di Enzo Pellegrin
Perchè le classi popolari europee devono preoccuparsi dei violenti tenativi di golpe dell’opposizione di estrema destra venezuelana.
Puntuale come le zanzare in estate, ad ogni elezione in cui viene confermata la vittoria del blocco politico fedele alla Rivoluzione Bolivariana Chavarista, l’opposizione di estrema destra in Venezuela, col sostegno di USA e oligarchia economica occidentale, mette in scena una copia del golpe di Euromaidan. Per fortuna, a differenza dell’estrema destra ucraina, in Venezuela i golpisti sono sempre stati rintuzzati dalla popolazione fedele al processo Bolivariano.
Anche in questa occasione i volti sono noti. Prima delle elezioni, soggetti appartenenti a Think Thank di estrema destra legati alla CIA come l’ex presidente del Messico Vicente Fox e la ex vice presidente colombiana Marta Lucia Ramirez, anche famigerato ministro della difesa del governo Uribe, avevano tentato illegalmente di accreditarsi come “osservatori elettorali”, contro la legge venezuelana.
Fermati ed espulsi come prevede la legge, inscenarono con la complicità dei media mainstream occidentali una falsa versione in cui a loro dire erano stati imprigionati e deportati da un regime che non sopporta controlli indipendenti.
Al contrario, lo Stato del Venezuela ha invece accreditato regolarmente osservatori esterni che lo hanno richiesto secondo la legge, come ad esempio l’associazione statunitense “National Lawyers Guild” che si occupa di garanzie dello Stato di diritto. La delegazione composta da 5 membri regolarmente accreditati, ha visitato diversi seggi elettorali a Caracas e La Guaira e ha condiviso appunti e informazioni con i 910 osservatori elettorali presenti provenienti da 95 paesi e numerose organizzazioni, tra cui il Carter Center, le Nazioni Unite, l’Unione Africana e il Consiglio Latinoamericano degli Esperti Elettorali (CEELA).
A seguito di tale osservazioni Suzanne Adely, Presidente della NLG e membro della delegazione ha dichiarato che ”Le elezioni venezuelane di oggi non sono state solo eque e trasparenti, ma hanno anche rappresentato un esempio di partecipazione civica popolare. (1).
Chiariamo invece chi siano personaggi come Fox e la Ramirez. Vicente Fox è l’introduttore della macelleria economica neoliberista in Messico per conto degli USA e della finanza mondiale, poi sconfitto dall’attuale Presidente Lopez Obrador, dopo anni di riforme antipopolari. Ex amministratore della Coca Cola in Messico, non è nuovo a interventi discutibili per impedire alle opposizioni popolari di prevalere elettoralmente. Nel suo Paese è noto per aver tentato senza successo di rimuovere López Obrador dall’incarico di capo del Governo della Città del Messico e di impedirgli di partecipare alle elezioni presidenziali del 2006.
Marta Lucia Ramirez è il famigerato ex ministro della difesa del governo di destra colombiano di Uribe Vélez, che decretò lo stato di emergenza nazionale per imporre norme eccezionali e repressione. Fu gerarchicamente la responsabile della c.d. “Operazione Orione”: personale della forza pubblica sotto la guida del generale Mario Montoya Uribe, presero militarmente il Comune 13 di Medellín tra il 16 e il 17 ottobre del 2002, lasciando un bilancio di oltre 300 dispersi secondo i dati delle ONG per i diritti umani. Imposero un regime paramilitare che si avvaleva oltremodo di un patto di controllo territoriale con la criminalità organizzata (2). Questo rapporto è stato documentato ufficialmente in versioni libere di capi paramilitari, nei procedimenti della Sezione di Giustizia e Pace della Corte Superiore di Medellín,[6] e nelle decisioni della Corte Interamericana dei Diritti Umani. Finita nell’occhio del ciclone per affari immobiliari del marito con il narcotrafficante colombiano Memo Fantasma, si giustificò dicendo di non sapere che uno dei più famosi criminali colombiani fosse un criminale.
E’ dunque chiaro quale obiettivo avessero personaggi del genere nel processo democratico venezuelano.
Tuttavia, nonostante il chiaro responso delle urne che hanno certificato la fede del 51,2 per cento dei votanti venezuelani verso il processo bilivariano, dopo poche ore formazioni paramilitari di guarimbeiros hanno dato l’attacco ad autobus, mezzi delle forze di polizia e bloccato la strada di collegamento con l’areoporto di Caracas.
Legate a queste inscenate proteste sono le figure della estrema destra venezuelana cosiddetta “nuova”, decisamente pro-capitalista, anti-chavista e pro-USA. Questo gruppo “ha formato una piattaforma politica chiamata La Salida o The Exit, che si riferiva alla loro desiderata uscita dalla Rivoluzione bolivariana. Le figure chiave qui erano Leopoldo López, Antonio Ledezma e María Corina Machado, che hanno guidato violente proteste contro il governo nel 2014 (López è stato arrestato per incitamento alla violenza e ora vive in Spagna; un funzionario del governo degli Stati Uniti nel 2009 ha affermato che è “spesso descritto come arrogante, vendicativo e assetato di potere”). Ledezma si è trasferito in Spagna nel 2017 ed è stato, con Corina Machado, un firmatario della Carta di Madrid di estrema destra, un manifesto anticomunista organizzato dal partito di estrema destra spagnolo, Vox. Il progetto politico di Corina Machado è sostenuto dalla proposta di privatizzare la compagnia petrolifera venezuelana”. (3)
Continua Vihaj Prashad, storico, editore e giornalista indiano, nel suo pezzo pubblicato su Peoples Dispatch: “Dalla prima vittoria elettorale di Maduro nel 2013, l’opposizione sempre più di estrema destra ha iniziato a rifiutare il processo elettorale e a lamentarsi delle irregolarità nel sistema. Le interviste che ho fatto negli ultimi dieci anni con politici conservatori hanno chiarito che riconoscono sia la presa ideologica del chavismo sulla classe operaia del Venezuela sia il potere organizzativo non solo del Partito Socialista Unito del Venezuela di Maduro, ma anche delle reti del chavismo che vanno dalle comuni (1,4 milioni di persone) alle organizzazioni giovanili. Circa metà della popolazione votante del Venezuela è saldamente legata al progetto bolivariano e nessun altro progetto politico in Venezuela ha il tipo di macchina elettorale costruita dalle forze della rivoluzione bolivariana. Ciò rende impossibile la vittoria alle elezioni per le forze anti-Chávez. A tal fine, la loro unica strada è quella di calunniare il governo di Maduro come corrotto e lamentarsi che le elezioni non sono giuste. Dopo la vittoria di Maduro, con un margine del 51,2% contro il 44,2%, questo è esattamente ciò che l’opposizione di estrema destra ha cercato di fare, istigata dagli Stati Uniti e da una rete di governi di estrema destra e filo-USA in Sud America. L’Europa ha bisogno del petrolio venezuelano” (4).
Le calunnie hanno riguardato anche questa volta pretesi brogli elettorali fondati su asserite prove che nient’altro erano che un sondaggio verosimilmente “drogato” effetuato da una società legata agli USA e sostenuto dai media della CIA “Radio Free Europe” e “Radio Free Asia”, i quali dovrebbero smentire oltre 910 osservatori elettorali presenti provenienti da 95 paesi e numerose organizzazioni, tra cui il Carter Center, le Nazioni Unite, l’Unione Africana e il Consiglio Latinoamericano degli Esperti Elettorali (CEELA).
Le manovre per destabilizzare il governo legittimo del Venezuela sono quindi già iniziate e ci riguardano da vicino, perchè sono immerse nella guerra grande e globale che l’occidente collettivo conduce contro ogni tentativo di mutare i rapporti di forza ormai parafeudali che la finanza del dollaro impone sull’autodeterminazione di tutti i popoli del mondo.
In particolare i tentativi di golpe sono altresì legati al nodo della privatizzazione dell’estrazione petrolifera, per metterla nelle mani dell’oligarchia finanziaria legata al dollaro, in un momento in cui le esportazioni venezuelane sono divenute rilevanti per l’Europa, a causa delle sanzioni imposte contro la Russia nella proxy war condotta da NATO e UE per mezzo dell’Ucraina.
Ecco perchè le classi popolari europee si devono preoccupare della protezione del Presidente regolarmente e democraticamente eletto in Venezuela. Opporsi alla concentrazione in mani private e guerrafondaie di risorse strategiche è elemento fondamentale per consentire rapporti multilaterali più equi. Qui come in Venezuela, le classi popolari, al netto di ogni giudizio politico, nel sostenere il Presidente perseguono un loro legittimo interesse, lungi dal prestarsi a fare massa di manovra per gli interessi sanguinari delle oligarchie finanziarie, perseguiti attraverso forze golpiste di estrema destra, da sempre antipopolari e nemiche di ogni legittimità democratica.
Note:
- https://nlginternational.org/2024/07/press-release-national-lawyers-guild-electoral-observers-praise-fairness-transparency-of-venezuelan-election-process-condemn-the-u-s-backed-oppositions-refusal-to-accept-the-outcome-of-de/
- 13 años de la operación Orión, páginas para la memoria | Pacifista, su web.archive.org, 23 novembre 2018. URL consultato il 24 aprile 2022 (archiviato dall’url originale il 23 novembre 2018); ed anche: (ES) Operación Orión, 16 años después las víctimas siguen buscando respuestas, su RCN Radio, 14 ottobre 2018. URL consultato il 24 aprile 2022.
- https://peoplesdispatch.org/2024/07/30/the-venezuelan-people-stay-with-the-bolivarian-revolution/
- cit n. 3
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