di Demostenes Floros | da temi.repubblica.it
Il prezzo del greggio, gli Usa “intrappolati” nel Golfo Persico, l’avvicinamento europeo all’Ucraina – su cui l’Italia farebbe bene a riflettere. La chiave del nuovo anno sarà l’energia.
Il mercato del petrolio ha chiuso il 2013 con prezzi elevati. In particolare, a dicembre, la qualità del Brent ha inizialmente oltrepassato i 112 dollari al barile ($/b, 3 dicembre); nel corso della seconda decade del mese, il valore è diminuito fino ai 108$/b per poi invertire nuovamente la rotta chiudendo l’anno a 110.5$/b.
Solo a gennaio 2013 il benchmark di riferimento europeo aveva registrato prezzi chiaramente superiori a quest’ultimi (oltre i 115$/b). Il costo della qualità del Wti invece, dopo avere aperto il mese poco sopra i 94$/b, è aumentato fino a sfondare i 100$/b; in chiusura è lievemente calato (98.5$/b). Per quanto riguarda il benchmark del mercato mondiale, nel 2013, solamente tra il mese di agosto e la prima metà di settembre 2013 – quando l’intervento militare americano in Siria pareva imminente – si sono toccati prezzi più alti (110$/b).