L’accordo UE-Mercosur sarebbe un disastro per entrambe le regioni

EU MercosurIntervista a Xabier Benito Xiluaga*

da alainet.org

Traduzione di Marx21.it

Quale è la sua opinione in merito al fatto che si concretizzi immediatamente l’accordo di liberalizzazione Mercosur – Unione Europea?

La delegazione di Podemos vede con preoccupazione questa sospetta accelerazione dei negoziati che si stanno svolgendo da 20 anni. Un accordo commerciale tra Unione Europea e Mercosur sembrerebbe una relazione naturale poiché si condividono legami culturali, politici ed economici, ma questo Trattato di Libero Commercio, definito malamente di ultima generazione, in concreto non ci piace, poiché in esso si privilegia il modello neoliberista e il colonialismo economico, facendo passare in secondo piano i diritti sociali e dell’ambiente, così come un modello più giusto e sostenibile.

Ci preoccupa inoltre il fatto che queste accelerazioni siano molto legate all’ascesa della destra neoliberista nei paesi del Mercosur e in America Latina. Governi come quello di Macri, o come quello dell’illegittimo Temer, dopo un colpo di Stato, stanno approntando un calendario di tagli sociali e privatizzazioni che, in modo sospetto, conviene all’agenda delle transnazionali (spesso europee) per impadronirsi delle risorse naturali di questi paesi.

E neppure sembra casuale il fatto che si voglia chiudere alla fine del 2017, in concomitanza con la presidenza provvisoria del Brasile di Mercosur, e in tal modo rafforzare la figura del poco amato Temer in vista delle prossime elezioni brasiliane e fargli guadagnare il riconoscimento a livello internazionale, rafforzando così l’ascesa del neoliberismo su scala mondiale.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi che si possono trarre da una maggiore apertura per le nostre economie e società, in generale?

Un’apertura economica diversa da quella proposta potrebbe essere utile. Ma considerato il modo con cui procedono i negoziati, crediamo di trovarci di fronte a una seria minaccia per entrambe le regioni.

Il Trattato di Libero Commercio UE-Mercosur si sta negoziando in condizioni diseguali, in cui l’ingresso di investimenti delle multinazionali nel Mercosur ha la precedenza sul protezionismo che gli Stati Europei cercano per i loro prodotti. Anche il presidente francese ha espresso dubbi a questo riguardo e non certamente perché lo preoccupino i diritti dei cittadini del Mercosur, ma i suoi settori agricolo e zootecnico.

Questo ingiusto TLT è riparato dall’ombrello della libera concorrenza e del libero scambio, dalla prevalenza dei mercati sulla sovranità politica, economica, anche alimentare, degli Stati.

L’UE esporterebbe nei paesi del Mercosur più prodotti industriali e agricoli ad alto valore aggiunto, e avrebbe accesso all’acquisto delle terre, alle offerte di prospezioni e all’utilizzo delle risorse naturali di questi paesi, e anche all’assunzione di servizi pubblici, mettendo in difficoltà lo sviluppo endogeno dell’economia del Mercosur; relegando le esportazioni del Mercosur a materie prime e derivati, come prodotti minerari, combustibili fossili, prodotti dell’agroindustria, e degli allevamenti intensivi, lasciando una situazione di perdita di controllo sulle risorse naturali, e mettendo in pericolo la ricchezza della biodiversità e la cura dell’ambiente, con il prevalere di questi interessi economici su quelli ambientali.

In entrambe le regioni si prevede un grave impatto sull’occupazione, poiché anche il settore agricolo e zootecnico in Europa verrebbe danneggiato, i piccoli agricoltori e allevatori rischierebbero la bancarotta per la concorrenza monopolistica delle grandi imprese. Al contrario, nel Mercosur sarebbe l’industria ad essere pregiudicata.

Un accordo di questo tipo restringerà lo spazio politico dei governi di entrambe le regioni nell’adozione di norme di protezione ambientale e sociale, o semplicemente nel mantenimento di servizi sociali che garantiscano i bisogni essenziali e la giustizia sociale.

Tutto ciò si ripercuoterà sulle classi più svantaggiate che non trarranno alcun beneficio da questo TLC, per non parlare dei pericoli per le comunità contadine e dei popoli originari che già si trovano in situazioni gravi per la pressione sulla terra e per la violazione dei diritti umani, che contrasta con l’impunità delle multinazionali.

Che effetti può avere un accordo ampio con l’Europa sull’integrazione e la complementarietà regionale europea e latinoamericana?

Un TLC come questo ostacolerebbe l’integrazione regionale all’interno del Mercosur. Gli investimenti e lo sviluppo economico sarebbero basati sul profitto delle grandi imprese che sono le uniche che trarranno beneficio da questo accordo basato su una logica di commercio internazionale e le necessità di questo tipo di mercato; per questo, lo sviluppo dello stesso mercato del Mercosur ne risentirebbe. Lo sviluppo basato sui bisogni dei cittadini, l’integrazione in termini di diritti sociali, ambientali, la lotta contro la disuguaglianza, i diritti umani e indigeni saranno subordinati al perseguimento dei benefici delle multinazionali.

In base alla mia esperienza nella vicepresidenza della Delegazione per le Relazioni dell’UE con il Mercosur, e al mio lavoro nella commissione Energia e Industria, ho avuto l’occasione di conoscere come le imprese elettriche, minerarie, degli idrocarburi, e dell’agrobusiness violino sistematicamente i diritti umani, indigeni, sociali e ambientali con una preoccupante impunità, e un TLC simile non contemplerà clausole vincolanti per la protezione di tali diritti, come invece si dovrebbe. Al contrario offrirà vantaggi alle multinazionali per ricorrere contro gli Stati che assumano misure contro i loro interessi.

Così, sia la lotta per la giustizia sociale, contro la disuguaglianza, la coesione tra le regioni e dentro le regioni, sia una transizione giusta verso un modello di energia rinnovabile, saranno seriamente in pericolo.

Dobbiamo unire le forze su entrambe le sponde dell’Atlantico per evitare questo disastro. Dobbiamo ricercare accordi molto diversi, che rivalutino la complementarietà tra le due regioni e non puntino al saccheggio di una da parte dell’altra, e che riducano le differenze sociali tra regioni e all’interno delle due regioni, invece di renderle ancora più grandi.

* Eurodeputato di Podemos-GUE/NGL