Croazia, governo revoca contratti dipendenti pubblici

fonte AnsaMed, 17 settembre 2012

hrvatska-zastavaDopo il fallimento dei negoziati con i sindacati, il governo croato ha oggi unilateralmente revocato il contratto collettivo del lavoro per circa 180 mila dipendenti pubblici, aprendo la strada a tagli e risparmi necessari per mantenere la stabilità delle finanze pubbliche e di conseguenza il rating creditizio del Paese. Lo ha riferito il governo presieduto dal socialdemocratico Zoran Milanovic in un comunicato diffuso oggi a Zagabria.

A un referendum sindacale conclusosi ieri, il 90 per cento dei lavoratori nel settore pubblico (insegnanti, docenti universitari, medici, personale ospedaliero, operatori culturali) ha respinto l’offerta del governo di mantenere i salari base e tutti i posti di lavoro, ma di rinunciare alla tredicesima e a una serie di vari altri benefici che avrebbero ridotto i le loro buste paga del circa 10-15 per cento. La proposta era stata invece accettata tre mesi fa dai sindacati dei dipendenti statali (polizia, esercito, dogana, amministrazione pubblica) ed è già in vigore.

La rinuncia unilaterale a un contratto di lavoro nel settore pubblico è inaudita, e fino ad oggi impensabile, in Croazia, ma il governo sostiene di non aver avuto alta scelta. In passato, se le parti sociali non avessero riuscito a giungere a un accordo, i vecchi contratti, seppur formalmente scaduti, restavano in vigore indefinitamente. A fine anno il governo tenterà di rinegoziare i contratti, e in caso di fallimento, come è stato annunciato, ridurrà gli stipendi per risparmiare circa 100 milioni di euro e chiudere l’anno senza manovre finanziarie.

Negli ultimi mesi il tenore di vita in Croazia ha visto una notevole flessione dopo l’aumento dell’Iva (dal 23 al 25 per cento), dell’elettricità e del gas (del 20 per cento) e dei prezzi della benzina. Ad agosto, l’inflazione su base annuale ha raggiunto il 5 per cento, la crescita più forte dal 2009. Ora si teme un altro ciclo di carovita dovuto alla crescita dei prezzi dei generi alimentari a causa della devastante siccità che quest’anno ha colpito l’agricoltura del Paese e dei costi del riscaldamento.