di Davide Rossi
La Repubblica riporta: “Netanyahu avverte: L’Anp non governerà a Gaza.” È abbastanza singolare che un capo di un governo straniero non solo voglia decidere, ma affermi perentoriamente che l’Autorità Nazionale Palestinese, ovvero gli organi di governo dello stato palestinese secondo gli accordi di Oslo del 1993, non debba governare in Palestina. È un fatto assurdo e stravagante, è come se Macron dicesse che la presidenza del consiglio italiana non deve governare l’Italia, o il cancelliere tedesco non deve governare la Germania.
Per altro in fatto di assurdità e stravaganze in questo mese ne abbiamo sentite tante, mentre donne, bambini, uomini e anziani palestinesi sono morti e muoiono a migliaia ogni giorno sotto le bombe sioniste.
Tra le più ridicole, ecco le affermazioni di tutti i capi di stato e di governo occidentali per cui in Palestina e a Gaza dovrebbe governare al Fatah, che alle ultime elezioni del 2006 è uscito sconfitto da Hamas.
Perché, ricordiamolo, Al Fatah e Hamas son prima di tutto due partiti politici.
Insomma, un’altra affermazione assurda e stravagante, come se Macron dicesse che i 5 Stelle dovessero governare in Italia, o l’AFD dovesse governare in Germania.
Il dato più tragico di tutta questa faccenda, al di là della tragedia dei morti palestinesi, è che i capi dell’Occidente non si rendano conto che le loro stupidaggini a casa loro, ovvero in Occidente, non le ascolta nessuno, aria fritta e incomprensibile che sibila e subito viene dimenticata dai lavoratori, i quali fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, ma nel resto del mondo, Africa, Asia, Medioriente, America Latina, Europa Orientale, sono il segno evidente che l’Occidente è il nemico della democrazia, non il suo difensore, ovvero l’Occidente difende la democrazia fintanto che la democrazia promuove quei politici che fanno comodo e sono obbedienti all’Occidente stesso.
Il fatto che l’Occidente non faccia votare i palestinesi dal 2006 lo sanno tutti nel mondo, il fatto che l’Occidente reputi non democratici stati multipartitici in cui si svolgono libere elezioni è un altro fatto che anche i bambini della Mauritania e del Laos conoscono.
Insomma il democratico occidente, che campa dei cannoni della NATO addestrati al furto di materie prime energetiche e alimentari per conto delle multinazionali speculative, che cerca con gli stessi cannoni di imporre quale moneta di scambio internazionale il dollaro, altre due verità conosciute da tutte le nazioni e tutti i popoli della terra, non ha più nessuna credibilità.
Fino a qualche tempo fa riusciva a mascherare le sue bugie e le sue cattiverie dietro lo sfavillante primato economico, ma pure questo è tramontato, a vantaggio di nazioni come la Cina, capace di promuovere davvero la cooperazione e l’amicizia tra le nazioni e i popoli. Un’ulteriore verità conosciuta da tutti nel mondo, tranne ovviamente in Occidente, in cui la Cina e i cinesi son descritti come cattivoni. Tanto cattivi che bisognerebbe compiere il passo finale e obbligare l’intero Occidente a entrare in guerra contro Pechino.
Anche in questo caso dal Benin alla Mongolia in ogni angolo del pianeta tutte e tutti sanno che l’Occidente vuole la guerra per provare a ripristinare la sua supremazia unipolare a danno di tutto il resto dell’umanità e cercare di sconfiggere il progetto multipolare di cooperazione mondiale portato avanti da russi e cinesi e loro alleati, pagando ad esempio il dovuto le materie prime, fatto che convince sempre più nazioni a schierarsi al loro fianco.
Così, mentre l’Occidente si dichiara nella sostanza nemico della democrazia, pur fingendo di esserne il più strenuo difensore, l’incontro Biden – Xi Jinping del prossimo 15 novembre 2023 a San Francisco rischia di essere l’ultima tenue occasione per provare a salvare la pace mondiale.
Purtroppo coloro che negli Stati Uniti ambiscono a chiudere la partita del confronto globale con le armi, partendo dalle isole del mar Cinese o da Kiribati, son sempre più numerosi.
La guerra economica, commerciale, culturale, politica, mediatica, informatica tra unipolarismo e multipolarismo è in corso dagli albori di questo XXI secolo, alcuni di noi se ne sono accorti da subito e l’hanno segnalato con vigore da oltre un decennio, in particolare a chi si attardava nel mito illusorio della fine della storia, immaginando un mondo che sarebbe dovuto essere pacificato dalla globalizzazione commerciale e dalla subalternità culturale verso l’anglosfera.
Ci troviamo, arrancando verso la svolta del quarto di secolo, invece immersi nella violenza di un confronto che non sembra sentire ragioni.
XI Jinping proporrà a Biden, ancora una volta, un mondo in cui il confronto avvenga su basi pacifiche, democratiche, reciprocamente rispettoso di tutti i popoli e di tutte le nazioni della terra.
Il rischio è che dall’altra parte trovi già schierato un muro dei cannoni, pronti per il fuoco.
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