di Demostenes Floros | da http://temi.repubblica.it/limes/geopolitica-del-cambio-2/39683
Eurocrisi, debito statunitense e rallentamento cinese influiscono sulla domanda di greggio. La tensione tra Turchia e Russia agita il mercato. I dati sul mercato del lavoro a stelle e strisce sono peggiori di quanto sembri.
Nel corso della prima metà di ottobre il costo del barile ha manifestato una certa volatilità, mentre nella seconda parte del mese l’andamento ribassista è emerso in maniera preponderante, soprattutto per quanto riguarda il prezzo del greggio di riferimento sul mercato internazionale, il WTI (7 dollari al barile [$/b]), ma anche rispetto al benchmark europeo, il Brent (5 $/b).
I fondamentali, nel confermare la solidità dell’offerta – i prezzi sono diminuiti nonostante il crollo della produzione nigerina stimato attorno ai 500 mila barili al giorno [b/g] – hanno evidenziato uno stallo della domanda, figlio non soltanto della crisi economica dell’Eurozona e del disavanzo pubblico statunitense, ma anche del tenue rallentamento della crescita cinese.