalista, razzista. è il caso ad esempio del Fronte Nazionale in Francia, di Alba Dorata in Grecia, dell’avanzata dell’estrema destra in Olanda. Accanto a questi fenomeni , sorgono movimenti apartitici apparentemente nuovi che, mossi da un’iniziale ribellismo spontaneista fanno leva su un qualunquismo generalizzato: si batte il chiodo sulla sfiducia nei partiti e sulla loro inutilità, su una non ben specificata “Casta” capace solo di succhiare soldi alla comunità, si demonizzano i sindacati infilandoli nel calderone dei privilegiati da abbattere, si procede insomma ad una critica molto demagogica e apparente che inevitabilmente sfocia nel plebiscitarismo e dunque nella ricerca dell’uomo forte, che rifiuta il confronto democratico e le istituzioni in quanto ormai inservibili. Tipici di questo fenomeno, che vira a destra, sono i rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Italia e dei Pirates in Germania. ( 1)
Per completare il quadro generale manca però un elemento che non può scindersi dall’analisi elettorale: la risposta di classe all’offensiva del grande capitale finanziario, la cui immorale e colossale accumulazione di denaro è all’origine della gravissima crisi economica. Assistiamo cioè, in maniera certo scomposta e non organica, ad uno scontro frontale, tra le grandi famiglie dei monopoli e la classe operaia. Da una parte i cartelli, in estrema concorrenza tra loro , procedono nel cammino di feroce saccheggio e distruzione di forze produttive e umane . Dall’altra, la ferma risposta dei lavoratori che si oppongono a questo criminale disegno con straordinarie lotte di resistenza. È il caso ad esempio degli operai greci delle Acciaierie Elleniche, in sciopero ad oltranza dal novembre scorso contro il piano di ristrutturazione aziendale che prevede decurtazioni salariali e licenziamenti. È il caso degli operai della Magneti Marelli di Crevalcore e della Curved Plywoods, piccola azienda di San Matteo della Decima: in queste due fabbriche, col pretesto del terremoto, si volevano traslocare alla chetichella i macchinari e trasferire la produzione all’estero. L’immediata denuncia operaia ed il pronto intervento dei lavoratori hanno impedito che il progetto aziendale andasse in porto. In Spagna, di fronte all’infame riforma del mercato del lavoro, c’è stata una straordinaria risposta di classe operaia: il sindacato ha indetto uno sciopero generale che ha visto il blocco pressoché totale di ogni attività nazionale. In Galizia non si sono registrate attività produttive in nessuna zona industriale, picchetti itineranti fermavano ogni sorta di attività in città come Madrid, Bilbao, Barcellona. La General Motors di Aragón è stata bloccata del tutto, ed è stato paralizzato anche il settore sanitario e scolastico nazionale. La recente durissima lotta dei minatori delle Asturie è un ulteriore conferma di quanto detto: un conflitto di classe partito da un’avanguardia cosciente dei lavoratori di miniera si è estesa con ampiezza di massa, raccogliendo la solidarietà e l’appoggio della totalità delle masse popolari. In definitiva, questi esempi dimostrano come si verifichi concretamente una sorta di dualismo di potere, che è manifesto e non può essere più nascosto. C’è un rifiuto elettorale netto in risposta alle politiche affamatorie e c’è un’avanguardia di classe operaia che, pur disorganicamente, ribatte colpo su colpo alle strategie delle multinazionali. In mezzo, presi nella morsa dello scontro di classe, le grandi masse popolari e della piccola e media borghesia riflettono grande incertezza, confusione, disorientamento, condizioni che possono essere strumentalizzate in funzione di svolte politiche sempre più marcatamente autoritarie. Anche le istituzioni, piegate ed asservite all’interesse del massimo profitto, vengono schiacciate nella morsa fino ad autoannientarsi di fatto. Si verifica cioè un commissariamento generale del paese, ostaggio degli interessi dei potentati economici che arrivano a privatizzare lo stato tutto, che diviene nel concreto un semplice comitato d’affari, anzi mercenario, per conto delle oligarchie, come la vicenda dei Marò in India testimonia fedelmente: soldati delle forze armate dello stato a guardia del tesoro privato del magnate di turno. Anche la costruzione della linea superveloce che tocca solamente le città del business del centro-nord è un esempio in tal senso, perché risponde esclusivamente non all’esigenza degli interessi generali, ma a quelli esclusivi di Montezemolo & C. Infatti la rete ferroviaria meridionale e orientale è abbandonata e fatta morire. In sostanza, la differenza nell’attuale fase è la tendenza dello Stato a scomparire nell’impresa. Mentre i fascismi di Mussolini, Hitler, Salazar e Pinochet erano regimi contoterzisti, ora si verifica un salto successivo: i vari Elkann, Montezemolo e soci, parafrasando Luigi XIV, entrano direttamente in scena affermando con tracotanza “LO STATO SONO IO”. E purtroppo lo dimostrano nei fatti. È bene riflettere attentamente ed approfondire questi nuovi cambiamenti sociali. In definitiva, se la storia di ogni società esistita fin’ora, è storia di lotta di classe, è la classe operaia che deve fermare l’offensiva monopolista, e dirigere l’umanità verso la transizione democratica e socialista. I lavoratori non sono ancora del tutto convinti di avere questa responsabilità storica, questo ruolo fondamentale, ed è per questo che si producono situazioni di forte opposizione seppur in misura discontinua. Ma, cosi come è vero questo, è necessario respingere con forza considerazioni pessimistiche che sostengono l’arretratezza generale della classe operaia. non è vero cioè che i lavoratori non hanno coscienza di classe, queste sono affermazioni e valutazioni portate avanti da elementi piccolo borghesi, talvolta mascherati da un’accattivante estremismo di sinistra. Essi non hanno fiducia nei lavoratori, vorrebbero utilizzarli come semplici strumenti del cambiamento sociale, ma la classe operaia non si presta più a questo genere di strumentalizzazioni .Dunque è per questa serie di motivi che, mancando l’azione dirigente della classe operaia, alla rinvigorente vittoria di Hollande in Francia si registra un atteggiamento di sostanziale benevolenza verso questo da parte dei grandi poteri economici . La politica del nuovo presidente sembra in effetti in linea di continuità col precedente governo conservatore per quanto concerne ad esempio la sua politica economica ed estera, che si riassume in dichiarazioni dell’Eliseo aggressive e minacciose verso la Siria di Assad. Ed ancora: l’assenza del ruolo dirigente dei lavoratori ha di fatto permesso il rifluire della rivolta egiziana, di fatto controllata fin da subito dagli apparati militari e sapientemente indirizzata verso contesti di restaurazione. Per impedire ciò, per dare uno slancio decisivo è necessaria la forza dirigente emancipatrice della classe operaia.
Occorre quindi proseguire con il processo di rafforzamento e ricostruzione del Partito Comunista inteso come partito fisicamente della classe operaia, lavorare per un’unità d’azione dei comunisti nei rispettivi paesi anche a livello continentale, ed unire le forze di sinistra e democratiche in un grande Fronte di unità Democratica, contrastando il dominio dei monopoli economici e finanziari con campagne di comunicazione efficaci e proposte politiche concrete. E’ la presenza attiva e dirigente dei lavoratori che crea le condizioni per incidere negli assetti delle coalizioni, non il tasso di presunta radicalità di esse, o peggio ancora certi atteggiamenti di massimalismo marginale che a volte si manifestano in certi settori della sinistra. E’ necessario infatti lavorare coerentemente su due piani paralleli e non distinti: la lotta elettorale indispensabile per rientrare nelle Istituzioni e per la rappresentanza politica, e la lotta per il potere economico e per il socialismo. Se non avanza la prospettiva socialista cioè, è la stessa vita democratica ad essere minacciata aggredita e smantellata, non ci sono alternative di sorta. Oggi la decomposizione del sistema capitalistico e le contraddizioni sempre più’ stridenti dell’imperialismo hanno accelerato il processo di privatizzazioni, e l’assalto della banda di Rockefeller&C. scatena guerre criminali, genocidi, bombardamenti, licenziamenti di massa, nuove forme di schiavitù. La famiglia dei multimiliardari privi di ogni parvenza di moralità spingono all’estremo la loro sete di massimo profitto, sprofondandoci in una nuova società feudale. Sta a noi avere la passione, la conoscenza, la consapevolezza, la capacità, la volontà e l’esperienza per impedirlo.
(1) Per quanto riguarda il caso italiano, lo scenario è preoccupante perché penetra in profondità ben oltre le capacità del clown genovese . La similitudine con la situazione che si generò con Tangentopoli è emblematica: agli inizi degli anni novanta, il legittimo intervento giudiziario della magistratura contro la corruzione politica venne sapientemente manovrato dal grande capitale. Controllando i Media e manovrando sapientemente giornali e tv, si creò un profondo consenso di massa verso il successo giudiziario in chiave antipolitica. Demonizzando tale sistema, si favorirono pulsioni emotive forti, che vennero indirizzate verso orizzonti semplicistici plebiscitari e quindi autoritari. Si ottenne un clima specifico che riteneva il potere giudiziario in grado si seppellire istituzioni ormai sputtanate, in cui il consenso popolare e di massa si esprimeva non più nel confronto politico e democratico ma nelle sentenze della magistratura. Una volta finita la sbornia di grandi emozioni collettive e populiste, ci ritrovammo con l’eliminazione definitiva della scala mobile, con l’abrogazione della legge elettorale proporzionale in favore del sistema maggioritario, e col ritorno fisico dei fascisti al governo nel 1994.