Dichiarazione e risposte alla stampa del Ministro degli Esteri Sergey Lavrov in occasione della conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, a valle dei colloqui svoltisi a Roma il 27 agosto 2021

da http://sakeritalia.it

Signore e Signori,

si sono conclusi i colloqui a Roma. In mattinata ho incontrato il Primo Ministro Mario Draghi e abbiamo appena terminato approfondite consultazioni con il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio.

L’Italia è uno dei paesi leader con cui manteniamo una intensa cooperazione commerciale, economica e finanziaria. La pandemia ha in qualche modo ostacolato dei progetti rilevanti. Lo scorso anno il commercio è diminuito ma, nella prima metà di quest’anno, c’è stata una ripresa che ha portato ad un aumento del 30%. In tal senso un importante contributo è stato fornito dal Consiglio italo-russo per la cooperazione economica, industriale, monetaria e finanziaria, presieduto da Luigi Di Maio per la parte italiana, e dal Ministro dell’Industria e del Commercio Denis Manturov per la parte russa.

Abbiamo discusso dei prossimi meeting a vario livello. Abbiamo apprezzato che alla fiera internazionale INNOPROM di Ekaterinburg dello scorso luglio, l’Italia sia stata il primo paese europeo a diventare nostro partner, e che il Ministro dello Sviluppo Economico italiano Giancarlo Giorgetti abbia guidata la delegazione.

Abbiamo elogiato gli sforzi della Camera di Commercio italo-russa e del Comitato italo-russo degli Imprenditori. Abbiamo constatato il risultato positivo della delegazione di imprenditori italiani che ha partecipato a inizio dello scorso giugno al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, in cui sono stati firmati numerosi e importanti accordi commerciali.

Apprezziamo e ci impegniamo ad ampliare i legami culturali e gli scambi formativi. Incoraggiamo i contatti tra giovani e l’apprendimento delle lingue dei nostri rispettivi paesi. Abbiamo esaminato i progressi dell’Anno dei Musei del 2021. Ci sono numerosi progetti congiunti, tra cui delle attività in Italia dedicate al 200°anniversario della nascita di Feodor Dostoevsky. Abbiamo riconfermato il nostro sostegno al Forum- Dialogo della società civile.

Il mio collega ha parlato dell’importanza di unire gli sforzi per combattere la pandemia. Il 13 aprile è stato firmato un memorandum di intesa per la cooperazione scientifica e lo scambio di materiali e conoscenze tra il Centro nazionale di Epidemiologia e Microbiologia Gamaleya, il Fondo russo per gli Investimenti Diretti e l’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Questo accordo ha posto le basi per una collaborazione a lungo termine. Sono sicuro che porterà benefici a entrambe le parti.

Confidiamo che le restrizioni sulla quarantena vengano gradualmente revocate e che si allentino le norme che disciplinano i viaggi tra i nostri due paesi. Dal 28 giugno il Governo russo ha deciso di riprendere i voli regolari verso l’Italia. Questo permetterà ai cittadini italiani di venire nel nostro paese proprio come facevano prima.

Per quanto riguarda l’agenda internazionale, abbiamo esaminato le prospettive per una nostra cooperazione nell’ambito della lotta al terrorismo e alla criminalità. Abbiamo creato dei buoni meccanismi bilaterali e consolidato i canali di interazione su tale questione nell’ambito del quadro delle Nazioni Unite.

In considerazione del fatto che l’Italia ha la presidenza del G20, abbiamo trattato in dettaglio il funzionamento di questa organizzazione, che rispecchia più adeguatamente le moderne realtà multipolari rispetto ai gruppi ristretti.

Per ovvie ragioni, l’Afghanistan è stato una parte significativa dei nostri colloqui. Ci uniamo alla condanna degli attacchi terroristici e alle condoglianze alle famiglie delle vittime. La consideriamo una ulteriore conferma della necessità di aumentare l’assistenza agli afgani, in modo che siano in grado, senza ulteriori ritardi, di formare un governo di transizione aperto alla partecipazione di tutte le principali forze politiche del paese.

Quando discutiamo delle conseguenze dell’attuale situazione in senso più ampio (i flussi degli emigranti e dei rifugiati), inevitabilmente i nostri colleghi occidentali vogliono unire gli sforzi e cercare risposte congiunte. Tuttavia, dobbiamo trarre insegnamento dall’Iraq, dalla Libia e, ora, dall’Afghanistan. Imporre agli altri il proprio sistema di valori è un tentativo altamente pericoloso. Io spero che tre volte siano sufficienti per farlo comprendere ai politici che stanno considerando ulteriori azioni in altri paesi.

Per noi è di fondamentale importanza salvaguardare i confini meridionali e i confini con i nostri alleati centro-asiatici. Tale questione è stata già discussa al summit online del CSTO, l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. Il summit del CSTO in presenza si terrà a metà settembre. Il giorno successivo si svolgerà un incontro dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Non c’è alcun dubbio che i rischi derivanti dall’Afghanistan, incluse le emigrazioni illegali che si sono innescate, saranno al centro della discussione con i nostri leader, così come lo saranno i temi degli aiuti all’Afghanistan al fine di assicurare la stabilità e il normale funzionamento delle istituzioni civili nel paese.

Abbiamo parlato della situazione in Europa, scambiandoci le opinion sulle azioni dei leader dell’Unione Europea, che continuano a mantenere il loro approccio distruttivo anti-russo sotto l’influenza di un certo gruppo di paesi russofobi membri della UE.

Abbiamo discusso sugli sviluppi in Ucraina. Condividiamo la posizione secondo cui il pacchetto di misure degli Accordi di Minsk debbano essere attuati integralmente. Abbiamo utilizzato degli esempi tangibili per dimostrare come le ultime modifiche alle leggi ucraine impediscano fondamentalmente alle autorità di Kiev e ad altri negoziatori di fare ciò che è previsto negli Accordi di Minsk. La situazione non è semplice. Speriamo che tutti i nostri colleghi europei, che sono sinceramente interessati a normalizzare la situazione in Ucraina, riescano ad esercitare un’influenza sulle autorità di Kiev per quanto riguarda tale questione.

Ci siamo scambiati le opinioni sulla situazione in Libia e, in generale, sul Mediterraneo e sul Nord Africa. Qui sono in corso molti processi, che sarebbe difficile definire positivi. Abbiamo una posizione comune sul processo di risoluzione in Libia. Siamo a favore di un graduale e contemporaneo ritiro dal paese di tutte le forze straniere. Siamo convinti che fornire assistenza per lo svolgimento delle elezioni generali sia un obiettivo prioritario.

Il mio college ha toccato il tema di Alexey Navalny. Ancora una volta, ho consigliato a lui e a chiunque altro sia veramente interessato a capire come stanno le cose in merito, a leggere la trascrizione della riunione del Bundestag in cui il Governo tedesco ha risposto alle domande specifiche dei deputati in merito alla situazione dell’“avvelenamento” di quest’uomo. Non ho il minimo dubbio che, dopo aver letto questa trascrizione, una persona imparziale possa arrivare ad una importante conclusione, e cioè che questo problema è stato ampiamente secretato per ragioni sconosciute. Vorremmo anche che le cose fossero messe in chiaro.

L’altro giorno Kiev ha ospitato l’evento “La piattaforma di Crimea”. Al riguardo, ai nostri colleghi italiani – che hanno partecipato a questo appuntamento – abbiamo espresso la nostra valutazione su questa futile iniziativa, che sta solamente esacerbando delle tensioni inutili, mentre è necessario riconoscere la realtà attuale. La realtà è che la Repubblica di Crimea e la città di Sebastopoli fanno parte della Federazione Russa, secondo la libera espressione della volontà delle persone che ci vivono.

Abbiamo avuto un confronto approfondito, significativo e fattivo. Ho invitato Di Maio a venire nuovamente in visita in Russia. Speriamo di continuare a mantenere il dialogo, anche sui temi che il Presidente russo Vladimir Putin e il Primo Ministro della Repubblica Italiana Mario Draghi hanno recentemente discusso durante una conversazione telefonica.

Domanda (rivolta a Luigi Di Maio, tradotta dall’italiano): Qual è l’attuale situazione in Afghanistan? Vediamo che Gran Bretagna, Germania e Francia stanno completando il ritiro delle loro truppe. Quando decolleranno gli ultimi aerei italiani? Forse la Russia dovrebbe essere coinvolta in questo impegno, dato che continua a parlare con i Talebani?

Sergey Lavrov (rispondendo dopo Luigi Di Maio): Come forse saprà, è da molti anni che parliamo con tutte le parti coinvolte nel conflitto, anche nell’ambito del Formato Mosca, che comprende tutti i paesi della regione che possono avere influenza sulla situazione, così come Stati Uniti, Cina, India e Pakistan.

Il dialogo con i Talebani è continuato nell’ambito della Troika allargata (Russia, Stati Uniti, Cina e Pakistan). E’ proseguito fino di recente a Doha, la capitale del Qatar. I colloqui si sono protratti a lungo. Se non si ottiene nulla al tavolo delle trattative, c’è il rischio di una ripresa delle ostilità, che è quello che è avvenuto.

Eravamo disponibili a sostenere gli accordi raggiunti tra gli Stati Uniti e i Talebani. Sfortunatamente, sono falliti, non solo a causa della posizione dei Talebani.

Domanda (rivolta a Luigi Di Maio, tradotta dall’italiano): Quali sono i preparativi per il G20? Come può contribuire la Russia?

Sergey Lavrov (rispondendo dopo Luigi Di Maio): Oggi abbiamo parlato dei preparativi del G20 con il Primo Ministro Mario Draghi e Luigi Di Maio. Vorremmo capire come i nostri amici italiani vedono il ruolo del G20. Che “valore aggiunto” si aspettano di avere dall’attivazione di questo meccanismo. Ci è stato promesso un documento che definirà e chiarirà la questione.

Luigi Di Maio ha parlato della necessità di seguire i cinque principi che aveva definito in precedenza. La lotta al terrorismo è al quinto posto e i primi quattro riguardano altre questioni. Le nostre priorità saranno leggermente diverse. Ciò che conta per noi è garantire la sicurezza dei nostri alleati ai confini meridionali della Russia che hanno frontiere aperte direttamente con l’Afghanistan.

Il collega ha evidenziato la necessità di un formato inclusivo, che è importante. Io ho citato i cinque paesi centro-asiatici che non sono membri del G20. Non ne fanno parte neanche Pakistan e Iran, e senza di loro la discussione sarà incompleta. I nostri colleghi hanno promesso di pensare a nuovi ed utili formati.

Nel prossimo futuro ci occuperemo delle questioni afgane e delle conseguenze di ciò che è accaduto in quel paese nell’ambito dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Saremo pronti a valutare le proposte specifiche da parte italiana sul ruolo del G20.

Domanda: Recentemente si è detto molto riguardo alla situazione in Afghanistan. C’è un certo consenso nell’ambito della comunità internazionale in merito alla necessità di una stretta collaborazione per evitare che l’Afghanistan diventi un ricettacolo del terrorismo mondiale. Siete riusciti a trovare un approccio comune duranti i colloqui? Come intende rispondere la Russia alle nuove minacce che sorgono, letteralmente, ogni giorno (come nel caso dell’attacco terroristico di ieri)?

Sergey Lavrov: Ho appena esaminato in dettaglio le nostre priorità in Afghanistan in questa nuova situazione. Coordineremo le nostre azioni principalmente con i nostri alleati e i partner strategici nell’ambito dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Saremo pronti a collaborare con altri paesi che, in buona fede, contribuiscano a normalizzare la situazione in Afghanistan, con particolare attenzione alla garanzia di sicurezza. Ogni altra cosa sarà secondaria rispetto alle nostre priorità.

Domanda: I cittadini di San Marino, che per la maggior parte sono stati vaccinati con il vaccino russo Sputnik V, possono entrare liberamente e in tutta sicurezza in Italia. Allo stesso tempo, i cittadini russi che sono stati vaccinati con lo stesso vaccino, non lo possono fare. Non la vede come una politica di doppio standard? Avete discusso di come possa riprendere il traffico turistico tra Russia e Italia?

Sergey Lavrov: Ho chiesto a Luigi di Maio che cosa rende privilegiati i cittadini di San Marino rispetto ai Russi dato che entrambi sono stati vaccinati con lo stesso vaccino.

Noi speriamo che presto venga risolta la questione del riconoscimento reciproco dei vaccini e che riprenda il turismo. I voli diretti per l’Italia sono ripresi il 28 giugno. Gli Italiani che arrivano in Russia con questi voli sono completamente liberi di stare nel nostro paese e seguire il proprio itinerario.

La stragrande maggioranza dei paesi della UE stanno aspettando un segnale di via libera dall’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali. Come sappiamo, il legislatore a livello statale prende la decisione finale, proprio come l’Ungheria quando ha registrato lo Sputnik V a livello nazionale. C’è un accordo sul riconoscimento reciproco dei vaccini utilizzati in Russia e in Ungheria. La decisione finale viene fatto dal governo nazionale. L’Unione Europea ha fatto delle dichiarazioni che non sono state del tutto costruttive rispetto al vaccino russo e cinese.

Domanda: Prima della sua visita, l’agenzia di stampa AGI ha scritto che “il Ministro russo intende chiedere al suo collega italiano Luigi Di Maio un approccio costruttivo sulla questione delle sanzioni”. C’è un fondo di verità in questa dichiarazione? Oggi avete discusso delle sanzioni alla Russia?

Sergey Lavrov: Non è vero. Non abbiamo toccato questo argomento. Ci sono molti testimoni che lo possono confermare (la nostra delegazione e quella italiana). Non c’è da meravigliarsi. Lo abbiamo chiarito molte volte che non avremmo discusso delle sanzioni con paesi che stanno utilizzando le sanzioni come un’arma, in mancanza di altri metodi per promuovere la politica estera. Non chiederemo a nessuno una qualche tregua.

Mi sono recato in Ungheria, Austria e Italia per una semplice ragione: sono stato invitato. Apprezziamo l’opportunità di avere un dialogo concreto, schietto, rispettoso e reciprocamente vantaggioso.