Contorsioni logiche della sinistra europeista

da www.militant-blog.org

Pubblichiamo come contributo alla discussione

Al cuore del vero e proprio terrore che sta rappresentando la Brexit per il ceto politico europeista sta un dato: a differenza della Grecia, la Gran Bretagna non fallirà. Anzi, come timidamente stanno dicendo diversi economisti, l’indebolimento della sterlina e la riappropriazione di alcuni strumenti economici non più mediati da Bruxelles, dovrebbe aumentare addirittura la competitività del paese. Un discorso che ci interessa il giusto, tutto interno alle classi dominanti inglesi, ma il fallimento dell’unica “narrazione forte” agitata dalla Ue contro ipotesi di uscita sta terrificando i commentatori filo europeisti. Fuori dalla Ue non c’è il paventato disastro sociale e politico. Se disgraziatamente la Gran Bretagna dovesse continuare a crescere economicamente, lo spettro ideologico verrebbe meno e a quel punto ogni altra argomentazione si scontrerebbe col principio di realtà per cui l’Ue non è il nostro unico orizzonte.

In questa maratona dialettica che ha mobilitato tutti i pasdaran europeisti, l’altra “narrazione forte” è data dallo “scontro generazionale” disegnato dal voto: da una parte i vecchi, reazionari e xenofobi, dall’altra i giovani, progressisti e cosmopoliti.

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