da www.ansa.it
NICOSIA – Un comunista, anche se atipico, alla guida dell’Ue in uno dei momenti piu’ delicati della crisi economica che ormai da quattro anni tiene in ostaggio l’Europa: questo il destino toccato a Demetris Christofias, presidente della Repubblica di Cipro, che oggi ha inaugurato ufficialmente il semestre di presidenza cipriota dell’Unione. Una sorte bizzarra quella di Christofias, 66 anni il prossimo agosto, arrivato alla poltrona piu’ importante di Cipro nel 2008, lo stesso anno in cui l’isola adotto’ la moneta unica europea.
”Saranno la vita e la gente a dire se sono l’ultimo comunista d’Europa”, risponde Christofias con il sorriso sulle labbra ai cronisti che gli chiedono se si considera l’ultimo esponente di una specie in via d’estinzione. Ma intanto il ‘compagno-presidente’ – che gestisce un Paese dove il modello capitalista la fa da padrone – sfrutta al meglio le sue ottime relazioni con Mosca. Davanti alla necessita’ di ottenere aiuti finanziari per rilanciare l’economia e salvare il suo sistema bancario – colpito e semi affondato dalla crisi della Grecia – gioca su due tavoli per tentare di evitare la tagliola delle misure d’austerita’ gia’ imposte da Ue e Fmi ad Atene, Lisbona e Dublino.
Nicosia e’ infatti decisa a trattare sia con l’Ue e sia con la Russia: ”Non vedo nulla di sbagliato in questo”, sottolinea il presidente. ”Non bisogna avere pregiudizi – aggiunge – la Russia di oggi non e’ piu’ l’Unione sovietica. Se le loro condizioni saranno accettabili, perche’ no? Quelle dell’Ue potrebbero essere piu’ dure. Speriamo in una risposta positiva da Mosca”. La Troika Ue-Bce-Fmi e’ in questi giorni a Nicosia per spulciare i conti pubblici ciprioti in vista del negoziato sulle condizioni alle quali concedere gli aiuti. Ma fonti governative avvertono che su un punto Cipro non intende assolutamente cedere: le agevolazioni fiscali di cui beneficiano le imprese, considerate un elemento vitale per l’economia del Paese.
”Gia’ in occasione dell’adesione portammo l’aliquota da poco piu’ del 4% al 10% e 35.000 imprese, sulle 100 mila allora presenti, scelsero di andarsene”, spiegano le stesse fonti. Al momento l’ipotesi piu’ accreditata e’ che Nicosia chieda all’Ue solo i fondi destinati alla ricapitalizzazione delle banche e a Mosca quelli necessari per ridare ossigeno all’economia. Cifre esatte non ce ne sono, ma le necessita’ finanziarie di Cipro dovrebbero oscillare complessivamente tra i 4 e 10 miliardi di euro.
Ma non e’ solo sul fronte economico che Cipro gioca la sua partita alla guida dell’Ue. I negoziati con la Turchia per superare la divisione dell’isola ”sono in stallo da due anni e la responsabilita’ e’ di Ankara”, ha detto Christofias, il quale, a suo dire, non intende cadere nella trappola del boicottaggio preparata per la sua presidenza dalla Turchia. ”Questo atteggiamento verso la presidenza Ue e’ un boomerang per Ankara che cosi’ si sta auto isolando”.
Quanto alle vicende siriane, il presidente cipriota ha detto di essere ”molto preoccupato” per quanto sta accadendo a poco piu’ di 100 miglia dalle sue coste. ”Spero non si ripeta quanto accaduto in Libano, ma in ogni caso siamo pronti a fare la nostra parte ora come allora. Il Medio Oriente e’ una regione esplosiva, mi auguro che si possa trovare una soluzione pacifica sotto la guida delle Nazioni Unite”.