
pubblichiamo un interessante contributo per capire il nuovo corso trumpiano
di Mark Epstein
In realtà, in questo presente, servirebbe avere di nuovo tra noi il genio di Eduardo Galeano, per tentare di almeno approssimare l’infinita concatenazione di catastrofiche assurdità, genocidi, manipolazioni che le élite del IV Reich e della “collective West” inanellano senza sosta, spingendo il globo verso un abisso di disastri, spesso senza prospettive di ricupero o ‘ritorno’.
Penso che siano non solo le circostanze storiche, ma l’essere situati in questo ‘Occidente’ in degenerazione e devoluzione accelerata che sottolinea in modo sempre più macabro la scarsa capacità di opposizione (non uso “resistenza” perchè ormai parte del dozzinale armamentario di cliche ripetuti in modo acefalo ed ueber-conformista dalla acefala ‘sinistra’ identitaria, che ‘ricorda’ storia di cui in realtà sa nulla, e che non ha mai niente di costruttivo, positivo, da proporre, e quindi ripete in modo ossessivo ed ‘incantatorio’ che “resiste”… davvero?) soprattutto contrattacco contro questo neoliberismo neototalitario sempre più sfrenato; condizioni esistenziali incredibilmente precarie, demenziali ed assurde con le quali invece la “global South” ha dovuto contendere, affrontando-subendo-combattendo i soprusi del capital-imperialismo da molti decenni, e che quindi trovano molto meno ‘sorprendenti’ o ‘nuove’.
Se ovviamente a livello di superficialità ‘mediatica’ il dissidio sempre più violento ed aspro tra Elon Musk e Donald Trump tende a catturare l’attenzione del pubblico, penso che in realtà il dissidio sia una spia di uno sfaldamento ben più importante e fondamentale delle varie componenti della coalizione trumpiana (nota: recente la notizia della ‘ricomposizione’ tra Musk e Trump, in realtà non so quanto genuina o semplicemente un informale ‘quid pro quo’ per cui Musk continuerebbe ad avere i contratti NatSek, e l’ultra-narcissico ed infantile Trumpoid potrà blaterare ai quattro venti riguardo i suoi appoggi e sostegni; figuro ben più triste e pericoloso, e fanatico Zionazi che aspetta nelle quinte del Korporate-IV Reich è Alex Karp, di Palantir (con altro complice, finanziatore in parte della carriera di JD Vance, Peter Thiel, cf. le indagini di Whitney Webb riguardo il duo e Palantir)).
Teatri di guerra o guerre teatrali?
Il regime di Trump, una delle cui molte promesse era di porre fine alle “endless wars”, in realtà sinora non è riuscita a porre fine a nulla, ma, anzi, solo ad incrementare incertezze e ad accumulare provocazioni, insulti, tronfie dichiarazioni bellicose (cf. l’ultima di una serie infinita, Hegseth, ministro della ‘difesa’ del IV Reich, riguardo Taiwan nel corso della riunione per un ‘dialogo’ Shangri-La a Singapore (evento, dichiarazione, località del fatto che tutte funzionerebbero alla perfezione in una ‘sequenza’ di Galeano…), moltiplicando de facto il potenziale di altri fronti di ostilità invece che risolvere anche una sola area di conflitto o tensione.
Trump ed il suo regime apparentemente vivono nell’illusione che l’amplificare le ampollose ‘guerre teatrali’ propagandistico-verbali, in qualche modo possa intimidire qualcuno e servire da premessa ad una risoluzione dei conflitti e tensioni sottostanti. Ovviamente è invece vero l’esatto contrario.
Ci sono molte ‘spiegazioni’, che in realtà spesso cercano di funzionare anche da ‘scusanti’ tra le schiere di esperti, blogger, ecc. che cercano di ragionare sulle infinite oscillazioni e cambiamenti di rotta di Trump stesso. Tra le innumerevoli ‘scusanti’: non legge, non partecipa de facto alle “national security briefings” (per esempio quelle che sarebbero una delle incombenze del ‘national security advisor’, che era Mike Waltz, ora, non si sa per quanto, Marco Rubio), non ‘bada ai dettagli’, si comporta secondo norme ca. “transactional”, cioè dove ogni contatto, chiamata, negoziazione, dichiarazione, conferenza stampa, ecc. viene considerato in modo completamente isolato, avulso da ogni precedente contatto, ecc, e ca. valutato in questa maniera completamente isolata (e, tipicamente, secondo i profondissimi vizi di forma caratteriali di Trump medesimo, se possa costituire una ‘vittoria’ retorica di Trump o meno, appunto secondo i suoi infiniti bisogni di convalida narcissica ogni secondo). Come dovrebbe essere ovvio a qualsiasi analista sobrio, prendere sul serio una qualsiasi di queste ‘scusanti’, in realtà è già un’ammissione in partenza di quanto Trump sia squalificato per il ruolo di presidente (per non dire di molte altre mansioni professionali con minimi standard di serietà e di qualifica),
Certo è vero, come ho sostenuto anch’io in vari interventi, che Trump si è di nuovo circondato di moltissimi Neocon, e personaggi che mentre sembrano superficialmente ‘fedeli’ ad adulatori, spesso hanno agende ben diverse da quelle che si pensa si possa presumere (e anche questa incertezza su quali siano le reali intenzioni e convinzioni del presidente ci dice già molto…) siano i fini ed i progetti di Trump stesso. Ma alla fine le scelte sono le sue, e l’incapacità o la non-volontà di giudicare dell’operato del personale che ha scelto e di far pesare seriamente le consguenze del loro operato e delle responsabilità che hanno, fanno tutte parte della nebulosa abulica dove a Trump sembra importare solo la vittoria di Pirro (se e quando sussiste davvero…) retorica, o il suo grado di popolarità demoscopica, piuttosto che la realtà di realizzazioni concrete che dichiaratamente facevano parte del suo programma e della sua agenda. Evidentemente questi estremi di narcisismo ed irresponsabilità rendono estremamente difficile, per non dire impossibile, a qualsiasi interlocutore, che sia nominalmente ‘alleato’ od ‘avversario’ portare a conclusione delle negoziazioni od accordi affidabili. Ed elevare questo tipo di incompetenza alla categoria (già di per se molto perversa e pericolosa) della cosiddetta “strategic ambiguity” è assolutamente farsesco. Il che non significa che Trump possa sfruttare in modo perverso dei processi di negoziazione per ingannare la parte avversa, e permettere un attacco estremamente proditorio conto l’interlocutore (Scott Ritter ha parlato di una “Pearl Harbor” conto l’Iran). Questo tipo di inganno, strumentalizzazione, nei casi (come questo) in cui abbiamo la prova dal Trumpoid stesso della sua proditorietà, non sappiamo quanto sia frequente senza appunto gli episodi vanteria del Trumpoid su TruthSocial. Ma perlomeno da ora innanzi una qualsiasi controparte che negozi con Trump dovrà assumere, by default, che si tratta di interazioni intraprese in malafede, completamente inaffidabili, e quindi per definizione incapaci di portare a qualsiasi conclusione diplomatica e negoziate affidabile (per non dire verificabile). Non si tratta affatto però di “strategic ambiguity”, ma di proditorietà del peggior tipo, e di quello più pericoloso. La Russia dovrebbe prendere le viscide dichiarazioni del Trumpoid riguardo gli attacchi contro i propri bomber in qeusto senso, secondo me. Trump ed il suo regime devono diventare i paria della diplomazia internazionale, sino a che, con azioni concrete alla mano, su di un arco di tempo considerevele, non ‘aprano’ ad atti di fiducia temporanea e da controllare continuamente ed in profondità, con un qualsiasi interlocutore potenziale.
La combinazione di incompetenza, selezione di personale soprattutto perchè superficialmente ‘fidato’ ed ‘affidabile’ ma spesso senza esperienza e squalificato (e non raramente de facto dedicato ad obiettivi molto diversi, nell’alveo Neocon), od occasionalmente a causa di compromessi fatti per costruire la coalizione elettorale vincente, oltre alle fondamentali mancanze caratteriali di Trump medesimo sono all’origine dell’attuale crisi e sfaldamento della coalizione medesima.
La devoluzione ed ora apparente rottura del rapporto di Trump con Elon Musk è molto istruttivo sotto questo aspetto. Come molti oligarchi Musk aveva in passato anche sostenuto l’ala oligarchica Dem, ma soprattutto a causa dei trend neototalitari e censori in crescendo del regime Bidenoid, con l’acquisto di Twitter-X per cercare di creare uno spazio meno eclatantemente censurato (bisogna notare che sulle questioni di Zionaziland Musk ed X mantengono un regime censorio paragonabile a quello antecedente, quindi in varie aree ci sono forti dosi di malafede ed ipocrisia, come re il ‘rispettare’ le richieste censorie di vari regimi esteri). Come ha notato il libertario Dave Smith, in realtà se si considerano i vari elementi del rapporto Musk-Trump, è stato soprattutto Musk ad aiutare in tutti i modi Trump, e non viceversa (vedi qui). Come conseguanza della totale mancanza di preparazione di piani, progetti e personale seri riguardo l’ostentato traguardo della ‘reindustrializzazione’ (fosse un obiettivo credibile o meno rimarrà questione per gli storici da verificare), e delle follie daziarie fluttuanti ad ogni momento (nen sembra casuale che Bessent avesse lavorato per Soros, non esattamente un’area in sintonia con i progetti MAGA, esattamente come Keith Kellogg ai tempi del regime Bidenoid avesse dichiarato come ‘acme della professionalità’ la strumentalizzazione della popolazione ucraine per condurre una ‘proxy war’ contro la Russia (argomento praticametne identico a quello dell’ultra corrotto criminale di guerra Lindsey Graham)) tutto il programma economico di Trump sembra sia stato più che altro un castello di carta costruito ad hoc per motivi elettoralistici, il che ovviamente vale in gran parte anche per il progetto DOGE. Quindi inizialmente Trump crea tutto questo spettacolo teatrale con DOGE ed il capitano d’industrai che sulla carta dovrebbe eliminare sprechi, corruzione ecc., con semplificazioni propagandisitiche a non finire (benchè Musk in realtà avesse pochissima familiarità con i labirinti della burocrazia ‘permanente’ del Reich e quindi sul come interagire in modo fattivo per renderla più ‘efficiente’). Ma poi, dopo tutti gli sforzi profusi, nel bene e nel male, da Musk, Trump vira completamente ed introduce la ueber-oscena “big and beautiful bill”, che, tra i molti altri orrori e tradimenti delle promesse elettorali, Trump stesso alla solita maniera dello sbruffone, declama che ca. ‘per la prima volta’ introduce un budget per il Pentagono superiore ai mille miliardi di dollari. Questo quando è risaputo che l’area del budget di gran lunga più corrotta, sprecona, e responsabile diretta ed indiretta della maggior parte della corruzione di Washington, è, appunto, il budget del Pentagono. La principale cloace the contribuisce in modo fondamentale contro la “swamp” (palude) contro cui Trump ama tanto inveire, ma nella quale è ora sprofondato pienamente. Non casualmente Musk in realtà non ha mai affrontato la questione dei tagli al Pentagono, e, guarda caso, la rottura è avvenuta ‘prima’ (di nuovo difficile dire cosa esattamente ‘ci sta dietro’…).
Trump ha poi cercato di ‘girare’-evadere le questioni cercando di colpevolizzare Musk, affermando che M si è risentito per la eliminazione delle agevolazioni per l’industria dei veicoli elettrici (EV), quindi nel caso di Musk Tesla. Sicuramente questo fatto ha contribuito alla rottura, ma visti tutti gli antecedenti del sostegno di Musk a Trump, delle promessi budgetarie elettorali, e della creazione di DOGE, sembrerebbe che il peso delle ragioni di Musk sia molto superiore a quelle di Trump. Ed ora, come solita reazione di Trump contro chi non lo adula e lo sostiene anche nelle avventure più assurde, reazione appunto da boss mafioso di infima categoria, che passa subito alle minacce ed alle estorsioni, ora Trump minaccia Musk che aiuti finanziari a candidati dell’oligarchia Dem avranno ‘severe conseguenze’ per Musk stesso.
Questi modi di manovrare di Trump sono intimamente legati alle sue profonde falle caratteriali. Si vede sempre come al centro dell’universo, con le occasionali ‘uscite’ riguardo la sua somiglianza a Dio, al papa, su come in realtà ‘dirige il mondo’, ecc. Sembra essere totalmente incapace di continuità sia nell’attenzione al dettaglio, sia nelle attività diplomatiche, sia in qualsiasi forma di progettazione coerente, soprattutto sul medio e lungo termine. Non ha mai capito e sembra non mai voler capire che il teatro narcissico non ha nulla a che fare con la realtà di eventi, loro concatenazione, ecc. ecc. Quando, come inevitabilmente quasi sempre accade, questo teatro fallisce miseramente nel produrre un qualsiasi risultato concreto, allora bisogna subito trovare il capro espiatorio, persona, istituzione, evento, ecc. da ‘incolpare’ dell’insuccesso. Se una persona osa portare delle critiche serie, documentate e fondate, quasi inevitabilmente diventa ‘il nemico’. E se una qualsiasi persona dell’entourage non dimostra una lealtà ‘incrollabile’ (ma de facto quasi solo a livelli molto superficiali, di retorica, propaganda, aria calda), allora subito diventerà l’oggetto di una ca. quasi ‘vendetta permanente’, vita natural durante. E Trump sembra totalmente incapace di distinguere tra un reale nemico acerrimo ed incredibilmente viscido e manipolatore (come il Neocon della FBI, James Comey, ad esempio), ed invece una persona che genuinamente cerca di aiutarlo in molti modi, benché criticamente, come appunto Musk per esempio, il che non significa affatto che Musk non faccia anche contemporaneamente i suoi interessi di oligarca.
Alcuni dei progetti che più hanno contribuito allo sfaldamento
Golden Dome e corruzione guerrafondaia
Un altro indizio dei profondissimi legami tra Trump e la lobby Zionazi ed il regime genocida di Zionaziland è il suo progetto della “Golden Dome”, che ovviamente richiama la designazione del sistema Zionazi noto come “Iron Dome”, che nella realtà nell’intercettazione missilistica contro Ansar Allah e contro lo Yemen in passato, come in altre occasioni, per esempio contro l’Iran, si è rivelata poco più che fallimentare. L’esperto di MIT in fatto di missilistica, Theodore Postol, intervistato, ha dichiarato che il progetto della “Golden Dome” è un’altro della serie delle fantasie irrealizzabili del Pentagono, in realtà pensato più per il potenziale di corruzione e ‘payola’ a largo raggio che avrà, che perché sia anche minimamente o razionale o realizzabile. Ma ovviamente nella tronfia retorica del Trumpoid, abbiamo subito una maggiorazione narcisistica nella designazione: passiamo dall’età del ferro (alla fine forse materia più plausibilmente collegata alle azioni belliche) all’aureo narcisismo speculatore, al lustro di superficie, della iper-finanziarizzazione del neoliberismo neototalitario nella sua variante più ampollosa e ‘scintillante’-glitzy, appunto a livello della ‘cultura’ da ghetto mafioso dello stesso Trumpoid. Una fantasia nella scia delle “Star Wars” di Reaganian memoria.
Zelensky come Netanyahu (o quasi)
Se il Bidenoid fungeva da mummia/maschera per le politiche e mire neototalitarie Neocon in modo relativamente poco o per nulla camuffato (e a livello esistenziale magari il Bidenoid provava simpatia per il disgustoso scarafaggio ucraino perchè intravedeva le analogie col degenere pargolo cocainomane Hunter), il Trumpoid invece, sempre mega-sbruffone, che si era vantato di saper risolvere il conflitto in un giorno, ha sempre ostentato la facciata delle ‘buone intenzioni’ e della ‘preoccupazione umanitaria’ (benchè come Larry Johnson, Scott Ritter ed altri, documenti alla mano, abbiano dimostrato che mai come durante la prima toranta di Trump 1.0 il Reich abbia sostenuto in tutti i modi la militarizzazione e NATOizzazione del regime naziata-banderista ucraino, arrivando anche alla istallazione di ben 20 (venti) basi CIA su suolo ucraino). Adesso, dopo mesi di teatro vacuo, completamente inconcludente, senza aver fatto nulla di fattivo per dimostrare la sua buona fede alla controparte russa (tutto il contrario: complicità completa od almeno importante negli attacchi terroristici contro la Russia, nell’attentato con droni contro l’elicottero di Putin, ecc. ecc.; dopo i fatti del 13 giugno in Iran possiamo de facto essere sicuri quasi al 100% che Trump ha mentito spudoratamente in tutte queste circostanze, e che quasi sicuramente stava cercando qualche tipo di colpo di mano sottobanco e ‘regime change operation’ anche contro Putin…), e dopo la plateale estromission di Zelenzky per quisquilie, più che altro scontro narcissico tra ‘padrone’ e ‘servo’ (forse sperando che per la base MAGA questo insulto e coup de theatre sarebbe stato sufficiente per far loro pensare che fosse davvero un presidente meno guerrafondaio…), in realtà sta procedendo esattamente sulla stessa scia Neocon del Bidenoid, continuando a provvedere armi, soldi ed intelligence al dittatore ucraino, Ancora qualche mese e il Trumpoid si vanterà su TruthSocial di avere creato un novello Netanyahu, e certo come essenza Zionazi nella propria monomania genocida, neonazista neotatalitaria, il nanerottolo scarafaggio ucraino ed il macellaio genocida dalla mascella mussoliniana, Netanyahu, hanno l’oscenità della loro mostruosa disumanità in comune. Sia il dittatore banderista ucraino che il tiranno Zionazi hanno portato il livello di corruzione e perversione cui sono disposti ad arrivare pur di preservare il loro potere e ruolo politico personale (e forse a questo punto la loro vita…), sacrificando letteralmente milioni e milioni di innocenti pur di mantenere i loro privilegi e la dispotica bestialità che li accompagna, a livelli direi storicamente quasi inauditi.
Aree della coalizione
La destra libertaria
Il caso della destra libertaria nella coalizione trumpiana è molto più complesso, anche perché l’area libertaria è parecchio diversificata e complessa nel proprio insieme.
Se grosso modo, generalizzando, possiamo dire che i libertari avranno preferito Trump al Bidenoid o alla plastica neototalitaria completamente fraudolenta di Kamala Harris, in genere i più coerenti ed avvertiti non sono mai stati grandi sostenitori di Trump, al contrario l’hanno criticato su molti fronti, da quelli budgetari, a quelli costituzionali e legali, a quelli della politica estera: sia Rand Paul che Thomas Massie sono esempi importanti e pertinenti in questo senso.
Ma i libertari sono rapprsentati anche da persone come Robert Barnes, avvocato, spesso presente in episodi de “The Duran°, la cui posizione su Trump ed altre questioni la trovo molto più ambigua ed equivoca, spesso cercando scusanti per Trump ed i suoi comportamenti dove non ce ne sono. Barnes, in modo particolarmente eclatante, cercava di vendere l’argentino Milei come un esempio ca. ‘buono’ ed ‘ammirevole’ di libertarismo, mentre in realtà come Pepe Escobar ha dimostrato a più riprese è sostenuto e proviene dall’area della più spregevole oligarchia fascistoide argentina, ed è pienamente ligio alle tendenze Neocon più totalitarie e spregiudicate (ed uso “fascistoide” con piena cognizione di causa, perché le aree dell’oligarchia che sostengono Milei sono quelle tradizioni realmente fasciste, e non di aree di un Peronismo di sinistra autoritario)..
Dall’altro canto troviamo un libertario (almeno questa mi sembra tutto sommato la sua area politica, filosofica ed ideologica) come Andrew Napolitano, organizzatore di un blog di livello piuttosto alto su questioni geostrategiche, con ospiti come Larry Johnson, Scott Ritter, Ray McGovern, John Mearsheimer, Larry Wilkerson, Alastair Crooke, Max Blumenthal e molti altri, che vanno da una destra moderata e-o libertaria ad una sinistra anti-imperialista come Blumenthal, E che sono quasi uniformemente critici di quasi tutta la politica estera e geostrategica del Trumpoid, anche se un po’ più confusi, ambigui, e discordi sulle aree di politica interna (che d’altronde è un lato tipico dei liberatri che in genere hanno una ‘politica’ economica, se così si può definire, quasi oscena nella loro ignoranza ed adorazione feticistica di feticci inesistenti come il ‘libero mercato’, mentre su questioni di politica estera, di diritto costituzionale e di diritti individuali ed umani hanno prospettive molto più vicine in vari modi a quelle di una reale sinistra storica).
Il comico Dave Smith è un esempio abbastanza tipico delle contraddizioni, paradossi e nel caso delle proposte in area economica e sociale, degli orrori di un certo tipo di libertarismo “made in USA”. Smith nei momenti che didica a brevi excursus sulla propria ‘formazione’ (sociologicamente proviene da un ambiente ebraico liberal a NYC) sottolinea come il momento trasformativo per eccellenza nella sua Weltanschauung sia stato prodotto dall’incontro con l’ottica del libertario Ron Paul. In un intervento prolungato provocato dal budget del regime Trumpoid completamente antitetico alle promesse elettorali, Smith denuncia in modo ‘paritetico’ i cosiddetti “entitlements” (e cioè i vari programmi, giù patologicamente ridotti all’osso ed insufficienti, nel Reich, dedicati alla assistenza sociale, assistenza medica, e via dicendo in altre parole non parla dei veri “entitlements” e cioè gli scandalosi programmi governativi a sostegno di oligarchie nel settore petrolifero, high tech, e così via) e l’ennesimo budget surrealmente mega-galattico pensato per il Pentagono, di cui poi Trump si vanta, insieme al patologico progetto irrealizzabile della “Golden Dome”, a livello di incubi simile alla famigerata “Star Wars” di Reaganian memoria (cf. sopra per “Golden Dome”). Ma è soprattutto la sua critica alla cosiddetta Social Security, il programma di assistenza sociale, che mostra il grado di ignoranza e di incapacità di analisi logica coerente, che mostra riguardo questo programma che è rimarchevole in senso negativo. De facto Smith la riduce ad una specie di guerra degli ‘anziani’ contro ‘i giovani’ semplicemente perché, come penso in quasi tutti i programmi di previdenza sociale, i contributi vengono richiesti già a partire da un’età giovanile e poi distribuiti dopo l’avere raggiunto una certa età. Già la categorizzazione analitica è farsesca. Sembrerebbe che Smith non abbia mai sentito parlare del concetto di classe. Sembrerebbe che non abbia mai esperito la realtà empirica di eredi, giovani rampolli di classi parassitarie oligarchiche, che vivono da nababbi non perché abbiano mai lavorato o guadagnato nulla, ma semplicemente perché hanno ereditato. Un microscopico esempio, e non parlo ancora affatto di, per esempio: accesso alle professioni, concezione e distribuzione dei salari che avviene spessissimo in base a criteri che non hanno nulla a che fare con il famigerato ‘mercato’, completamente astratto ed utopico e tanto meno con reali criteri di meritocrazia, anche quando funzionassero davvero e se (!!) fossero concepiti in base a meriti realmente costruttivi ed equi per il benessere sociale; per non parlare dell’accesso ai “mezzi di produzione” per cui l’utopico ‘self-made man-human (distinguo PC)’ del Reich sarebbe in grado di elevarsi dal nulla nei ranghi del panteon, più che altro fantomatico ed illusorio, dei libertari (non per niente tra i ‘santi’ dei libertari spiccano demagoghi e ciarlatani della economia e filosofia come von Hayek e Popper.). Per lo sproloquio di Smith, vedi qui.
Però, appunto, in politica estera, Smith è un critico abbastanza coerente ed esplicito del regime Zionazi e del genocidio che conduce ormai da ben oltre 18 mesi. E’ anche un difensore abbastanza coerente dei diritti civili e di espressione, al contrario di molta della destra pro-sionista voltagabban sulla questione. Famosa in rete la demolizione da parte di Smith sul podcast di Joe Rogan dell’ultra sionista e patologico ‘entitled twit’, anglo, Douglas Murray. Quindi appunto buon esempio concreto dei lati molto contradditori di molti libertari.
Dedicherò un breve saggio specifico al movimento libertario come sintomo della degenerazione del Reich.
Il sionismo cristiano
Si tratta di una componente importante del fronte populista trumpiano, soprattutto in politica estera riguardo il sostegno del Reich a Zionaziland ed al suo genocidio, ma in realtà questo sostegno viene soprattutto dai vertici corrotti della Duopoly-Unaparty, prezzolata da AIPAC, e corrotta e legata a doppio filo ricattatorio ai Zionazi (vertici che sono quindi, de facto, traditori della propria nazione, quindi anche di MAGA, ed esempi particolarmente incresciosi e nefandi di “agents of a foreign power”). Ma è un’area alla quale per una serie di motivi non mi interesso per nulla, e chi volesse può consultare il volume mi sembra abbastanza documentato di Chris Hedges, American Fascists. The Christian Right and the War on America. Per un’intervista più recente dello stesso Hedges, riguardo il genocidio ed in parte il ruolo dei sionisti cristiani USA, vedi qui. Ho già espresso in altra sede il mio disaccordo con l’uso del termine “fascismo” da parte di Hedges, ed il fatto che abbia dato una piattaforma alll’ultra-demagogico buffone, pseudo-esperto di fascismo, Jason Stanley (cf. Glenn Greenwald che ha mostrato in modo molto succinto chi sia realmente costui, ed il trio di demagoghi accademici di cui fa parte). In genere, come mostrato da vari sondaggi, sia molti giovani ebrei nel Reich, sia direi probabilmente maggioranze del movimento MAGA non sono affatto a sostegno del regime Zionazi e del suo genocidio. A livello mediatico Tucker Carlson, e aqncora più Thomas Massie ed altri danno voce a questo scetticismo, in modo relativamente coerente rispetto al ‘programma’ MAGA nei limiti nei quali esiste.
Quindi il sionismo cristiano è senz’altro una componente importante della coalizione, ma penso che a livello di base MAGA, non di elite komprador del Reich, abbia sempre meno presa elettorale prospettica.
Gli oligarchi ‘high tech’ della Silicon Valley (Peter Thiel, Alexander Karp, Palantir, ecc.)
L’attenzione mediatica rispetto agli oligarchi che sostengono od hanno sostenuto Trump, è stata focalizzata soprattutto sulla figura di Musk, nel bene e nel male. Mentre senz’altro si tratta di una presenza importante, soprattutto durante il processo elettorale, e durante gli inizi del regime Trump con DOGE, in realtà le figure della ‘high tech’ della Silicon Valley sono molto più indicative dei tradimenti del regime Trumpoid rispetto agli impegni elettorali e ‘programmatici’. Musk in qualche modo ha mantenuto una certa parte, purtroppo sempre decrescente, di un suo dichiarato impegno per dei social media meno censurati (ho già citato i modi nei quali riguardo Zionaziland ed il genocidio non rispetti affatto questi impegni riguardo censura e libertà di espressione). Per quanto riguarda budget e deficit, avrà forse individuato qualche spreco e corruzione reali, ma, nell’insieme, soprattutto visto che il Pentagono praticamente non è stato toccato, i cardini di un sistema clientelare corrotto enormemente più vasto e corrotto ancora di quello della famigerata DC ai tempi, rimane perlopiù intatto (cf. “Golden Dome° come prova eclatante della corruzione trumpiana ‘value added’…
Invece Peter Thiel, ma soprattutto Alexander Karp, ed il loro coinvolgimento nella ditta Palantir, che funziona quasi esclusivamente per e con il sostegno finanziario della NatSek State e dei suoi peggiori abusi in termini di soprusi neototalitari nei confronti dei diritti civili della maggioranza dei cittadini, rappresentano davvero il lato più oscuro del tradimento del Trumpoid rispetto alla base MAGA, ed il sostegno ad enti e forze che sono l’esatto contrario delle promesse fatte riguardo diritti civili, libertà di espressione ecc. JD Vance, in gran parte finanziario da Thiel, mi sembra abbia-avesse un obbligo rispetto alla base MAGA di chiarire i suoi rapporti riguardo Thiel, e soprattutto la sua posizione rispetto a Palantir, ed il progetto Trumpiano di facilitare una interoperabilità tra tutti i database delle agenzie governative, che sarebbe de facto già la base per un regime pienamente totalitario, invece di insistere su un fondamento legale che crei una “firewall” invalicabile tra questi database e che preservi pienamente i diritti dei cittadini riguardo la propria privacy, ed i dati riguardanti le proprie attività individuali. Questi ‘silenzi’ (od omertà) di Vance, e questo vale anche per una sua posizione riguardo Zionaziland ed il genocidio a Gaza (ricordiamo che Vance si presenta come ‘religioso’, visite al papa, ecc.), al contrario per esempio di Candace Owesn (cf. sotto) sembrano indiativi di priorità opposte a MAGA. Quindi omertà ed ambiguità che forse avranno una ‘ratio’ elettorale e politica, ma che non potranno che nutrire più che giustificati sospetti in aree notevolie della base MAGA se non li chiarisce.
Se fosse coerente il movimento libertario, qui ci dovrebbe essere un molto maggiore impegno libertario contro Palantir e contro il crescendo totalitario del regime Trumpoid, indagato e previsto dalla Whtiney Webb, ma invece mi sembra si assista a molto troppo silenzio ed omertà a riguardo.
I disillusi dall’ala oligarchica Dem e della Duopoly in genere
Vista la catastrofica mancanza di genuina rappresentanza parlamentare nel Reich, ed i bassissimi livelli di affluenza alle urne in genere, soprattutto in anni dove non ci sono le presidenziali, non dovrebbe sorprendere che tra chi ancora ‘crede’ nella ‘democrazia’ della Duopoly, esiste una certa ‘macchina’ flip-flop dei disillusi, che votano in genere contro il regime uscente. Questo è successo senz’altro durante le ultime elezioni, anche se direi soprattutto come mancanza di affluenza alle urne di sostenitori passati dell’ala oligarchica Dem, più che di sostegno elettorale esplicito a Trump, sebbene anche quest’ultimo scenario si è senz’altro verificato, e più che in passato per l’accumularsi di evidenti manipolazioni riguardo i risultati del regime Bidenoid e il reale stato di salute della mummia medesima..
Comunque visti questi primi 5 catastrofici mesi del regime Trump direi che è quasi sicuro che questo contingente non sarà presente come appoggio alla coalizione Trumpiana né nel 2026 né alle presidenziali del 2028.
I ‘veterans’ e le guerre senza fine
I ‘veterans’ costituiscono una parte crescente della disillusione sempre più profonda con la Duopoly e lo stato di ‘guerra permanente’ archiettato dalla Duopoly a sostegno della Mil_Ind-Sek-Censorship Komplex. Non solo hanno esperienza molto più diretta ed incisiva dell’universo di menzogne senza fine alla base della politica estera di soprusi e crimini di guerra e genocidi del Reich, ma esperiscono sempre l’essere trattati male al ritorno in patria. Il trattamento poi del contingente più numeroso di veterans, calcolato in base a quanti hanno partecipato ad una guerra, e cioè quello della II GM, sono ovviamente tra coloro che si sentono più traditi, perché il IV Reich da anni ormai sostiene sfegatatamene il regime neonazista-banderista in Ucraina. Tanto più alte (e false…) sono state le promesse del Trumpoid, e tanto più forte sarà il rigetto di quest’area della base MAGA durante futuri impegni elettorali. L’ultima e più schifosa e pericolosa, vile, traditrice in tutti i sensi, avventura guerrafondaia del Trumpid non farà che esacerbare questo rigetto, tanto più se, come è molto probabile, avrà pure ricadute catastrofiche anche sull’economia globale e soprattutto quella del Reich.
I conservatori tradizionalisti
Il comportamento di questo gruppo è più difficile da prognoisticare, perchè da una parte sono giustamente indiganti dagli abusi del neototalitarismo identitario postmoderno, dall’altro spesso si rendono conto del fondamentale teppismo e narcisismo del Trumpoid e del suo regime, e quindi soprattutto se Trump continua con il suo paragonarsi a Dio, al de facto dittatore di un presunto (dis)ordine globale, questi tipi di tronfia presunzione non aiuteranno certo il Trumpid a livello elettorale
con i conservatori.
Casi individuali importanti:
Tucker Carlson
Tucker Carlson è uno dei giornalisti indipendenti più influenti nel Reich, e ha appoggiato, benché in modo direi almeno parzialmente critico, la candidatura di Trump. In questi mesi iniziali del regime Trump, però, si è distanziato da molte posizioni e trend del regime, soprattutto riguardo il sostegno a Zionaziland, al genocidio, al tradimento de facto riguardo Ucraina e le “endless wars° e via dicendo. Lo stesso vale per quanto riguarda i diritti civili e le libertà di espressione, dove Carlson è stato molto critico riguardo l’opportunismo e la ipocrisia di molta destra riguardo la censura effettuata nei confronti di chi critica Zionaziland ed il genocidio. L’elenco dei suoi ospiti è molto indicativo sotto questo aspetto, uno degli ultimi (e non è la prima volta che appare) essendo Glenn Greenwald, un’altro Jeffrey Sachs, e via dicendo. Quindi molto più critico, indipendente, e coerente (benchè evidentemente su posizioni cristiane di destra) rispetto a, per esempio Il Manifesto, di cui alcune dei più orripilanti riciclaggi di propaganda oligarchica, seguendo il loro solito conformismo, sono la acritica riproduzione della propaganda IAEA riguardo l’Iran ed il suo programma nucleare, come lo scandaloso fatto che Rafael Grossi, lo ueber-corrotto e neototalitario servile strumento del neototalitarismo occidentale, non ha quasi manco detto nulla riguardo l’attacco da parte di Zionaziland, con il pieno appoggio del Reich (e de facto di UE-NATO) contro istallazioni nucleari civili (prima c’è stata la orchestrata e manipolata dichiarazione, e poi una critica molto in sordina della scandalosa illegalità e barbarie degli attacchi). Ma lo schifoso servislismo di Grossi era già più che manifesto in occasione dei ripetuti attacchi del regime neonazista-banderista ucraino conto la centrale nucleare di Zaporiszhia nei territori liberati del Donbass.
Douglas MacGregor
Benché abbia sostenuto Trump, si tratta di uno dei migliori analisti riguardo i conflitti militari attuali, e persona che non ha peli sulla lingua, analista diretto e schietto anche riguardo tutti gli abusi delle avventure militariste del Reich negli ultimi decenni, incluso l’attuale regime Trumpoid. Quando si tratta invece di immigrazione, o della storia del genocidio contro i Native Americans, beh, allora, troviamo alcuni elementi della peggiore destra, con incrostazioni direi anche maccartiste in varie occasioni.
Judge Andrew Napolitano
Ho accennato sopra a quelle che considero essere le posizioni dello ex giudice. Di area libertaria, con posizioni direi anche coraggiose in politica estera e riguardo i diritti civili. Benchè non abbia mai sentito molto di suo riguardo economia e società presumo che abbia molti dei difetti dell’area libertaria cui appartiene.
Scott Ritter
Ho dedicato in passato un intero saggio a Scott Ritter, e non ho cambiato molto opinione da allora. Anzi, la sua resistenza individuale anche contro gli abusi seriali della FBI ed altri enti NatSek confermano la mia impressione di un individuo di grande talento e straordinaro coraggio ed integrità.
Ovvaimente le mie categorie analitiche perlopiù non coincidono affatto con quelle del suo nazionalismo patriottico.
Direi quasi sempre un ottimo analista di affari militari e della NatSek State, così come di geostrategia ed anche riguardo la politica energetica globale. Ogni tanto sbaglia come tutti noi, e quindi riguardo la possibilità del Reich e Zionaziland di usare armi nucleari per distruggere le istallazioni megli protette in Iran (Ritter sosteneva fosse possibile con nuove bombe nucleari del Reich) penso avesse torto ed invece Alastair Crooke ci ha informato che in realtà queste istallazioni sotto montagne, ad oltre 800 m di profndità sono praticamente impervie ad attacchi nucleari (a meno di usare centinai di bombe nucleari in successione), vedi qui.
Steve Bannon
Steve Bannon è un astuto demagogo che sa leggere bene e manipolare potenziali coalizioni elettorali. E’ un populista, ma direi un populista disonesto, che attacca per esempio Musk semplicemente perchè è un oligarca miliardario, ma poi non capisce nulla delle economie reali, e per esempio delle interconnessioni tra catene di rifornitura. Riguardo reindustrializzazione, ecc. capisce mglio gli slogan delle realtà effettive (al di fuori del teatro elettorale). Ha suggerito correttamente a Trump di scaricare la situazione Ucraina, ma a livello politico è direi uno dei fanatici anti-cinesi, e con un credo politico direi pienamente nell’alveo mccartista.
Candace Owens
Candace Owens è un’attivista della destra cristiana, di origine afro-americana, che si situa tra l’ala conservatrice e quella populista vagamente MAGA.
Dove è stata relativamente coraggiosa e coerente è stato nell’attaccare il genocidio Zionazi e quel regime, ragione per cui è stata silurata dallo ultra-disgustoso Neocon ed iper-sostenitore di ogni genocidio Zionazi, Ben Shapiro. Come nel caso di aree della destra conservatrice, molto irritata ed attiva contro gli aspetti neototalitari dell’identitarismo postmoderno conformista della ‘sinistra’ (che segue i Neocon in tutto tranne l’auto percezione e la propaganda), ma non ha in realtà da offiire soluzioni all’infuori di quelle della destra conservatrice (famiglia, ‘valori, ecc. ecc.).
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