di Ugo Boghetta | da Facebook
Pubblichiamo come contributo alla discussione dopo il voto nel referendum britannico
E Brexit fu, nonostante la mobilitazione dei poteri forti inglesi ed internazionali. E hanno deciso di uscire senza essere nell’euro!!
Ora, non essendo riusciti a spaventare i britannici, si cerca di spaventare tutti gli altri affinché non ne seguano l’esempio.
Si dice che l’uscita è dovuta ai vecchi che avrebbero votato la nostalgia. A nessuno viene il dubbio che le classi popolari dell’Inghilterra del nord e del Galles abbiano invece visto il peggioramento dovuto al combinato disposto liberismo e Unione!? Non viene in mente che questi sono settori che per motivi materiali e culturali fanno più fatica a stare nella globalizzazione liberista perché ne sono le vittime designate?
In realtà è un voto di classe senza un partito di classe. Questo è il dramma. E, diciamocelo, il buon Corbyn, come gran parte della sinistra continentale, della questione non ci ha capito una mazza. Purtroppo. Per altro verso, si è ripetuto quello che, facendo le dovute distinzioni, è accaduto in Italia alle amministrative. Le periferie hanno votato “leave” in Gran Bretagna e M5S in Italia. Questi ultimi, tuttavia, ammorbati dalla logica dei sondaggi, sulla Brexit hanno toppato. Impareranno?
Si dice altresì che i giovani abbiano votato di rimanere. Certo i giovani di Londra vivono diversamente la globalizzazione da quelli sopra citati. Costoro, inoltre, hanno conosciuto solo questo mondo fatto di opportunità precarie e flessibili. Hanno votato il conosciuto. Ma chi li ha resi precari? Chi ha loro tolto il futuro se non l’Unione liberista di cui la Teacher fu antesignana!
A sinistra, tutti additano lo spettro di Farage, nessuno vuol vedere dove erano schierati i poteri forti, la Finanza. Qualcuno pensa che siano forze progressiste!? Purtroppo sì, a sinistra qualcuno lo pensa in quanto la Finanza costruisce un mondo senza frontiere. É il malefico prodotto del sinistrismo.
Qualcuno fino a ieri affermava che non si può tornare ai confini, alla nazione ecc ecc. Ebbene si può. Costoro però parlano di unire i popoli. Ma cosa sono i popoli se non una storia, un territorio , dei confini, una cultura!? E dentro i popoli ci sono i proletariati. Ma di cosa parlano costoro!!
Tutto cambia in continuazione, ma non si va sempre verso il meglio come pensa il sinistrismo. Il progressismo è un errore storico e filosofico (anche il marxismo ne è stato coinvolto). A volte si torna indietro come in questi ultimi decenni: molto indietro. Certo non si torna all’uguale, ma indietro si torna.
L’unica cosa che invece non sembra cambiare è l’ideologismo astratto, l’ignoranza di chi vuole rimanere tale.
L’Unione Europea è ad un punto di svolta Il voto inglese, però, potrebbe paradossalmente portare a “più Unione”. Più Unione più danni.
Allora è meglio scartare dalla vecchia strada e ricominciare da un’altra parte.
Avremmo bisogno di idee nuove per non buttare via il bambino dell’auspicata unità fra i popoli con l’acqua sporca del liberismo e dei suoi strumenti: Unione ed euro. Avremmo bisogno di ripartire dai popoli europei riconoscendoli come diversi e che, dunque, si possono unire con relazioni reciprocamente vantaggiose senza rinchiuderli in gabbie monetarie come l’euro o un super stato come l’Unione. L’antiliberismo, la difesa della Costituzione devono inserirsi in queste contraddizioni e non pensare di cambiare tutto, tutto in una volta, senza cambiare i contenitori.
Prendiamo dunque atto che uscire si può. Che l’Unione e l’euro possono essere rotti dai popoli. Che l’Unione per i popoli è fallita. Già nei referendum consultivi francesi e olandesi l’Unione fu già bocciata. I greci hanno detto no al Memorandum.
Rompere l’Unione è implicitamente un primo passo per combattere il liberismo.
Concentrandoci su cosa fare di diverso e di migliore a cominciare dal qui ed ora.
Se gli inglesi avessero aspettato tutti gli altri per dire: “leave”, non saremmo qui a parlare. Avrebbe vinto la Finanza, la tecnocrazia europea, Merkel, Hollande, Renzi.