di Demostenes Floros | da abo.net
Secondo gli ultimi dati le forniture petrolifere globali sono calate di più di 0,6 mbg a dicembre, mentre nel 2017 si stima che le forniture dei Paesi non-OPEC aumenteranno di 385.000 b/g. Queste alcune indicazioni, ma a fare la differenza sui prezzi potrà essere ancora una volta anche l’impennata della produzione statunitense
Il Brent Crude North Sea ha aperto a 55,64 $/b e ha chiuso a 55,48 $/b, mentre il West Texas Intermediate ha aperto a 52,48 $/b e ha chiuso a 53,32 $/b. A gennaio i prezzi del petrolio sono rimasti stabili sopra i 50 $/b (dollari al barile) grazie al pieno rispetto del programma di riduzione dell’offerta da parte dei paesi OPEC e non OPEC, al quale si aggiunge il deprezzamento del dollaro rispetto alle principali valute mondiali (euro, yen, rublo e sterlina). Entrambe le qualità, Brent e WTI, hanno toccato i loro valori minimi il 10 gennaio, rispettivamente a 53,62 $/b e 50,75 $/b perché gli hedge fund, dopo aver ammassato posizioni speculative al rialzo nette equivalenti a 796 milioni di barili nell’ultima settimana di dicembre, hanno iniziato a incassare i propri ricavi. Ciò nonostante, la finanza non ha innescato un calo dei prezzi nella seconda metà del mese come temuto da Ole Hanse, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank.