di Demostenes Floros | abo.net
La stima della domanda di petrolio in crescita, le scorte statunitensi che diminuiscono insieme alle esportazioni dell’OPEC stanno permettendo ai prezzi di salire in maniera costante e continuativa
A settembre, i prezzi del petrolio sono significativamente cresciuti. In particolare, la qualità Brent North Sea ha aperto le contrattazioni a 52,75$/b e le ha chiuse a 56,68$/b mentre il West Texas Intermediate ha aperto prezzando a 47,34$/b per poi chiudere a 51,54$/b. Nel momento in cui scriviamo, il Brent viene scambiato a 56,06$/b e il WTI a 50$/b.
Il benchmark asiatico/europeo e il riferimento americano hanno toccato il massimo mensile rispettivamente, il 25 settembre – quotando 59,24$/b, record da 26 mesi ad oggi – e il 26 settembre – prezzando 52,40$/b, il massimo nel corso degli ultimi due anni – sulla scia del referendum sull’indipendenza tenutosi della regione curda dell’Iraq, il cui risultato ha chiaramente messo in luce la volontà di separarsi da Baghdad.