Come hanno fatto i Tories a vincere

thesun camerondi Robert Griffiths, Segretario Generale del Partito Comunista Britannico

da 21centurymanifesto.wordpress.com 
Traduzione di Lorenzo Battisti per Marx 21.it

Il principale fattore nella vittoria dei Conservatori (Tories) è stata politico e ideologico. La risposta del Labour Party è stata debole, confusa e contraddittoria, e il suo rifiuto di sostenere la campagna per la proprietà pubblica del gas, dell’elettricità, dell’acqua e delle ferrovie gli è costato un sostegno che andasse oltre la propria base.

Perchè i Tories hanno vinto le elezioni, se le loro politiche servono gli interessi di una ricca e potente minoranza piuttosto che delle masse popolari? Innanzitutto va ricordato che Cameron e compagnia hanno ottenuto solo il 37% dei voti, il 25% del totale degli elettori e un po’ più di un voto su 5 adulti aventi diritto al voto.

Queste cifre sono di poco conforto per il Labour, le cui percentuali sono state in ogni caso ancora inferiori.

Ciononostante, è significativo che i gruppi meno propensi a registrarsi per il voto – gli inquilini specialmente di case private, i residenti con origini straniere, i giovani e gli studenti – sono anche quelli meno propensi a votare per i Tories quando si registrano.

Il fallimento nell’invitare queste persone a registrarsi e a votare ha quindi aiutato i Tories ad ottenere una maggioranza parlamentare.

Così pure il metodo elettorale maggioritario (First past the post), che ha premiato i Tories con oltre la metà dei seggi di Westminster quando hanno ottenuto poco più di un terzo dei voti.

Ma anche un più giusto sistema elettorale proporzionale avrebbe comunque dato ai Tories, all’Ukip, agli unionisti circa il 50% dei seggi, con il Labour, i Verdi, il Snp e il Plaid Cymru fermi al 40%.

La più grande vittoria dei Tory è stata politica ed ideologica.

Con l’aiuto dei media, Cameron e Osborne sono stati capaci di continuare a sostenere il mito che un governo Labour spendaccione avrebbe distrutto l’economia, che l’austerità economica era necessaria e che la ripresa britannica era un risultato spettacolare e di successo.

La risposta del Labour a questa offensiva ideologica è stata debole, confusa e contraddittoria, rendendo ancora più difficile contrastare l’ortodossia dei media.

La dirigenza dei Labour ha fallito nel mostrare in ogni occasione possibile che i banchieri e gli speculatori – non le spese per lo stato sociale e i servizi pubblici – hanno fatto sprofondare l’intero sistema finanziario internazionale nel caso e nella crisi.

Milibrand e Balls avrebbero potuto rafforzare questo approccio chiedendo che le banche salvate dai soldi pubblici rimanessero di proprietà pubblica e che fossero utilizzate per promuovere gli investimenti nell’industria produttiva, nelle abitazione e nelle tecnologie verdi.

Invece sono andati avanti con le privatizzazioni.

Il rifiuto del Labour di fare campagna per la proprietà pubblica del gas, dell’elettricità ,dell’acqua, delle ferrovie gli è costato il sostegno largo oltre la propria base elettorale. Invece Milibrand ha optato per il congelamento del prezzo dell’energia, che ha mandato i grandi capitalisti e i media di destra in agitazione, con poco da fare per sostenere il Labour. Infatti la dirigenza del Labour ha completamente fallito nel mettere le frodi della City e i paradisi fiscali al centro dei temi elettorali, poiché in passato ha sostenuto l’abbassamento delle tasse per i ricchi “non residenti”. Così come poco è stato detto sul ribilanciamento dell’economia britannica dai servizi finanziari verso l’industria e la ricerca e sviluppo. Piuttosto che opporsi ad ulteriori quantitative easing (allentamenti monetari della Banca Centrale) verso le banche, Milibrand e Balls hanno speso troppo tempo nello scusarsi per il passato lassismo finanziario del Labour e promettendo di non farlo in futuro. In questo non sono stati aiutati dalla puerile nota “niente più soldi” lasciata in eredità dall’arci blairiano Liam Byrne al suo successore al Tesoro.

La dirigenza del Labour ha anche fallito nell’evidenziare che il trattamento shock di Osborne dal 2010 ha indebolito la ripresa economica già cominciata durante il governo Labour, preferendo prevedere una doppia recessione (double dip) che non è poi mai arrivata. La loro difficoltà, ovviamente, era che il governo Tory stava approfondendo i tagli già previsti e messi in pratica da Gordon Brown e Alistair Darling. Cosa che ci porta al principale elemento della vittoria dei Tories – la vittoria nella battaglia delle idee di Cameron e Osborne sull’austerità, anche se è stata una vittoria facile, nonostante gli sforzi dei Verdi, dell’Snp e del Plaid Cymru.

Milibrand e Balls avrebbero potuto usare gli ultimi 5 anni mostrando la frode dell’austerità, delle privatizzazioni e del trito “Programma di lungo periodo” dei Tories. Invece hanno fallito, finendo nelle mani del Snp e – in Inghilterra – nell’isteria costruita contro la prospettiva di un governo di minoranza Labour dipendente dal supporto del partito nazionalista scozzese.

Se il Labour avesse fatto per tutto il tempo una campagna contro l’austerità economica, avrebbe potuto mostrare chiaramente la propria volontà di collaborare con tutti i deputati anti austerità a Westminster, invece di apparire ambigui e insinceri nel rifiutarlo. Il partito avrebbe potuto anche vincere con una larga maggioranza. Un impegno sincero nel costruire una Gran Bretagna federale, insieme a misure anti austerità per redistribuire la ricchezza dai super ricchi a tutte le altre regioni e nazioni, avrebbe fatto crescere il supporto al Labour in Scozia.

Il sostegno al referendum sull’Unione Europea e un approccio più critico verso le istituzioni anti democratiche dell’Ue e alle politiche neoliberiste avrebbero potuto impedire che alcuni voti della classe lavoratrice potessero passare all’Ukip. Il sostegno entusiastico del Labour a più armi nucleari in Gran Bretagna ha creato un’emorragia di voti non solo in Scozia, ma può aver portato alcuni a votare per i Verdi in non pochi seggi contesi.

Queste sono le politiche che il Labour deve prendere in considerazione se vuole recuperare i 4 milioni di voti persi dal 1997 – un’elezione vinta su un programma social democratico, non sul programma blairiano del nuovo Labour. Questo è quello che i sindacati dovrebbero chiedere, insieme a un rinnovamento della dirigenza Labour per portare avanti queste proposte.

In caso contrario il partito si dirigerà verso l’oblio, come voce in parlamento del lavoro organizzato, come strumento di cambiamento progressista. Fin da ora i lavoratori e il popolo britannico dovranno affrontare un’escalation di attacchi dei Tories ai servizi pubblici, allo stato sociale, alla democrazia locale e ai diritti sindacali. I Tories soffieranno sul fuoco del nazionalismo inglese, cosa che porterà la Scozia più vicina all’indipendenza. E, con il supporto di molti deputati Labour, il governo di Cameron danzerà al suono dei tamburi di battaglia della Nato e commissionerà una nuova generazione di armi nucleari. Noi, i nostri sindacati, l’Assemblea Popolare, il Cnd e il Partito Comunista, dovremo fare molto di più di quello che abbiamo mai fatto in passato.